martedì 29 maggio 2007

Picture of the day: "Be happy everyday of your life!!!"

--> HOME SWEET HOME!!! <--

News del giorno: Vi ricorda qualcosa?

Segnalo semplicemente questa notizia, apparsa oggi su Shanghai Daily. Credo che il contesto sia lo stesso di fatti accaduti anche in Italia alcuni anni fa e di un male che anche in Italia è molto diffuso ancora oggi: la corruzione.

Qua di seguito il finale di come in Cina hanno risolto la vicenda, all'epoca uno scandalo nazionale.

Riflessione dalla Cina: Problema della droga in Italia.. Soluzione Cinese?

Recentemente in Italia, alcuni fatti di cronaca, hanno riportato al centro dell’attenzione il problema del diffuso uso di sostanze stupefacenti ed in particolare della cocaina.

Come analisi oggettiva del fenomeno, sono inoltre stati diffusi recenti studi sul livello riscontrato, nelle acque dei principali fiumi italiani, delle sostante chimiche riconducibili all’uso delle sostanze stupefacenti. Gli alti livelli hanno dimostrato quanto il problema sia diffuso e profondo in Italia.

Ma a preoccupare veramente sembra che il vero problema in Italia, sia quello di cercare e proporre una concreta soluzione.

E qua iniziano i veri dolori!!

Infatti le diverse discussioni ai vari livelli, giocando sulla “ambiguità” dell’uso personale e della modica quantità, finiscono tutte per perdere di vista il vero problema: per le sostanze stupefacenti non può esistere “modica quantità!!!”.

E’ stato ampiamente dimostrato che il consumo incentiva nuovo consumo, in una spirale di tipo esponenziale.

Visti i risultati del permissivismo intelligente di questi anni, forse, cari governanti italiani, una soluzione alla “cinese” potrebbe essere molto più efficiente delle tante belle discussioni di “teologia liberale”, ma prive di una reale capacità solutiva.

In sintesi: tanto per cominciare si persegue chi la usa, poca o tanta che sia. Questo approccio intende stroncare una domanda che gli spacciatori, in una chiara legge economica della domanda e della offerta, coprono.

Ora, proprio a causa della sostanziale liberalizzazione attuale, i prezzi sono relativamente modici e quindi alla fine chiunque può accedervi. Nel momento che ne diventasse vietato, veramente, qualunque uso, evidentemente i prezzi si potrebbero impennare, causando una prima selezione degli stessi consumatori su una base strettamente economica.

Secondariamente non si manda in galera chi utilizza qualunque sostanza stupefacente, ma ai lavori socialmente utili (nuova versione degli antichi forzati!!). Questo può aiutare non solo a riflettere ma a molti dei drogati è l’occasione di rendersi utili e cercare una ragione di vita diversa da quella fino ad ora vissuta, spesso vuota e riempita solo dalla emozioni che la droga procura.

Questi due punti da soli potrebbero fare molto. Magari potranno risultare impopolari, ma aiuterebbero a definire un diverso approccio generalizzato sul problema, da quello “farsesco” fino ad ora visto in Italia.

Infatti una cosa che si apprende in Cina è che per gestire le questioni principali, occorre essere chiarissimi. Le zone di grigio non aiutano a definire un comune punto di vista sulle fondamentali questioni sociali. E in Italia, la questione della "modica quantità" sta contribuendo a generare solo confusione nella opinione pubblica.

Se poi qualcuno osservasse che le proposte potrebbero scatenare una inutile caccia alle streghe e che la repressione non ha mai dato nella storia alcun reale risultato, forse è meglio sottoporgli le analisi dei nostri fiumi. Una volta l’acqua si poteva bere senza problemi. Ora se la bevi e non ti prendi qualche strana malattia, ti puoi sorseggiare un po’ di qualche “salutare” sostanza.

Ovviamente non basta trovare la sostanza in qualche angolo sperduto di un ripostiglio, per perseguire qualcuno ma occorre che il sangue, i capelli ne confermino un uso reale. La scienza esiste e può evitare facili strumentalizzazioni e la paventata caccia alle streghe.

L’attuale situazione, dimostra che la strada fin qui perseguita non siaquella giusta, visto che alla fine, la droga è diventata a tutti gli effetti uno status symbol (vedi vellettopoli ed altri casi), alla stregua di un auto, un vestito, un gioiello.

Occorre cambiare registro e visto da qua non sembra essere così difficile.

Basta smettere di discutere sul quanto, che sotto sotto intende solo consentire di credere che stiamo salvaguardando la libertà personale. Ma qualche volta proprio per una maggiore libertà, occorre stabilire dei paletti chiari che altrimenti non aiutano a distinguere con chiarezza ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.

