venerdì 26 marzo 2010

“IL MADE In ITALY che vota guardando al futuro”

Mentre l'italia, a fatica si appresta ad andare al voto per le Regionali, una parte di Italiani sta in queste ore già votando.

Infatti nei giorni scorsi si è aperto il voto elettronico per il rinnovo del consiglio della Camera di Commercio Italiana in Cina.

Alta l'aspettativa degli imprenditori e delle aziende Italiane in Cina che si augurano che con queste elezioni si possa realizzare un cambiamento concreto nella istituzione che le rappresenta e dove al momento risultano iscritte solo un terzo delle aziende Italiane operanti nel paese. In particolare sta emergendo un elemento molto importante: la volontà delle aziende con sede in città importanti come Shanghai, Canton e Suzhou, affinché cresca il livello di autonomia operativo della Camera in quelle aree, fino ad ora totalmente gestito centralmente da Beijing.

Molti i problemi che gli imprenditori sottolineano appaiono ancora irrisolti e che fino ad ora non hanno agevolato una ancora migliore gestione collegiale tra le diverse anime presenti "dentro la camera".

Prima di tutto per la storica contrapposizione tra grandi imprese e PMI, dove quest'ultime, pur rappresentando la spina dorsale della presenza Italiana in Cina, non si sentono rappresentate in maniera adeguata nell'attuale assetto della Camera, vista la tipologia dei consiglieri fino ad ora espressi che non sembrano rispecchiare la matrice reale della presenza italiana.

A questo si aggiunge il peso decisionale esercitato da Beijing, sostenuto dalle grandi imprese, di fatto finisce per penalizzare le PMI che così restano "schiacciate" ed isolate in molte aree della Cina.

Al motto "la Camera siamo noi", ora in molti si augurano che sia l'inizio di una nuova era dove possa essere invertita anche la tendenza degli anni scorsi,caratterizzati da una bassa partecipazione alle attività della camera e che ha finito per penalizzarne la potenzialità, così come l'efficacia dei gruppi di lavoro sui diversi mercati o gli innovativi gruppi trasversali introdotti di recentemente.

Ma dalle aziende arriva anche l'invito ai vertici di supportare, favorire la crescita e l'espansione di queste attività di cooperazione tra le aziende, ritenuti momenti fondamentali di uno scambio che possa aiutarle nella propria crescita e presenza in Cina.

Questa è probabilmente la questione fondamentale dove tutti sembrano essere d'accordo, condividere un metodo con il quale poter aiutare la penetrazione del Made in Italy in Cina, dove data la vastità e la complessità proprie del paese, è impossibile che le istituzioni possano prendersi carico di qualcosa che prima di tutto deve vedere le imprese in prima linea, evitando però le "improvvisazioni" di molte di loro.

Tra le mozioni per un "cambio di passo" all'interno della Camera si contraddistingue quella di Carlo Leopaldi, che quale candidato Vicepresidente per Shanghai sembra avere le idee chiare su come dare nuova vita alla comunità di business della più importante città del Paese, in termini di business e finanziari.

Ricchi di spunti d'innovazione anche i programmi dei candidati per il Consiglio Matteo Piccinali su Shanghai e Fiorenzo Brioschi da Suzhou, così come forte vuole essere anche la voce dei candidati di Canton, tutti accomunati affinché vengano dati maggiori supporti alle attività delle molte PMI presenti in queste aree.

Il voto iniziato la settimana scorsa per via elettronica, terminerà il 26 Marzo con l'Assemblea di Beijing, si è caratterizzato anche dall’uso della rete quale spazio di discussione e confronto, tanto che nel Gruppo “Italiani in Cina” su LinkedIN, si è avuta una autorevole partecipazione attiva, dal Presidente attuale ai molti dei candidati con i loro programmi, in un confronto aperto sul tema caro a tutti, quello di una Camera che guardi al futuro.

Un ulteriore segnale della necessità e della voglia di un dialogo tra i vertici camerali e la base dei suoi membri che ci si augura con questa tornata elettorale possa trovare nuovo slancio, premiando i candidati che vogliono una sempre più coesa presenza italiana all'insegna del rinnovamento.

La "NON" notizia: Godaddy lascia la Cina: Marketing politicizzato d'impresa (parte seconda)

Ormai Google sembra aver fatto "scuola" quale azione marketing per avere visibilità sui media internazionali utilizzando la Cina quale propria leva.

In questa direzione sembra andare anche la "NON" notizia che Godaddy sospenderebbe la vendita dei domini in Cina.

Però la questione delle nuove regolamentazioni in Cina in tema di apertura di nuovi domini e GoDaddy non possono essere collegate.

Infatti GoDaddy, non può da tempo, secondo la nuova regolamentazione cinese vigente, come del resto qualsiasi altro provider al mondo cinesi compresi, fare acquistare alcun dominio da azienda che NON abbia una presenza stabile in Cina.

Tradotto, solo le aziende veramente in Cina che possono dimostrarlo con la Business Licence hanno diritto di registrare i propri domini internet, chi non ha detta licenza, cioè TUTTE le aziende straniere senza uffici reali in Cina, no.

Quindi che GoDaddy affermi che questa sia una sua scelta appare una campagna marketing di cattivo gusto oltre che ingannevole e di basso livello, che poi porta alcuni blog ad avvalorarla come questo.

Le documentazioni che l'articolo cita sono quindi SOLO quella della Business Licence e ovviamente i dati relativi alla azienda. Nulla di più. 

Ergo smettiamola di spacciare notizie prive di fondamento, che poi finiscono per creare idee sbagliate difficilissime da cambiare, in una situazione già complessa di per sè e dove occorre agire per cambiare le cose e non per alimentare il business di alcune "furbe aziende".

martedì 23 marzo 2010

Google - Cina: Politicizzazione del Marketing d’Impresa?

