martedì 29 maggio 2007

Riflessione dalla Cina: Problema della droga in Italia.. Soluzione Cinese?

Recentemente in Italia, alcuni fatti di cronaca, hanno riportato al centro dell’attenzione il problema del diffuso uso di sostanze stupefacenti ed in particolare della cocaina.

Come analisi oggettiva del fenomeno, sono inoltre stati diffusi recenti studi sul livello riscontrato, nelle acque dei principali fiumi italiani, delle sostante chimiche riconducibili all’uso delle sostanze stupefacenti. Gli alti livelli hanno dimostrato quanto il problema sia diffuso e profondo in Italia.

Ma a preoccupare veramente sembra che il vero problema in Italia, sia quello di cercare e proporre una concreta soluzione.

E qua iniziano i veri dolori!!

Infatti le diverse discussioni ai vari livelli, giocando sulla “ambiguità” dell’uso personale e della modica quantità, finiscono tutte per perdere di vista il vero problema: per le sostanze stupefacenti non può esistere “modica quantità!!!”.

E’ stato ampiamente dimostrato che il consumo incentiva nuovo consumo, in una spirale di tipo esponenziale.

Visti i risultati del permissivismo intelligente di questi anni, forse, cari governanti italiani, una soluzione alla “cinese” potrebbe essere molto più efficiente delle tante belle discussioni di “teologia liberale”, ma prive di una reale capacità solutiva.

In sintesi: tanto per cominciare si persegue chi la usa, poca o tanta che sia. Questo approccio intende stroncare una domanda che gli spacciatori, in una chiara legge economica della domanda e della offerta, coprono.

Ora, proprio a causa della sostanziale liberalizzazione attuale, i prezzi sono relativamente modici e quindi alla fine chiunque può accedervi. Nel momento che ne diventasse vietato, veramente, qualunque uso, evidentemente i prezzi si potrebbero impennare, causando una prima selezione degli stessi consumatori su una base strettamente economica.

Secondariamente non si manda in galera chi utilizza qualunque sostanza stupefacente, ma ai lavori socialmente utili (nuova versione degli antichi forzati!!). Questo può aiutare non solo a riflettere ma a molti dei drogati è l’occasione di rendersi utili e cercare una ragione di vita diversa da quella fino ad ora vissuta, spesso vuota e riempita solo dalla emozioni che la droga procura.

Questi due punti da soli potrebbero fare molto. Magari potranno risultare impopolari, ma aiuterebbero a definire un diverso approccio generalizzato sul problema, da quello “farsesco” fino ad ora visto in Italia.

Infatti una cosa che si apprende in Cina è che per gestire le questioni principali, occorre essere chiarissimi. Le zone di grigio non aiutano a definire un comune punto di vista sulle fondamentali questioni sociali. E in Italia, la questione della "modica quantità" sta contribuendo a generare solo confusione nella opinione pubblica.

Se poi qualcuno osservasse che le proposte potrebbero scatenare una inutile caccia alle streghe e che la repressione non ha mai dato nella storia alcun reale risultato, forse è meglio sottoporgli le analisi dei nostri fiumi. Una volta l’acqua si poteva bere senza problemi. Ora se la bevi e non ti prendi qualche strana malattia, ti puoi sorseggiare un po’ di qualche “salutare” sostanza.

Ovviamente non basta trovare la sostanza in qualche angolo sperduto di un ripostiglio, per perseguire qualcuno ma occorre che il sangue, i capelli ne confermino un uso reale. La scienza esiste e può evitare facili strumentalizzazioni e la paventata caccia alle streghe.

L’attuale situazione, dimostra che la strada fin qui perseguita non siaquella giusta, visto che alla fine, la droga è diventata a tutti gli effetti uno status symbol (vedi vellettopoli ed altri casi), alla stregua di un auto, un vestito, un gioiello.

Occorre cambiare registro e visto da qua non sembra essere così difficile.

Basta smettere di discutere sul quanto, che sotto sotto intende solo consentire di credere che stiamo salvaguardando la libertà personale. Ma qualche volta proprio per una maggiore libertà, occorre stabilire dei paletti chiari che altrimenti non aiutano a distinguere con chiarezza ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.

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