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lunedì 28 maggio 2007

"Diventare donna" in Cina .... Oggi...

(Pubblicato su Affari Italiani il 28 Maggio 2007)
Recentemente ero stato invitato ad un evento in onore di un artista italiano a Shanghai, dove il cloù della serata erano le performance della famosa danzatrice cinese Jin Xing.

All'annuncio dell'inizio delle performance tanto attese, chiedo alla mia compagna cinese se la conoscesse. La risposta data fu un lapidario: LUI?

"Ohibò, mi vuoi dire che la danzatrice è un uomo?". "NO: era un uomo. Ora è una donna!".

In questa occasione, per la prima volta, ho avuto modo di confrontarmi in Cina, su una questione che in Italia, è stata recentemente alla base dello scambio di battute “goliardiche” quanto incredibili, tra alcune nostre rappresentanti al Parlamento sull’uso dei bagni di Montecitorio!!!

La Cina sta cambiando sotto tutti i punti di vista, tanto da sradicare antiche millenarie certezze e step by step, sta affrontando anche le diverse problematiche sociali che questo comporta.

Una di queste, forse la più clamorosa, è stata il riconoscere formalmente la legittima esistenza di una sessualità diversa da quella naturale.

In un paese dove il controllo delle nascite è una regola ferrea ancora oggi e se nascevi donna rischiavi di essere eliminata, perchè ritenuta improduttiva, immaginate quanto possa essere stato clamoroso apprendere che un uomo potesse decidere di diventare donna.

Ma non solo: questo agire nei confronti delle neonate ha creato in Cina una vera problematica sociale, generata dal forte scompenso tra il numero di uomini (molti) e quello delle donne (molte meno): gli uomini cinesi hanno la MATEMATICA certezza di rischiare di non riuscire a trovare moglie!.

Ora però in Cina il tema del “diventare donna”, come lo definiscono da queste parti, non è più un tabù da tempo. A dimostrarlo basti ricordare che nel marzo del 2004 è stato celebrato il primo matrimonio di un transessuale.

La vera notizia e sorpresa semmai, è che questo matrimonio sia stato celebrato nella profonda provincia cinese (Sichuan) e non nella opulenta, trasgressiva Shanghai,come ci si potrebbe aspettare.

Occorre precisare, per capire la portata del cambiamento culturale avvenuto, come il tema della sessualità, in particolare quella manifestata in pubblico, sia una questione molto delicata, tanto che il nostro “doppio bacio sulle guance” viene visto dai cinesi come "eccessivamente espansivo!".

Stesso discorso per i baci veri o effusioni tra marito e moglie o fidanzati che sono evitate con la semplice frase: “in pubblico no!”

Infatti in pubblico, il cinese ha regole ferree da rispettare, dettate dalla propria cultura millenaria dei rapporti tra i sessi, più portata a nascondere e a non evidenziare le proprie pulsioni ed emozioni.

Quindi cambiare sesso e per di più manifestarlo in pubblico, è in Cina quanto di più trasgressivo potesse essere fatto.

Non è comunque storia recente. Fin dai primi anni '90 esistono “testimonial” di successo di questo manifestare la propria diversità, esempi arrivati oltretutto a livelli di notorietà che da noi solo recentemente trovano riscontri analoghi.

La storia della danzatrice Jin Xing è quindi emblematica. Ufficiale dell'esercito e stella del balletto come uomo regolare, decide nel 1994 di diventare donna. Immaginate cosa possano aver pensato i governanti cinesi dell'epoca!!!

Eppure il governo di allora, con grande saggezza, decise di non reprimere od oscurare qualcosa che avrebbe potuto intaccare dalle fondamenta anche lo stesso valore dell'esercito e gli stessi fondamenti della società cinese, lasciando che Jin Xing ("Stella d'oro") diventasse la testimonial della danza cinese in tutto il mondo.

Ma Jin Xing è andata oltre: si è sposata, vive a Shanghai e ha due figli, sfidando per la seconda volta le regole governative, quelle del figlio unico vigente in Cina.

Ma una altro evento riportò all'attenzione nazionale la questione del “diventare donna”. Quella della partecipazione di Chen Lili alla selezione per Miss Universo China 2004.

La sua storia è altrettanto emblematica. Chen Yongjun (letteralmente “Soldato coraggioso”!) ha sfilato a lungo come modello nel sud est della Cina .

Nel novembre del 2003 ha fatto l'operazione per diventare donna nello Shangdong (Cina), prendendo l’attuale nome "Lili", ispirandosi alla famosa Trans coreana "Harisu".