Da oggi Google.cn viene reindirizzato su Google.com.hk, una scelta forte della azienda americana che così intende aggirare i vincoli sottoscritti con il Governo Cinese al momento del uso ingresso sul mercato, vincoli oggetto di una trattativa che a questo punto sembra essere fallita.

Google a questo punto sfida apertamente il Governo Cinese, tanto da mettere sulla home page il provocatorio messaggio "Benvenuti nella nuova casa di Google Cina".

Vista con occhi cinesi, una provocazione che va ben oltre il semplice reindirizzamento del sito, perchè chiamarla "casa" è qualcosa che ha da queste parti un suo valore che forse i ragazzi di Google hanno sottovalutato.

Prima di tutto perchè non dimentichiamoci che HK è si territorio autonomo ma a tutti gli effetti è sotto il controllo politico della Cina.

Secondo, perchè questo messaggio potrebbe apparire un'"istigazione" ad una dichiarazione di indipendenza che viola gli stessi trattati vigenti, oltre alla radicata volontà cinese che di "casa" per tutti i cinesi, virtuali o reali, ne esista solo una, la Cina continentale.

Questo non solo porterà quindi all'inevitabile oscuramento del dominio .cn per evitarne il reindirizzamento su Hong Kong, ma probabilmente rischia di avere effetti anche su quello di .HK visto che sposta su HK una disfida politica che rischia di alimentare solo le polemiche di questi mesi.

Ma non solo, un effetto indesiderato, forse non considerato dagli americani, è che gli internauti cinesi, offesi per il modo con il quale Google sta agendo, potrebbero iniziare a boicottare il sito non solo in Cina ma anche in tutte le altre comunità nel mondo, creando un effetto domino che potrebbe danneggiare non poco la società di Mountain View

Perchè vi assicuro che il seguito alle mozioni di Google è di gran lunga inferiore a quanto si pensi in Occidente.

Per cui, se partisse una campagna contro la madre patria lanciata da Google, addirittura da Hong Kong, la stessa Google rischia di divenire un partner scomodo anche per gli internauti cinesi, perchè offende il senso di nazione che nei cinesi è radicato come non mai in questi tempi.

Se vi ricordate cosa è accaduto poco prima le olimpiadi con il "I Love China" che ha saturato la rete, avete capito di cosa si sta parlando.

Ulteriore prova è che, come già accaduto quando furono tolti i fatidici "filtri", anche ora in Cina la notizia sia stata presa con grande disinteresse da parte dei navigatori cinesi, visto che ben l'80% di loro Google lo usa in maniera decisamente saltuaria e non lo considera fondamentale.

Detto questo, starei attento ad applaudire per questo gesto, visto che i Cinesi sono convinti che tanta "arroganza" sia possibile solo perchè dietro Google agisce il Governo Americano, tanto più che ciò è avvenuto in concomitanza con il successo parlamentare di Obama sul Nuovo Welfare e le sue affermazioni "siamo un popolo capace di fare grandi cose", qualcosa che appare quantomeno sospetto, se visto con gli occhi cinesi.

Se Google ha deciso così, ovviamente avrà le sue motivazioni, però occorre cercare di evitare che si continui ad assistere ad una politicizzazione di una questione che prima di tutto è commerciale e più i giorni passano, sembra solo un'abile manovra marketing di una azienda che proprio questa settimana si è vista superare da Facebook come sito più navigato.

E Facebook, il sito più frequentato al mondo, è da mesi interamente filtrato in Cina, ma ciò non sembra abbia portato i vertici della società a dichiarare "guerra" con modi e metodi simili a quelli di Google, per contrapporsi alle legittime, in quanto paese sovrano, decisioni del Governo Cinese.

Ovviamente se le cose non si comporranno nelle prossime ore, tutte le iniziative di Google avranno solo un risultato: creeranno le condizioni per il proliferare e il crescere del proprio concorrente, Baidu, che sicuramente inizierà un lento ma inesorabile inseguimento a livello mondiale di Google, a partire dai mercati asiatici, dove ora Google rappresenta solo quote risibili su tali mercati.

Solo tra qualche anno si potrà però valutare la reale portata della decisione presa ieri e se possa essere in realtà una pessima decisione, visto che la Cina sta cambiando alla velocità della luce, anche su Internet, una rete che comunque non sente la mancanza dei vari Facebook, Youtube e ora anche Google, visto che esistono da tempo decine di siti analoghi con i quali si può vedere di tutto.

In occidente si pensa che filtrando Youtube i cinesi siano tagliati fuori dal mondo. La cosa non è vera, tanto che noi da qua possiamo vedere i programmi e le serie televisive di tutti i paesi del mondo, Italia compresa, o i video auto pubblicati dagli utenti sulle decine di Youtube like senza che nessuno si lamenti di diritti violati o minacci ritorsioni restrittive come per esempio in Italia.

Quello che sicuramente non vediamo, sono le migliaia di "rilanci" degli spezzoni pubblicati dagli utenti di Youtube, qualcosa che anche molti esperti della rete cominciano a pensare non siano proprio qualcosa di imperdibile.

Lancio a questo punto una sfida: perchè invece di continuare a "parlare" e criticare, gli occidentali non vengono a pubblicare i propri video sui siti cinesi, visto che sono visibili ed aperti a tutti, stranieri compresi? Non è che poi si scopre che agli Americani piaccia di più che ad essere leader del mercato sia una propria azienda a prescindere dalla "funzione" della stessa?

Comunque sia, le ragioni profonde che portano i cinesi ad agire come stanno facendo è che non credono che la rete occidentale sia apoliticizzata, ma al contrario sia un nuovo modo con il quale gli americani trasmettano il loro softpower con il quale "colonizzare" il resto del mondo con le proprie idee, contenuti, prodotti e metodi.

E' un discorso che ci piaccia o meno, non va sottovalutato, perchè come i Cinesi, non sono pochi i paesi che non pensano che la rete di oggi sia realmente autonoma ed indipendente e sia invece controllata da "ragioni di stato" ben chiare ed evidenti di qualcuno.

