Partita nei migliori dei modi l’avventura italiana all’EXPO di Shanghai
Sicuramente un grande successo per il prossimo EXPO italiano, ma soprattutto la prova e la conferma, della stima che lega i cinesi agli italiani e Milano in particolare con la Cina
Legate da un gemellaggio oramai trentennale (1979), Milano e Shanghai sembrano ora legate dal destino nel divenire crocevia fondamentali del futuro economico mondiale.
Infatti, mentre Shanghai EXPO 2010 si terrà nella fase che tutti gli economisti ritengono essere di fine crisi e inizio del rimbalzo dell’economia del pianeta, Milano 2015 dovrebbe avere l’onore di essere il momento del consolidamento della crescita iniziata a partire proprio dal 2010.
Un legame tra le due città che quindi va ben oltre i formalismi, un ponte tra passato e futuro, ben rappresentato anche dalle comuni priorità dei rispettivi EXPO: “qualità della vita, innovazione e sviluppo, ambiente”.
Ma veniamo ai numeri” della futura presenza Italiana all’EXPO di Shanghai.
Come illustrato la settimana scorsa alla comunità d’affari Italiana di Shanghai dal Commissario Italiano per l’EXPO, Beniamino Quintieri, alla presenza del Sottosegretario allo Sviluppo Economico Adolfo Urso, il presidente dell’ICE Vattani e l’Ambasciatore Sessa, la presenza italiana all’EXPO di Shanghai sarà da paese protagonista.
Per prima cosa per la dimensione e la qualità degli impianti espositivi: 7000 Mq, con un investimento di circa 8,2 milioni di Euro, a cui vanno aggiunti i materiali che saranno offerti dalle aziende italiane.
Un progetto selezionato dopo una gara europea, che ha visto impegnati 65 studi d’architettura e che ha il pregio di trasmettere il messaggio tutto Italiano, del “Design quale cultura del vivere”.
E’ talmente piaciuto ai cinesi, che ora stanno seriamente pensando di non distruggere il padiglione dopo la chiusura dell’evento, come prassi vigente per ogni EXPO.
A questo aspetto quantitativo si aggiungerà la qualità del programma che verrà sviluppato, totalmente concentrato sulla promozione dei valori “dentro” il Made in Italy, cercando contemporaneamente di sfatare i luoghi comuni che lo circondano.
Un programma direttamente gestito dal Commissariato Italiano per l’EXPO 2010, con l’obbiettivo da un lato, di coordinare al meglio gli interventi delle diverse regioni e dall’altro, dando precise indicazioni e gli obbiettivi che la presenza italiana deve necessariamente raggiungere, selezionare solo i migliori progetti.
La missione della presenza Italiana all’EXPO di Shanghai sarà quindi quella di “portare l’eccellenza italiana e l’essere italiano a 360°, puntando su un futuro fatto di alta tecnologia, cura ambientale e qualità della vita quotidiana”.
Un’importante ruolo in tal senso, lo avrà proprio la Triennale di Milano, che coinvolta nel concept del progetto, contribuirà anche nella fase dell’allestimento del padiglione italiano che vedrà in gara il meglio del Made in Italy.
Questo approccio della presenza Italiana all’EXPO di Shanghai, è in linea con il pensiero esposto nel suo intervento dal Sottosegretario Urso che, nel cercare di inquadrare l’attuale situazione economica, ha spiegato come l’economia italiana, al di là delle sensazioni, nei numeri appare tutt’altro che in declino, semmai in profonda trasformazione.
Infatti, mentre nel passato si è potuta sfruttare la leva del prezzo migliore rispetto ai concorrenti europei ed americani, ora e da tempo, il prodotto Made in Italy, si vende perché, riconosciutane la qualità, è il più caro.
A riprova della trasformazione in corso, il sottosegretario Urso, ha sottolineato poi come a trainare il “recupero” italiano siano proprio i settori che venivano dati per “decotti”, come il tessile-abbigliamento, il cuoio-calzature e arredamento, settori che dopo essersi dovuti pesantemente ristrutturare, ora sono tornati più che mai l’eccellenza italiana nel mondo.
Ad avvalorare tale tesi, il recente dato WTO che definisce come l’economia italiana, in fatto di competitività, sia la 2° a livello mondiale, sorpassata solo dalla Germania.
Ma tornando all’EXPO di Shanghai, che ci si auspica possa rappresentare un momento di svolta importante, lo si può comprendere proprio nelle parole del Commissario Quintieri: “abbiamo recuperato il ritardo!”.
Qualcosa di ben augurante, anche per la non proprio brillante prima fase della preparazione dell’EXPO di Milano.
Infatti, come sottolineato dal Commissario Quintieri, “quando noi italiani abbiamo una data, siamo in grado di tirare fuori il meglio che c’è in noi e riuscire così a superare qualsiasi difficoltà”.
Un’affermazione che sembra quasi il manifesto della partecipazione Italiana all’EXPO di Shanghai e forse, in maniera estensiva, anche per l’intero sistema Italia in questi momenti di crisi.
Infatti al di là delle parole, i fatti sembrano confermare le affermazioni del Commissario per l’EXPO, tanto che ben 3 città italiane Venezia, Bologna ed appunto Milano, sono state scelte tra le 35 “best practises” che i cinesi mostreranno al mondo intero in termini di esempi urbanistici.
Un bel risultato che come ha spiegato il Presidente dell’ICE Vattani, è arrivato anche grazie all’importante azione di contatto e mediazione svolta dall’ICE, che ha permesso alle proposte italiane di essere migliori delle altre, perché rispondevano meglio alle esigenze e alle sensibilità delle diverse giurie OCSE.
L’ICE intende ora proseguire la propria azione di supporto per l’EXPO ed aiutare le aziende italiane nel cercare di utilizzare gli oltre 150.000 spazi comuni, dove le aziende del Made in Italy, potrebbero aspirare ad una vetrina di primissimo piano, fatta di oltre 70 milioni di presenze previste.
In chiusura, il Sottosegretario Urso, ha “presentato” la squadra, i ruoli e gli obbiettivi delle diverse componenti italiane a supporto della internazionalizzazione delle imprese in questi tempi di crisi.
All’ICE è stato assegnato il compito prioritario di concentrarsi sui paesi emergenti, divenendo “testa di ponte” per il sistema italiano nella sua successiva espansione.
La SIMEST, che ha già provveduto ad allargare i tempi di rientro per i propri finanziamenti, ha contemporaneamente agito su una riduzione dei propri tassi, rendendo così ancora più conveniente l’uso di tali strumenti finanziari per l’impresa italiana che intende internazionalizzarsi.
Per finire la SACE, che gioca un ruolo attivo nel garantire, assicurare il credito e quindi partecipare ai rischi paese che le imprese italiane devono correre nella conquista ed espansione dei nuovi mercati.
Milano – Shanghai, due città e due simboli planetariamente riconosciuti.
Ora sempre più l’asse sul quale passerà il futuro del mondo, qualcosa che deve essere “sprone” per continuare a fare sempre meglio e non perdere di vista l’obbiettivo condiviso: “la definizione di un nuovo sviluppo sostenibile”.