Nel febbraio 2004 ha ricevuto dalla polizia di Nanchong (Sichuan), la propria nuova carta d'identità (ID) dove veniva dichiarata ufficialmente DONNA.

Immediatamente dopo, si iscrisse al concorso per Miss Universo China, dove venne fatta partecipare ma solo alla prima fase, “perché NON NATA donna!”.

Insomma per Chen Lili una mezza accettazione di una realtà in continua mutazione ed evoluzione su un tema comunque molto delicato, ma tutto ciò è già molto, una vera rivoluzione, in un paese dove se nascevi donna potevi anche morire.

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sabato 26 maggio 2007

Video of the Day - Chinese Music Video (MV) 瞿颖


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venerdì 25 maggio 2007

Shanghai "Locomotiva della Cina del Cambiamento"


Stampatevi bene in mente questa faccia e questo nome Xi Jinping.

In futuro sentirete ancora parlare di lui. E' l'uomo del post scandalo dei fondi pensione che ha portato di recente alla defenestrazione del precendete presidente del partito della Città, Chen Liangyu e di uomini a lui vicini, come il promotore del circuito di Shanghai.

Xi Jinping ha avuto modo di presentare il suo programma alla cerimonia di apertura dell'annuale congresso del Partito Comunista di Shanghai.

La prima ragione è che già in passato la Shanghai del boom finì per trascinare il proprio sindaco dell'epoca ai vertici nazionali, prima di doversi dimettere per una altra vicenda di gestione dei fondi.

La seconda è che indubbiamente Shanghai, per quanti sforzi Beijing tenti di fare, resta e rimarrà a lungo il centro nevralgico delle economia e della finanza e quindi del potere reale, della Cina del Futuro.

E le parole chiave del discorso di Xi sono state chiare: Expò 2010 su cui scommettere ("che sia indimenticabile") , Società Armonica, Ambiente e sistema legale più efficente.

In particolare ha puntato l'accento su una sempre maggiore modernizzazione della città e nel contempo un sempre maggiore livello dei servizi offerti (come ad esempio i 500 Km di metro entro il 2012), in modo da consentire a Shanghai di competere sempre più a livello internazionale.

Il tutto farcito da ferre regole e controlli sui funzionari di partito e delle diverse cariche pubbliche, affinchè non si ripeta l'ultima esperienza di Chen e Shanghai possa essere la vera locomotiva della Cina del Futuro, quella che ancora deve arrivare.

Quindi ricordatevi questo nome. E' l'uomo della svolta di Shanghai e l'uomo nuovo della Cina di domani.

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Video of the day: Steel Wire Show - Shanghai 2007 AutoExibition

Forza MILAN (2) - "Pippo Mio"

For my Chinese friends this Italian Soccer "Emotions"!! (Pellegatti Show)


And what happend after in Italy:

giovedì 24 maggio 2007

Forza MILAN (Anche se sono Interista!!")

(Pubblicato su Affari Italiani il 24 Maggio 2007)
Stamattina i miei amici cinesi, mi hanno girato "orgogliosamente" gli articoli di giornale on line e in particolare questa foto:
Vagli puoi a spiegare che io tifo per l'INTER !!

Per loro fa poca differenza, è un pezzo di Italia che vince all'estero. Tu sei italiano e quindi pensano che sicuramente ti farà un enorme piacere tutto questo, così come il poter condividere il tuo piacere o contribuire a procurartelo, è un gesto di stima e insieme di rispetto che ti vogliono dare.

Infatti al tuo "Grazie" (magari a denti stretti, da buon interista), ti rispondono con un illuminato "Welcome" che ti spiega tutto sulle loro reali intenzioni. Nessuno sfottò insomma, stile Milanista ad Interista!


Diciamo quindi che stamattina dai cinesi ho ricevuto, probabilmente inconsciamente, una lezione di stile e sportività. Appunto sono Italiano e quindi non posso che essere contento!.

Ripetutamente, però la mia parte italiana si è manifestata e ha cercato di precisare che la squadra più forte è l'Inter, "che tra l'altro ha appena vinto lo scudetto!!" Ma niente da fare!!

Tu devi essere contento per forza. Sei ITALIANO!!

In situazioni come queste, ti rendi conto di quanto siano curiosi i cinesi nell’analizzare le tue reazioni. Sanno che per noi il calcio è molto viscerale e a loro piace vedere come noi reagiamo, farsi trascinare dal nostro entusiasmo, spesso così raro in Cina.