Così come appare sterile anche parlando di rete, confrontare la Cina ad altri paesi come l'Iran per esempio, dove le logiche alla base dello stesso potere e consenso di cui gode il Governo, sono ben diverse da quelle spacciate in occidente.

Qualcosa che si perde negli oltre 2.500 anni di storia di un paese che è riuscito ad uscire dalla povertà dove gli occidentali l'avevano "sbattuta" (umiliandola) dopo le guerre dell'oppio e la spartizione del paese conseguente, per divenire in poco meno di 30 anni la seconda potenza economica mondiale e in questi mesi di crisi finanziaria, il salvagente dell'economia mondiale.

Da tempo i cinesi chiedono che la gestione della rete sia chiara, nitida e soprattutto condivisa, cosa fattibile solo attraverso la creazione di una sorta di ONU della rete che garantisca a tutti i paesi affinché sia uno spazio di condivisione delle idee e dei contenuti e non la nuova frontiera per la "guerra fredda" del 3° millennio.

Sarebbe altrimenti una offesa per la rete e per i tanti, tantissimi che vorrebbero che fosse solo uno spazio per crescita e la diffusione della conoscenza umana e strumento per il miglioramento della qualità della vita di tutti e possa essere un Premio Nobel condiviso da tutti, anche dalla Cina, senza la quale, tale gesto rischia di rimanere privo di veri concreti significati e di alimentare ulteriori barriere e pregiudizi che possono allontanare invece che avvicinare.

mercoledì 10 marzo 2010

Sfida tra titani a colpi d'innovazione.... (Usa - Cina - Russa)

La notizia arriva dalla Russia, viene rilanciata dai cinesi e arriva "forte e chiaro" agli Americani. (ovviamente ignorata dagli Italiani)


La sfida del futuro si giocherà sul saper Innovare realmente e come si vede le "potenze" stanno attrezzandosi in tal senso.

Dopo i Cinesi, ora anche la Russia ha lanciato la sfida a Silicon Valley, chiamando a se le "Migliori menti".

Gli Usa, che da tempo vedono tornare a casa molti dei propri geni Indiani, Cinesi e ora anche Russi, ora rischiano davvero nella supremazia di un area che è stata sicuramente il motore della ricerca e della innovazione degli Usa.

Stendiamo invece un "pietoso" velo sulla situazione italiana che a Genova intendeva sfidare addirittura il MIT centro che invece sembra che stia vivacchiando o meglio stia conformandosi alle regole del paese, in un lento ma inesorabile declino.

Triste presente e inesorabile futuro, per il paese che ha inventato tutto l'inventabile (Leonardo, Pila, Radio, Nucleare, PC .....)

Medvedev calls for Silicon-Valley-like research center
Russian President Dmitry Medvedev on Tuesday called for intensified efforts to establish a research and development center similar to the Silicon Valley in the United States.
"I do not know if we can manage to build a Silicon Valley of our own, but the idea is to set up an innovative center to do research and further commercialize its results," Medvedev was quoted by Russian news agencies as saying at a meeting on preparations for the center.
Medvedev instructed the government to choose the location of the prospective center and to define its sources of funding and functions.
"Officially, we will call it a research and development center. In fact, it will be a compound to facilitate the development of state-of-the-art technologies," he said.
Medvedev added the center would need to attract foreign experts to get the most out of it.
During an annual state-of-the-nation address last November, the president proposed setting up a research center similar to Silicon Valley in order to put Russia on the track to an innovative economy.

domenica 7 marzo 2010

Casino Italia: Turandosi il naso soluzione trovata (buona la prima)!

Turandosi il naso la soluzione trovata appare la migliore e necessaria. Sarebbe stato impossibile ed ingovernabile l'azione di Governo in Lombardia e Lazio, con una parte politica che non avrebbe mai riconosciuto le decisioni prese nelle assemblee elette.

Turandosi il naso ci si augura che dopo le elezioni il PDL si dia una "bella regolata" per evitare che nel futuro "cadute di tono" coime queste siano ancora all'ordine del giorno di quello che è il partito di governo, che però sembra oggettivamente avere grossi problemi nella gestione delle procedure interne.

Se PDL deve essere che sia, ma almeno dia il senso non di essere solo una "somma matematica" ma una entità in grado di creare valore e una Governabilità per il paese.

Errori di gioventù per stavolta? Ma i vertici del partito non devono prendere sotto gamba quanto accaduto visto che ha finito per infiammare ulteriormente la piazza, aggravando il solco e le differenze esistenti, dando ancora una volta segnali tutt'altro che rassicuranti, che preoccupano prima di tutto proprio quelli che vorrebbero un PDL efficace ed efficente. Una macchina moderna per guidare il paese nel futuro.

Così invece non si va da nessuna parte!! 

Turandosi il naso speriamo che stata solo una "falsa partenza".  

Turandosi il naso Di Pietro e gli altri che ora provano a cavalcare la situazione, devono stare molto attenti a non accendere pericolose miccie che poi non si sa dove ci potrebbero portare e di non alimentare il fuoco sotto la brace di chi non è più convinto da tempo che esista una soluzione politica al problema italiano

sabato 6 marzo 2010

"Grande Sala Virtuale" protagonista ai lavori del Parlamento Cinese

Virtuale e reale si sono dai appuntamento nella Grande Sala del Popolo di Beijing, infatti contemporaneamente alla sessione ufficiale formale se ne svolgeva un'altra in quella battezzata la "Grande Sala virtuale".

Un'altra tappa del processo di modernizzazione in corso nel paese, tanto che addirittura nel 2009, Zhang Xiaoli, un noto blogger conosciuto con il soprannome di "Old Bull," è stato eletto al Congresso popolare municipale di Luoyan nel centro Provincia di Henan.

"Molte delle opinioni on-line sono lungimiranti e con i piedi per terra", ha detto Wang Min, decano del Dipartimento della gestione amministrativa, Hunan Normal University, "Internet è una nuova piattaforma, facilmente accessibile che può  rendere più dirette le comunicazioni tra governo nazionale, le persone e i funzionari locali.

"La rete può essere strumento con il quale  svolgere un ruolo positivo nella supervisione del governo e anche combattere la corruzione esistente nel paese."

A conferma dello sforzo in corso esistente, dal 2007 molti legislatori e consulenti politici nello Shaanxi hanno aperto micro-blogs con lo scopo di raccogliere idee e proposte on-line, sollecitando i pareri direttamente dai navigatori.

Così' come di rilievo sia il fatto che dallo scorso anno ben 114 giudici nella provincia dello Shaanxi abbiano trasmesso le prove connesse ai propri casi e pubblicato le proprie sentenze direttamente sui loro siti ufficiali, cercando comunque di tutelare la privacy dei protagonisti o dei segreti commerciali connessi, così come le cause che coinvolgevano minori.

Shi Ying, vice presidente dello Shaanxi Accademia delle Scienze Sociali, ha però avvertito della tendenza di alcuni cittadini della rete di voler attraversare la linea di tutela della privacy e dei diritti personali, "in nome della vigilanza".

"E' sicuramente una cosa positiva che la società virtuale e il mondo reale si fondono. Dovremmo essere pronti per i buoni risultati ma anche alle problematiche connesse."

Mo Jihong, ricercatore dell'Istituto di legge in Accademia Cinese delle Scienze Sociali (CASS), ha affermato come, "Internet senza dubbio sia un mezzo con il quale avvicinare le persone alle problematiche reali, andando oltre i confini della vita quotidiana. In Cina potrà anche aiutare a promuovere il senso civile nel paese, molto importante per la modernizzazione politica e sociale del Paese ".

A questo va aggiunto come i governi e i dipartimenti di polizia siano sempre più consapevoli del crescente peso della opinione pubblica online.

In questa direzione quindi gli sforzi compiuti per migliorare le comunicazioni con i cittadini della rete, in un percorso che è solo ai suoi inizi.

Tornando quindi alla "Grande sale" virtuale di questi giorni, gli utenti di Internet di tutto il Paese hanno quindi potuto esprimere pareri su varie questioni dalla corruzione, alla riforma degli ospedali pubblici.

Sullo schema di lavoro adottato anche a livello dell'NPC, si sono poi creati diversi sotto-forum per le diverse province e minoranze presenti all'NPC.

Ma quali sono i problemi più sentiti arrivati dalla rete cinese?

Prezzi delle abitazioni, il crescente divario di ricchezza, la riforma medica e istruzione, così come la richiesta dell' adeguamento del salario degli insegnanti delle scuole in villaggi remoti quale segno e supporto per poter ridurre le distanze tra aree urbane e rurali, prima di tutto sul piano dei "know - how".

Insomma l'inizio di un percorso di dialogo che continuerà durante tutte queste giornate della sessione del Parlamento cinese.

Notizie dal parlamento cinese .... e dintorni...

"La Cina si oppone a politicizzare le questioni monetarie" dichiarazione alla conferenza stampa del Governatore della banca centrale Zhou Xiaochuan in risposta ad una domanda circa l'accusa che la Cina manipola tasso di cambio dello yuan.

Giornalisti al lavoro durante la sessione di apertura del Parlamento Cinese...
BBC al lavoro
Giornalisti al lavoro ... per scrivere i pezzi ...

Scambio di opinioni e ... dettatura del pezzo ...


Riprese nella Grande sala


Interviste volanti ai deputati in arrivo (il deputato è Tan Jing)

Muro di fotografi per l'inizio dei lavori

Conferenza Stampa dei diversi leaders al termine delle diverse sessioni di lavoro

Zhang Ping il Presidente del NDRC ( National Development and reform Commission) Xie Xuren, Ministro delle Finaze, Chen Deming, Ministro del Commercio e Zhou Xiaochuan, Governatore della Bank of China

giovedì 4 marzo 2010

Tutto pronto per l'inizio dei lavori dell'NPC ( Parlamento Cinese)

Sono iniziati i lavori di preparazione per la sessione annuale dell'NPC Cinese e dell'National People's Congress (NPC)  che si apre domani.

In questa fase di preparazione si sta stabilendo l'agenda dei prossimi lavori così come gli emendamenti che saranno proposti dai diversi gruppi di delegati che sono arrivati da tutta la Cina.

Vediamo allora di riassumere alcune di questi Key Points in discussione da domani. 

Il primo è l'emendamento contenente le modifiche sulla legge elettorale per "espandere la democrazia nel paese e permettere a tutti di salvaguardare i propri diritti".

Questo emendamento intende in primis bilanciare o meglio aggiornare, il criterio di rappresentanza ora vigente a partire dal 1953. In sostanza verrà garantita la parità dei diritti elettorali per le popolazioni urbane e rurali.
Sarà un passaggio importante, soprattutto perchè cadranno le "differenze" fino ad ora esistenti anche relativamente i gruppi etnici, minoranze ed aree autonome, che di fatto saranno d'ora in poi TUTTI UGUALI.

Nella sostanza cadrà il rapporto "4 ad 1" vigente per le aree rurali adottato dal 1995 che aveva modificato il precedente "8 ad 1" adottato prima del 1995.
Un criterio che teneva conto del fatto che le aree rurali rappresentavano il 90% della popolazione nel 1949. 

Ora la situazione è profondamente mutata con un rapporto nell'ordine del 54,7 % per la popolazione rurale e 45,7% per quella urbana.

Quindi i tempi sono maturi per procedere al livellamento tra i diritti di voto, un atto "storico" ed evidenza dei profondi cambiamenti avvenuti nel paese in questi decenni.