Se avete la fortuna di partecipare agli eventi pubblici o sportivi, vi rendereste subito conto di quanto poco spazio sia dato alla vera spontaneità. La nostra. Quell'essere Italiani che tanto ci caratterizza.
Infatti durante gli eventi, il massimo dell'entusiasmo manifestato dai cinesi è battere, rigorosamente tutti assieme, con le "mani di plastica" o quei lunghi palloncini rigidi che fanno tanto rumore!! Dei cori stile stadio, neppure l'ombra. E tutto ciò sia che sia la cerimonia di apertura di un evento che la finale di un campionato sportivo.

Sembra sempre di essere tra il pubblico di una trasmissione televisiva, con il segnale "applausi", "fischi" inserito!
Comunque sia per il nostro calcio, ed in particolare dopo la vittoria ai mondiali, qua in Cina c'è una vera e propria venerazione e per le strade capita molto spesso di vedere t-shirt o tute delle nostre principali squadre o della stessa Nazionale con un cubitale "ITALIA" e il tricolore su di esse che ti inorgoglisce tanto.
Ma la venerazione, quella vera è in particolare per qualche squadra.

L'AC Milan, come loro la chiamano, è una di queste. . Della Juve sanno che è in serie B e ne hanno seguito le peripezie di quest’anno. Per quanto riguarda l'Inter (Internazionale), fanno fatica a pronunciarne il nome, vista la presenza della "mitica erre", così difficile da pronunciare da queste parti!
Sarà anche difficile da pronunciare, ma quando l’anno scorso è andata in onda una partita di precampionato dell’Inter (Amichevole), l’audiance fu di circa 54 Milioni di Cinesi!!.

Ancora oggi questo è il record di pubblico per quanto riguarda una squadra Italiana per singolo match, che rende l’Inter la “più amata dai cinesi” (Piccola rivincita), più dell’AC MILAN o della Signora (la Juve).
Quando quindi sanno che arrivi da Milano, per rompere il ghiaccio il calcio è il primo tema utilizzato e il dizionario conosciuto raccoglie in ordine sparso: AC MILAN, INTER, MALDINI, DEL PIERO, JUVENTUS, PARMA, LAZIO….!!.
Comunque sia: Forza Milan!! Forza Italia... (Vagli poi a spiegare che in Italia questo è il nome di un partito politico. Tutto inutile. Tu sei ITALIANO!!!)





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mercoledì 23 maggio 2007

Le diverse "faccie" del Tè

(Pubblicato su Affari Italiani il 21 Maggio 2007)

E’ un luogo comune quello di ritenere la Cina la patria del tè. Ma è banale e riduttivo pensare però alla sola tazza del tè.

Il tè in Cina è ovunque, sempre. Ti accompagna in ogni luogo, in ogni incontro, in una serie infinita di forme e sapori tra loro tutte diverse.

Lo puoi trovare in forma liquida sugli autobus, nei taxi e negli uffici in incredibili contenitori, rigorosamente di vetro, per preservarne il gusto ma lo puoi anche “mangiare” sotto forma di biscotti friabili o cialde gelatinose, utilizzabili in ogni momento della giornata, quando arriva il languorino!.

Ma il tè ti segue anche quando vai a dormire, dentro i cuscini, come la tradizione cinese insegna, per un sonno ristoratore e benefico!!

Noi siamo abituati alla sola forma liquida e alla bustina. Niente di più lontano dal concetto di tè in Cina.

Qua basta un pò di acqua bollente e come abili farmacisti, possono venire prodotte diverse combinazioni di ingredienti per creare un tè assolutamente unico nel gusto e sapore ma soprattutto adatto per a risolvere qualsiasi possibile problematica.

Infatti attingendo dalla loro cultura millenaria di medicina naturale, ereditata anche dalle nuove generazioni, sono noti i diversi effetti a seconda del diverso tè o combinazione di ingredienti utilizzati.

Questo aspetto non lo si ritrova comunque solo nel bere il tè. Infatti quando mangi con un cinese ti verranno descritti gli effetti di pressoché tutti i cibi che si stanno mangiando. Una conoscenza naturalistica ancora diffusa in Cina e tipica dei nostri nonni ma che la nostra cultura industriale ci ha progressivamente fatto perdere.

Ad esempio si beve il tè bianco al crisantemo le rimuovere le tossine quotidiane e anche efficace contro le radiazioni, Tè nero per agire sui rischi di infarto e nelle donne di cancro all’utero o il Tè al gelsomino (Jasmine Tea) per gli occhi quando si deve stare a lungo davanti al pc o alla tv.

Per i patiti delle diete e le cinesi lo sono, c’è il oolong tea, che riduce gli effetti dell’alcool e degli oli e favorisce il dimagrimento.

Ma il tè più usato in Cina è il Green Tea che agisce a livello gastrointestinale e aiuta a digerire meglio i cibi.

Credere nella veridicità degli effetti benefici dei diversi tè sul nostro corpo è facile, quando di recente, con le stesse basi tradizionali, i cinesi hanno regalato il vaccino contro la malaria ai paesi Africani.

Ma anche il tè sta cambiando, come tutto del resto in Cina e rappresenta una cartina da tornasole di quanto sta accadendo.

Ad esempio le Tea House, grandi locali dove, come le nostre enoteche, il mangiare è di contorno al bere tè nelle sue diverse forme ed aromi, stanno profondamente cambiando.

Originariamente erano veri e propri luoghi dove si poteva assistere a spettacoli d’Opera cinese o di acrobati, veri spazi di incontro ed intrattenimento collettivi.

Ora le nuove Tea House sono diventate vere e propri spazi di degustazione ad alto livello e dove al tradizionale Green Tea, ora sono proposte combinazioni sempre più sofisticate e variegate in un allargamento progressivo dei gusti e dei sapori, spesso anche importati da altre nazioni (Uk, Usa, Asia…)

Comunque rigorosamente bollente, solo le nuove generazioni stanno iniziando ad utilizzare il tè freddo, il tè rimane la prima azione quotidiana di ogni cinese e ciò che viene offerto agli ospiti in qualsiasi situazione, esattamente come la nostra tazza di caffè.

Ma i Cinesi vanno oltre. Esiste infatti nell’umorismo cinese una battuta che spiega come il tè non possa mai mancare nella vita dei cinesi.

Il motto è riassumibile in “se hai finito la tazza di tè, stai pur certo che qualcun altro te la riempirà di nuova acqua bollente!!”, tradotto se “vedi una tazza vuota, riempila di acqua bollente, farai sicuramente un piacere gradito a chi lo riceve!!”.

Buon tè dalla Cina a tutti e buona notte, cullati dalle fragranze dei tè d’alta montagna.

Per gli amici Cinesi: 中国是茶的故乡
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lunedì 21 maggio 2007

China Media Lab di Palazzo Lombardia: “Casa comune” della creatività digitale italiana per promuovere il Made in Italy in Cina.

Non è un mistero che in Cina, il maggiore problema per il Made in Italy, le istituzioni e le aziende italiane sia quello di promuovere efficacemente la propria azione, il proprio valore, i propri prodotti in maniera profonda ed incisiva. In due parole fare Marketing e Promozione.

Mancano gli strumenti e le competenze in grado di affiancare i diversi progetti, affinché riescano ad arrivare a sviluppare il business e i risultati economici auspicati, in grado di giustificare gli investimenti necessari.

A soffrire in particolare sono le Piccole Medie imprese italiane e le diverse associazioni o consorzi, spesso non in grado di accedere agli adeguati partners e alle competenze a supporto della propria azione in Cina.

Va pero’ sottolineato come alle imprese italiane manchi una forte propensione ad investire nella innovazione e nelle tecnologie per la comunicazione. Questo fatto tende a penalizzarle nella competizione con le altre imprese nello sviluppo dei nuovi mercati, come quello Cinese.

Per contribuire a risolvere questa problematica e superare questo limite, Palazzo Lombardia promuove la creazione del China Media Lab, laboratorio di cooperazione tra le diverse eccellenze Italiane sul tema dei media e della comunicazione digitale interattiva, per promuovere il Made in Italy in Cina.

Fare fronte comune, fare sistema tra i diversi operatori della comunicazione e della tecnologia a supporto del Made in Italy in Cina, è una necessità sia per favorire lo scambio delle diverse esperienze tra di loro che per contribuire alla ideazione, progettazione e realizzazione di sempre più efficaci strumenti a disposizione delle Istituzioni, Associazioni ed Imprese italiane.

La logistica di Palazzo Lombardia a Shanghai, con i suoi 10.000 mq. su 6 piani, rappresentano lo "Stargate" ideale in grado di unire, connettere direttamente la Cina e l’Italia, poter sinergizzare tra loro sui diversi progetti, consentendo nel contempo alle imprese del China Media Lab, una concreta presenza in Cina.

Come Laboratorio di ricerca, il China Media Lab consente inoltre di creare gruppi di lavoro misti sulle diverse tematiche e/o problematiche, in grado poi di essere condivisi con le imprese, in maniera sistematica ed efficace.