Ma questo sarà solo il primo passo verso quello che Li Zhaoxing, il portavoce della terza sessione del 11° NPC ha dichiarato essere la necessità di creare un più completo sistema elettorale che possa essere adottato nel prossimo futuro nel paese.
Di certo è che entro la fine di quest'anno sarà definito il "sistema giuridico socialista con caratteristiche cinesi", la base sulla quale poi introdurre le successive modifiche per l'attuazione di un sistema democratico adatto ai tempi ed alle sfide future del paese.

Affermazioni che a noi appaiono spesso "incomprensibili", perchè lontane dalle nostre evidenze di un percorso verso la Democrazia, che anche da noi ha avuto sue tappe intermedie,

Non dimentichiamoci che da noi si arrivò al suffragio universale solo nel 1946 e per secoli  la democrazia nei paesi occidentali era solo diritto per certe "caste" di popolazione così come  l'estensione del voto alle donne, in Usa arrivò solo nel 1918 (mentre in Italia sempre nel 1946!),  visto che prima era una cosa sola per uomini.

Anche la Cina sta ora attraversando le proprie tappe di sviluppo e lo sta facendo "programmandole", affinchè rispondano alle esigenze di uno sviluppo che deve necessariamente essere "controllato" o quanto meno guidato, viste le dimensioni delle variabili in gioco nel paese.

Per cui non stupisce il secondo punto fondamentale di questa sessione annuale dell'NPC: sostegno delle minoranze etniche, una richiesta giunta dai parlamentari delle minoranze etniche della provincia di Qinghai.

La motivazione è ancora una volta legata a due parametri per i cinesi sempre molto importanti: numero e benessere.

Negli anni del boom che ha di fatto interessato la parte ad est del paese, si è assistito ad una sostanziale stagnazione di quella ad Ovest, sia sul piano economico che di crescita della popolazione.

Ora i parlamentari di queste minoranze etniche chiedono che la prossima sessione del Parlamento cinese, possa sostenere lo sviluppo delle diverse etnie attraverso aiuti che sostengano le imprese localmente e quindi la propria identità locale.

Per quanto il governo abbia da sempre cercato di sostenere lo sviluppo di queste aree investendo circa 2.5 Miliardi di Yuan per la costruzione di strade, impianti elettrici, telefonici ed idrici, per Qiao Zhengxiao, un altro parlamentare proveniente da Qinghai, non sono stati sufficienti.

In particolare i deputati delle etnie con meno di 100.000 individui, si lamentano che il governo abbia favorito gli interventi in Tibet ed ad altre etnie numericamente decisamente superiori.

Per cui ora si aspettano che l'attenzione per i gruppi più piccoli cresca, in particolare per salvaguardare le culture e i dialetti connessi ed evitarne così una prevedibile estinzione.

Un altro dei punti che sarà al centro delle sessioni del parlamento cinese è lo sviluppo economico per battere la crisi finanziaria, basato in particolare sulla crescita del mercato interno, quale trascinamento alla crescita del paese nei prossimi anni e ridurre la tensione che potrebbe esserci se il paese continua a rimanere di fatto legato a filo doppio alle proprie esportazioni.
Ambiente e azioni contro il cambiamento climatico, budget militari (che sarà aumentato del 7.5% a 532 Miliardi di Yuan), modello di sviluppo e trasformazione dello stile di vita nel paese, la legge sui segreti di stato, stretta adozione delle regolamentazioni WTO negli scambi commerciali. i rapporti con Taiwan per il prossimo futuro.

Questa in sintesi l'agenda di quello che è l'appuntamento dell'anno, paragonabile al nostro per quanto riguarda la Finanziaria, il momento che getta le basi dell'anno a venire e mette i paletti delle operatività che poi dovranno guidare il governo nel suo Day by Day.

Un metodo ed un approccio pragmatico, apparentemente semplicistico, ma che sta dimostrandosi molto efficace e con il quale è possibile che un paese da 1,3 Miliardi di persone non perdano mai la bussola del proprio sviluppo.

mercoledì 3 marzo 2010

L'Italia dei "Senza una idea"... e dei molti Personal Networks!!

Basta aprire un giornale Italiano dall’estero per rendersi conto di come il paese sia altrove rispetto al resto del mondo, quasi si stesse leggendo una gazzetta (dello sport) politica.

Le problematiche che stanno "ingessando" l'Italia e le impediscono di "spiccare il volo" sembrano ben descritte da Ernesto Galli della Loggia nel suo "famoso" editoriale e che chi ha spesso parlarto con me di questioni Italiane sa che non posso che condividere e sottoscrivere in pieno.
 
La plastica si sta squagliando? Sembrerebbe. Certo che coloro che si erano illusi dopo le elezioni del 2008 che il Pdl fosse diventato un partito più o meno vero, qualcosa di più di una lista elettorale, sono costretti ora a ricredersi.

Non era qualcosa di più: spesso, troppo spesso, era qualcosa di peggio. Una corte, è stato autorevolmente detto. Ma a quel che è dato vedere pare piuttosto una somma di rissosi potentati locali riuniti intorno a figuranti di terz'ordine, rimasuglio delle oligarchie e dei quadri dei partiti di governo della prima Repubblica.

E tra loro, mischiati alla rinfusa - specie nel Mezzogiorno, che in questo caso comincia dal Lazio e da Roma - gente dai dubbi precedenti, ragazze troppo avvenenti, figli e nipoti, genti d'ogni risma ma di nessuna capacità.

E' per l'appunto tra queste fila che a partire dalla primavera dell'anno scorso si stanno ordendo a ripetizione intrighi, organizzando giochi e delazioni, quando non vere e proprie congiure (e dunque non mi riferisco certo all'azione del Presidente Fini, il quale, invece, si è sempre mosso allo scoperto parlando ad alta voce), allo scopo di trovarsi pronti, con i collegamenti giusti quando sarà giunto il momento, da molti cortigiani giudicato imminente, in cui l'Augusto sarà costretto in un modo o nell'altro a lasciare il potere.