Con il China Media Lab le Associazioni e le Piccole e Media imprese italiane possono accedere e beneficiare alla necessaria scalabilità di servizi per la comunicazione, comparando tra loro le diverse offerte dei diversi partners, servizi adeguati alle proprie disponibilità economiche per raggiungere gli scopi.

Lo spirito cooperativo del China Media Lab, intende contribuire tra l’altro allo studio ed identificazione di nuove e sempre più efficaci strategie di azione a supporto del Made in Italy in Cina, attraverso incontri, eventi, dibattiti e momenti di formazione tra i propri partners, cercando sempre il massimo coinvolgimento delle diverse organizzazioni istituzionali e private, siano esse in Cina che in Italia.

Interconnettere e comunicare è in sintesi la funzione del China Media Lab di Palazzo Lombardia, per favorire una crescente innovazione e competitività delle imprese italiane. affinché la Cina rappresenti sempre più uno spazio di concreta opportunità per le Imprese Italiane e il Made in Italy.


Al China Media Lab possono aderire gratuitamente sia gli operatori delle comunicazione digitale, dell'advertising e delle nuove tecnologie che le stesse imprese, associazioni ed istituzioni in una community, un Laboratorio di progetti in grado di realizzare quella cooperazione tra le imprese italiane attorno ad un progetto comune: la valorizzazione del Made in Italy in Cina.

Per informazioni: China Media Lab ( Palazzo Lombardia – Shanghai)
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venerdì 18 maggio 2007

Cina : L’impatto del gusto

(Pubblicato su Affari Italiani il 14 Maggio 2007)

Quando arrivate in Cina, non stupitevi se la prima domanda che tutti i cinesi vi porranno non sarà se vi piace la Cina, ma “vi piace il cibo cinese?”.

Con il tempo ne capirete la ragione. L'essenza vera della Cina sta infatti nel suo cibo, vera memoria storica di un paese che è passato attraverso guerre e rivoluzioni e dove senza troppe remore si è distrutto qualsiasi cosa, per costruire in nome di un nuovo progresso.

Il cibo è quindi qualcosa che unisce i cinesi più della stessa lingua (più di 50 lingue diverse!!) oltre ad essere una cartina di tornasole del vostro livello di integrazione, della reciproca stima e fiducia raggiunta con la vostra controparte cinese.

Quindi per avere una buona relazione con un cinese (Guanxi), fate in modo di mangiare come lui (comprese le bacchette please!!). Lo apprezzerà più di ogni altra cosa o regalo.

Quindi oltre all’uso delle bacchette, un'altra cosa è fondamentale imparare in fretta per gustare il cibo cinese: lo sgranocchiare e sputare.

Ohibò come mai?? Provate a mangiare le zampe di gallina o di porco, così come i gamberi, vere leccornie per i cinesi, con il solo uso delle bacchette!!.

Normalmente i cibi sono predisposti (tagliati) ad uso delle bacchette, ma se vi arriva una cotoletta intera, non azzardatevi a chiedere forchetta e coltello: incominciate a sgranocchiarla!!.

Oltre agli odori e sapori (spesso molto forti), un altro elemento caratterizza il mangiare con i cinesi: i suoni.

Qua in Cina frequentemente a tavola ci si imbatte in suoni da noi scomparsi ma che appartenevano anche alla nostra cultura contadina: il risucchio della minestra e il mangiare con la bocca aperta, senza distinzione di età o provenienza culturale.

Sulla questione del rutto invece la questione è più controversa. Non è molto frequente, visto che il cibo cinese va giù senza provocare normalmente problemi del genere, ma se accade, non viene visto male, anzi lo ritengono un fatto salutare e come tutte le questioni salutari e naturali, per i cinesi è cosa giusta.

Praticamente tutti i cinesi farebbero quindi impallidire molte le nostre mamme, così come appare chiaro che va gettato al “macero” il nostro galateo, qua totalmente oggettivamente inapplicabile.

La Cina per quanto modernizzata, è ancora fortemente ancorata alle proprie origini contadine e non devono quindi sorprendere questi comportamenti a tavola, così come il cibo rappresenti un linguaggio comune per tutti i cinesi, ed elemento fortemente caratterizzante le diverse identità ed aree geografiche della Cina.

Se scorriamo la Cina da nord a sud, si nota infatti che il piccante (quello vero!!), sia fortemente presente nei cibi del centro nord e lontani da mare ( Sichun, Hunan etc), mentre tende a sparire in quelli del Sud (Hong Kong, Shanghai ...).

State quindi attenti, lo stesso piatto cambia radicalmente a seconda dell'area geografica di provenienza del cuoco!!

Il primo consiglio arrivati in Cina è quello di dimenticarsi quanto appreso nei rassicuranti ristoranti cinesi in Italia. Ricordatevi che in Italia i ristoranti cinesi sono una formula rivista e corretta della cucina cinese, ad uso di noi italiani.

In madre patria tutto è totalmente diverso, prima di tutto nella formula. Non esiste infatti nella cucina cinese il concetto di sequenza delle portate (antipasto, primo, secondo, dessert..), quel crescendo di gusti e ricercate associazioni tra i cibi e liquori, tipico della nostra cucina o di altre cucine occidentali.

Al momento della selezione si procede scegliendo “almeno” un piatto freddo, “almeno” uno caldo (tipicamente carne o pesce), “almeno” una verdura (calda) e una zuppa (con riso o i noodle, i loro spaghetti).

Dico “almeno”, perché a seconda del livello del banchetto, potreste vedere arrivare molti piatti freddi, caldi e così via, in una sequenza apparentemente senza fine.

Comunque dopo aver ordinato, sappiate che il tutto arriverà in ordine sparso, in portate comuni e dovrete prepararvi a passare senza problemi dalla carne al pesce, dal piccante al dolce, in un istante.

Vanno poi ricordate due cose: il riso i cinesi lo usano come il nostro pane, così come tutti i cibi cinesi, tipicamente sono in umido bollente, non sono asciutti.

Questo secondo fatto potrebbe andare bene in inverno. Qualche problema invece lo potrebbe creare in piena estate a 30 gradi all'ombra. Ma non preoccupatevi, vi sarà ordinato dal vostro interlocutore cinese lo stesso fumante piatto o zuppa bollente, senza opportunità di replica!.

Infatti i cinesi bevono litri di acqua calda tutti i giorni di tutto l’anno, dalla mattina, fino a poco prima di andare a dormire. Se provate ad offrire loro qualcosa di freddo, state pur certi in un cortese rifiuto.

In caso di calura, non cercano infatti lo stesso piacere che noi proviamo di una bella bevanda fresca per alleviare il caldo soffocante, stile una pubblicità in voga in Italia qualche anno fa (“Antonio, fa caldo!!”)

Quindi nello stare a tavola con i cinesi si mischiano la cultura millenaria nella scelta degli ingredienti e della elaborata lunga preparazione (molto più di qualsiasi nostro piatto!!), assieme ad un galateo totalmente diverso dal nostro e al quale occorre rapidamente adeguarsi, per cercare di gustare pienamente il pranzo, che altrimenti si trasforma in una difficile esperienza quotidiana.

Comunque se arrivassero cose strane nelle diverse portate, se le mangia il vostro interlocutore cinese potete provare a farlo anche voi, magari chiudendo per un attimo gli occhi.

Ma non stupitevi se davanti alle zampe di rana o altre leccornie cinesi, getterete la spugna, qualche volta lo fanno gli stessi cinesi!!!
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giovedì 17 maggio 2007

Real China .....in Words (About what?)

(This is a real sharing experience about REAL CHINA. I Share it with you....)


中国是茶的故乡,中国茶文化是各国热衷“进口”的文化传播中一段辉煌的历史。茶文化和酒文化不同,酒性如火、热情奔放, 狂野醉人;茶性如水,清雅、内敛,更贴近东方人的性格。


对于中国人来说,不论老幼、健康人或病人、在陆地或海洋,茶对于中国人都是极好的饮料。所谓“茶时”,是早上醒来首先饮一杯,早餐时饮一杯,11点时一边工作一边饮茶或交谈,午餐时当然要饮一杯,1—4点钟即使工作没有做完也要停下来饮一杯,并借此机会检查一天的工作,谈谈明天的工作准备,最后临睡前还要喝一杯。这样一天饮茶六、七次,成了“日常茶饭” 。


这里我要介绍茶的一些天然的功效。


1. 白菊花可以排毒去辐射,排除淤积于体内的毒素, 对体内积存的暑气、有害的化学和放射性物质,都有抵抗、排除的疗效。是每天接触电子污染的办公一族必备的一种茶。


2. 绿茶性味苦寒,能清热、消暑、解毒、增强肠胃功能,促进消化。


3. 红茶有助于抵抗心脏疾病和卵巢癌的侵袭。英国科学家在经过了14年的研究后发现的好消息每天坚持喝红茶,能够让你得心脏病的概率下降11%。根据发表在《美国内科杂志》上的一份来自瑞典的研究,每天只要喝上一杯茶,就能使得患卵巢癌的风险下降24%;喝两杯,风险就能降低46%。