Da quel che si può capire, e soprattutto si mormora, sono mesi, diciamo dalla famigerata notte di Casoria, che le maggiori insidie vengono a Berlusconi e al suo governo non già dall'opposizione ma proprio dalla sua stessa parte, se non addirittura dalle stesse cerchie a lui più vicine.

Al di là di ogni giudizio morale tutto ciò non fa che mettere in luce un problema importante: perché mai la destra italiana, durante la bellezza di quindici anni, e pur in condizioni così favorevoli, non è riuscita che a mettere insieme la confusa accozzaglia che vediamo?

Perché non è riuscita a dare alla parte del Paese che la segue, e che tra l'altro è quasi sicuramente maggioritaria sul piano quantitativo, niente altro che questa misera rappresentanza?

Certo, hanno influito di sicuro la leadership di Berlusconi e la sua personalità. Il comando berlusconiano, infatti, corazzato di un inaudito potere mediatico-finanziario, non era tale da poter avere rivali di sorta assicurandosi così un dominio incontrastato che almeno pubblicamente ha finora messo sempre tutto e tutti a tacere; la personalità del premier, infine, ha mostrato tutta la sua congenita, insuperabile estraneità all'universo della politica modernamente inteso e dunque anche alla costruzione di un partito.

La politica, infatti, non è vincere le elezioni e poi comandare, come sembra credere il nostro presidente del Consiglio: è prima avere un'idea, poi certo vincere le elezioni ma dopo anche convincere un Paese e infine avere il gusto e la capacità di governare: tutte cose a cui Berlusconi, invece, non sembra particolarmente interessato e per le quali, forse, un partito non è inutile.

Ma se è vero che il potere e la personalità del leader sono state un elemento decisivo nell'impedire che la Destra esprimesse niente altro che Forza Italia e il Pdl, è anche vero che né l'uno né l'altra esauriscono il problema ...
Detto questo, occorre passare ad una azione, altrimenti si rimane sempre alle "vuote parole".

Da qui l'invito ai miei coetanei (sopratutto quelli del PDL): per quanto la figura di Berlusconi rappresenti oggi sicuramente qualcosa di importante e di riferimento per molto di loro, non si può procedere nella forma "divinatoria" attuale, occorre seriamente pensare al futuro nostro e del paese e "riaprire" i giochi di una dinamica che da troppi anni è ingessata dalla indubbia (e forse eccessiva) Leadership di Berlusconi.

Girare pagina velocemente significa anche avere il coraggio di affrontare vie nuove, esplorare proposte, persone, cambiamenti che vadano oltre all'ormai trito e ritrito con o contro Berlusconi.

Altrimenti rimarremo ancorati al "tifo da curva nord" di questi tempi, che non fanno vedere oltre il semplice risultato della partita ( elezioni) come ben detto da Della Loggia.

Le Idee poi devono essere un patrimonio delle persone che guidano il paese, persone che non possono essere promosse per "editto del capo" solo perchè carine o telegeniche, ma devono poter essere espressione vera di un Sogno Italiano che possa valere per tutti, indistintamente.

"Togliere il sogno" è stato il peccato originale di questa classe politica che indistintamente, ha favorito arrogantemente solo i propri. 

Soprattutto occorre ridare dignità alla "vocazione del fare politica", missione sincera e profonda e non una scorciatoia per ottenere indubbi vantaggi in questa o quella attività professionale o potere da girare ai propri Personal Networks. 

Curioso il parallelismo con quanto sta accadendo in  Thailandia, dove lo Stato ha espropriato metà del patrimonio personale del precedente premier, basandosi sul fatto che tale ricchezza fosse stata fortemente favorita dal potere politico di cui aveva goduto quale Premier,  una pregiudiziale, un dubbio che oggettivamente appare anche un "imbarazzante macigno" su tutta la gestione Berlusconi.
Occorre quindi svegliarsi dalla Sindrome di Stoccolma di cui soffre il paese e comprendere come la Seconda Repubblica non sia mai realmente nata e che quella attuale sia solo una brutta copia e il "riciclaggio" di quella precedente.

Per cui occorre cercare di pensare nuovo, lontani dalle logiche del nostro passato, fatto di ormai obsolete destre e sinistre, riscoprendo il senso del dialogo e rispetto politico.

Un fatto normale nei paesi cui cerchiamo sempre di ispirarci, quali UK, Stati Uniti, dove le differenze tra gli estremi appaiono decisamente meno marcate delle nostre, qualcosa che da noi sembra invece essere impossibile, visto il continuo riemergere del nostro essere stato paese di confine tra Est ( URSS) ed Ovest (Usa).

Situazione che ha insegnato più che al dialogo a considerare l'avversario politico un "nemico" da annullare, cancellare, picchiare e portatore certo di idee sbagliate e preconcette.

Probabilmente è questo il punto focale per la rinascita italiana e degli italiani, quello di  poter finalmente guardare le cose e guardarsi con gli occhi del futuro e per quanto riguarda il nostro oggi, poter guardare oltre Berlusconi senza per questo essere accusati di essere CONTRO Berlusconi.

Andrea Bocelli ha la "sua stella" a Los Angeles

Curioso che una notizia del genere la si debba leggere con grande risalto più sui giornali cinesi che su quelli italiani.

Andrea Bocelli da ieri ha "la sua stella" tra le stelle della famosissima Walk of Fame di Los Angeles.

Una celebrità che come si vede, il mondo ci invidia, che però dimostra ancora una volta il famoso detto "Nemo profeta in patria".

Sarà che la critica nostrana non lo considera un cantante di livello dei Caruso e Pavarotti, sarà che Bocelli sembra appartenere più allo star system d'oltreoceano che a quello nostrano, sarà tante cose, ma forse c'è solo tanta invidia nel suo aver ottenuto un successo planetario reale a partire da un Sanremo di tanti anni fa.

L'uomo che viene invitato a cantare davanti ai Presidenti Americani, alle celebrazioni dell'11 Settembre a New York, che gira per il mondo e trasmette le melodie Italiane a tutte le latitudini e tutte le culture, ora ha quindi la sua stella nel luogo che celebra i numeri 1 dello spettacolo americano.

E noi in Italia? Un trafiletto ben nascosto!

Mentre nel mondo è diventato un artista completo, in Italia Andrea Bocelli continua ad essere considerato quello del Sanremo di tanti anni fa, una ragazzone speciale, per quel suo porsi originale, diverso dai tenori a cui si era abituati fino ad allora, un approccio che aveva conquistato tutti prima di tutto sul piano umano.

Sarà forse per questo che l'Italia del bel canto è poi rimasta sempre molto "perplessa" sul successo che è riuscito a raggiungere, grazie a quel suo modo originale di porsi e cantare,  una sorta di Stevie Wonder o Josè Feliciano Italiano al quale forse non si perdona il fatto di non voler essere rimasto quel ragazzone del Sanremo di tanti anni fa.

Per cui gustatevi le immagini del "divo Italiano".

Caos Italia !!!

Di tutti i commenti letti in queste ore quello di un lettore del Corriere (Lettore_1064536) che mi sembra centrare in pieno il problema dietro la quesitone delle Liste e le problematiche di queste ore, soprattutto dopo le ultime parole del Presidente del Senato Schifani ( seconda carica dello stato)

per cortesia....
la sostanza prevalga sulla forma ma per tutti! se io privato cittadino sbaglio forme ne pago le conseguenze se non c'è la certezza delle forme c'è l'arbitrio. a te si a te no.. diamo uno stop a questa deriva, per favore!!
 Playsirena invece dichiara:

Schifani chi, il presidente del Senato?
Ma come può permettersi "l'esimio" presidente del senato di dire " si rispetti la sostanza più della forma"? Dove siamo arrivati al Burundi? Se un'istituzione "consiglia" di non rispettare le regole dobbiamo pensare che ormai tutto è perduto? Perchè non lo va a dire ai Radicali che per le regole si sono visti cancellare più di una volta dalle liste? Ed allora, "l'esimio" presidente del Senato dov'era? Non mi risulta avesse mai manifestato contrarietà in tal senso. E la polverini che aizza la folla, contro di chi? Forse contro quello "sprovveduto" o contro quell'individuo che lo ha "adeguatamente" indirizzato alla "bisogna"? Perchè non fa un gesto liberale e di rottura definitiva contro un'accozzaglia di sprovveduti (?) e declina la candidatura?
 E Gigilupo

em la logica?
Leggendo alcuni commenti c'è da rimanere allibiti. Alcuni del centro destra riescono anche in questo caso a dare la colpa alla sinistra. Se fanno finta di non capire questa cosa facile facile, come si può pretendere che capiscano una cosa molto difficile come "la legge è uguale per tutti?", impresa impossibile a quanto pare. Ma perchè le persone normali (compresie quelle di destra) devono sottostare a tutte le regole e i politici no? Derogare adesso non è così semplice, perchè vuol dire che in futuro tutti saranno autorizzati a fare alterttanto, e non mi sembra molto logico. Ma anche questo è troppo difficile da capire.

 E si può continuare a lungo..

Un brutto, veramente brutto momento per l'Italia. Un altro!!
La speranza è l'ultima a morire, ma la si sta mettendo veramente a dura prova ...



Contrordine: La Cina è ancora il primo finanziatore degli USA.

In un incredibile succedersi di notizie e di smentite, come le dichiarazioni antitetiche di ieri dei rispettivi ambasciatori sulla situazione reale delle relazioni esistenti tra Usa e Cina, ora arriva dagli Usa la rettifica alla notizia data dai Cinesi due settimane fa relativamente alla top list dei creditori Usa.

Sorprendentemente, secondo il Dipartimento del Tesoro Americano nel rapporto annuale rilasciato ieri, la China possiede ben 895 miliardi di dollari, mentre il Giappone "solo" 766 Miliardi di titoli del tesoro.

Nel precedente rapporto divulgato guarda caso dai Cinesi, veniva dato invece il Giappone in testa in questa “specialissima classifica” e quale primo finanziatore degli Usa, situazione che appariva essere connessa all'inizio di una diversificazione degli investimenti (e dei rischi) cinesi.

I due rapporti comunque hanno in comune l’elemento fondamentale: effettivamente la Cina ha diminuito la propria esposizione di Dicembre verso gli Usa, il segnale della "sfiducia" rispetto al ventilato piano di Obama per attaccare il debito “mostre” degli Usa, una azione ritenuta dai cinesi non sufficiente per invertire la pericolosa tendenza attuale che potrebbe contagiare anche gli equilibri stessi della finanza mondiale.

La notizia più che essere direttamente una “smentita” ai cinesi, appare però quasi un messaggio agli altri creditori, per sottolineare come la Cina non ha abbia ancora perso la fiducia nel suo maggiore debitore.

Qualcosa che comunque rivela ancora una volta il "nervosismo" di fondo esistente nelle relazioni attuali tra Usa e Cina, qualcosa che lascia perplessi, soprattutto di fronte le prossime importanti questioni da affrontare, Iran in testa, che dovrebbero vedere i due paese "alleati" in un profittevole agire congiunto futuro e che invece li vede quotidianamente impegnati in snervanti “botta e risposta” sulle agenzie stampa.

lunedì 1 marzo 2010

SHANGHAI 2010: MATTEO RICCI SARA' TESTIMONIAL DELL'ITALIA

Una decisione importante, significativa per la presenza italiana in Cina.
Padre Matteo Ricci sara' il testimonial dell'Italia all'Expo' di Shangahi, che si terra' dal 1 maggio al 31 ottobre. Una gigantografia di questo grande intellettuale e missionario campeggera' infatti all'ingresso del padiglione italiano a sottolineare l'attualita' delle via del dialogo con la cultura cinese iniziata 400 anni fa dal gesuita marchigiano.

  E nella metropoli cinese sara' anche riproposta la mostra "A servizio del Signore del Cielo" che ha riscosso nei giorni scorsi uno straordinario successo a Pechino. Un Convegno Internazionale si aprira' domani alla Gregoriana e proseguira' a Macerata con l'intervento del card. Camillo Ruini, presidente del Comitato per il Progetto Culturale . (AGI)

China -. USA: Botta e risposta .... a colpi d'Ambasciatore!!

Interessante il botta e risposta di oggi, anche per le fonti e i luoghi.

Sulla agenzia ufficiale cinese grande rilevanza alle dichiarazioni rilasciate a Washington dall'Ambasciatore Cinese ll'ONU Zhou Wenzhon, che di fatto ha sottolineato come "gli Usa rispettino gli interessi (interni) Cinese" aggiungendo come "non esistono stanze di compromesso" per quanto riguarda i temi di sovranità e integrità territoriale.

A breve giro sulle agenzie arriva invece da Beijing, non dall'Onu o dagli Usa, la "mano tesa" dell'Ambasciatore Americano che dichiara " risolveremo i problemi per rilanciare le relazioni...".

Insomma come dire "quanto fatto dagli americani nelle ultime settimane non è ancora stato digerito, anzi appare chiaro dalle dichiarazioni di Zhou che se gli americani non torneranno ufficialmente sulle posizioni degli accordi sottoscritti nella visita di Obama, difficile che il tutto passi con "una pacca sulla spalla".

Per contro gli Americani hanno perso la parola e hanno lasciato al loro Ambasciatore lo scomodo ruolo di pacificatore di una situazione ingarbugliata in cui si sono andati a ficcare ma che ora sembra non sappiano come uscirne. 

Di seguito il testo delle dichiarazioni dell'Ambasciatore Cinese all'ONU:
China's ambassador to the United States has urged Washington to respect China's core interests and major concerns and abide by the principles enshrined in the three Sino-U.S. Joints Communiques and the Sino-U.S. Joint Declaration.

Sino-U.S. relations have deteriorated recently due to Washington's announcement of weapon sales to Taiwan, President Barack Obama's meeting with the Dalai Lama, and trade disputes between the two countries, Ambassador Zhou Wenzhong said in an interview with Xinhua on Friday.

"The U.S. side should take concrete measures to undo the negative effect," said Zhou, adding that the healthy and stable development of Sino-U.S. relations conforms to the common interests of both countries and peoples.

"There is no room for compromise" on the key issues of sovereignty and territorial integrity, which are specified as fundamental principles in the three joint communiques and the joint declaration, Zhou said.

Overall, Sino-U.S. relations have developed smoothly in recent years, Zhou said. Dialogue and cooperation have been the main stream of Sino-U.S. relations, and respecting and taking care of each other's core interests and major concerns is an important prerequisite for stable development of bilateral ties, he said.

"Both countries should follow the principles defined by the Sino-U.S. Joints Communiques and the Sino-U.S. Joint Declaration, and in particular they should respect each other's sovereignty and territorial integrity, so as to ensure the healthy and stable development of bilateral relations," he said.

At the end of January, the Obama administration announced plans to sell an arms package to Taiwan, which included Patriot missiles, Black Hawk helicopters and minesweepers. On Feb. 18, Obama met with the Dalai Lama in Washington, regardless of China's repeated and resolute opposition to the meeting.

Both China and the United States agree that the fundamental principle of respect for each other' sovereignty and territorial integrity is at the core of the three Sino-U.S. joint communiques and the joint declaration which guide Sino-U.S. relations, and that respecting each other's core interests is extremely important to ensure steady progress in China-U.S. relations.

Neither side supports any attempt by any force to undermine this principle.  
Di seguito le dichiarazioni dell'Ambasciatore Americano in Cina:
"Abbiamo avuto alcune questioni su cui siamo stati in disaccordo, ma siamo stati sempre in grado di risolvere i nostri problemi e fare passi avanti nelle questioni piu' importanti". L'ambasciatore americano a Pechino, Jon Huntsman, esprime cosi' ottimismo sulla possibilita' che Stati Uniti e Cina, dopo i mesi di tensione dovuti prima al braccio di ferro su Google, poi alla vendita di armi a Taiwan, culminate con l'incontro di Barack Obama con il Dalai Lama alla Casa Bianca, possano "ritrovarsi presto" e "concentrarsi sulle questioni di interesse globale per il resto dell'anno".

Intervistato dall'agenzia ufficiale cinese Xinhua a margine di una cerimonia alla Renmin University in Cina, il rappresentante di Washington si e' detto quindi "molto ottimista" sulle relazioni tra Cina e Stati Uniti, dal momento che questo "sono cresciute costantemente" da quando i due paesi hanno ristabilito relazioni diplomatiche oltre 30 anni fa.

Iran/ Israele ha fornito a Cina informazioni su dossier nucleare Per convincere Pechino ad appoggiare le sanzioni

Ecco la nota AP sul viaggio degli Israeliani in Cina. (vedi post precedente)

"La delegazione israeliana recatasi a Pechino la scorsa settimana ha fornito ai responsabili cinesi informazioni dettagliate di intelligence sul programma nucleare iraniano, per convincere la Cina che Teheran sta cercando di fabbricare la bomba atomica. Lo ha detto una fonte diplomatica al quotidiano israeliano Haaretz.

La delegazione, guidata dal ministro per gli Affari Strategici Moshe Yaalon e dal governatore della Banca Centrale israeliana Stanley Fischer, ha cercato di persuadere il governo cinese ad appoggiare un inasprimento delle sanzioni contro l'Iran, fornendo "tutte le informazioni di intelligence a disposizione di Israele", ha detto il diplomatico. Gli israeliani hanno hanno fatto presente ai cinesi che se l'Iran aumenterà il prezzo del petrolio se si doterà della bomba atomica, e la Cina importa dall'Iran una significativa quota di greggio.
"