4. 乌龙茶的醒酒效果非常好,它能够减少酒精和胆固醇在体内沉积。此外,乌龙茶还有溶解脂肪的功效。有数据显示,饮用300毫升乌龙茶相当于连续跳绳7分钟,坚持饮用一年可减重2公斤以上。

而今,中国茶结合西方茶文化的优点,沏茶时加奶和糖; 沏茶时加入其他混合花瓣茶以成为一种时尚, 也是中西方茶文化碰撞后产生的绚烂火花。


信息时代人们的生活节奏日趋加快,但是年轻爱茶一族始终保留以饮茶为享受人生和减少压力的一种方式,于是一种“速溶茶”便应运而生。这种茶的特点是,饮茶时既没有茶渣又保持了茶味, 饮用时只要加入开水即可,十分方便。夏季饮用就加上冰块、柠檬和少量蜂蜜,即成冰茶,清凉可口。


泡茶、喝茶是一种生活的享受, 希望大家在品尝好茶的同时一起分享人生的欢乐。
What you feel now?? You are ready for CHINA??

mercoledì 16 maggio 2007

Il giorno del mio compleanno in Cina.


Cara Cina, oggi compio gli anni. E sono 42!!
Di cui l’ultimo passato qua a Shanghai….

Ci sono due modi di passare il giorno del compleanno.
Uno, come molti fanno, facendo finta che sia un giorno come gli altri. (mentendo spudoratamente!!)

Il secondo, come una occasione per rivivere tutti gli anni o riflettere un attimo sul proprio passato, presente e futuro, magari prendendosi qualche minuto del proprio tempo, con un po’ di sana musica classica in sottofondo.

Questo compleanno è diverso dagli altri perché è il primo non in Italia e dopo che la mia vita personale aveva subito radicali e sostanziali mutamenti.

Comunque sia, la cosa che oggi mi ha fatto una certa emozione è stato, aprendo la finestra, vedere sventolare la bandiera cinese.

In un secondo ho capito che il più bel regalo che potessi ricevere o farmi fosse proprio questo : essere qua oggi!.

Il desiderio, il sogno fattosi realtà, lì davanti a tè, riassunto in una bandiera che se anche non è la tua, ora la senti sempre più come la tua seconda casa.

Ma non solo. Da alcuni mesi convivo con una ragazza. E’ speciale, non perché sia cinese e per me sia bella come il sole. E’ speciale perché mi sta insegnando tante cose. La prima, la più importante, la semplicità delle cose normali che in una cultura come la loro è ancora fortemente presente, attuale, in maniera molto diversa dalla nostra.

E questo è il secondo regalo che questa vita, all’alba dei 42 anni, mi ha fatto.

Ritrovare, i ritmi di una vita normale in due, che troppo lavoro, frenesia d’azione e il recente passato avevano fatto dimenticare.

Quel qualcosa che solo se ti fermi a riflettere, capisci quanto sia importante, esattamente come dicono i cinesi “solo se provi ad ascoltare il cinguettio degli uccelli, li potrai ascoltare!”.

Per quanto riguarda i parenti e gli amici italiani, complice il fuso orario, hanno fatto a gara a fare arrivare il messaggio di auguri, il prima possibile. Qualcuno anche il giorno prima (per non sbagliarsi!!).

Tutti molto carini e la cosa è stata molto apprezzata. Questo ti fa però capire che il sogno abbia un prezzo da pagare, la lontananza dagli affetti di una vita.

Comunque fino ad ora, qua in Cina ci sto bene e ora che ho cominciato, all’alba dei 42, ad imparare il cinese, capisci che ai tuoi 22 tutto sarebbe stato più facile!!.

Ma poco importa, stare qua è come rinascere e quindi è solo un piacere quello di cercare di farsi capire senza inciampare sulle Zi 字 o Ci 次 che per noi hanno lo stesso suono, ma che per i cinesi sono totalmente diverse!! Oppure provare a scrivere qualcosa che è più disegnare che scrivere, quando da sempre ti senti negato nel disegno. Un esempio? 爱.. un altro? 挨. Sono due versioni della stessa parola: ai!! Ma solo una vuole dire amore!!

Una menzione per il Palazzo Lombardia, la mia seconda casa in termini lavorativi e un luogo per me molto importante di questo anno in Cina.

Tutti ne parlavano e parlano male, ma se ci stessero un pò dentro, come ho la fortuna io tutti i giorni, capirebbero il valore di un posto che aiuta a riflettere su come costruire qualcosa, più che “imbastardirsi” dietro ai presunti “filoni d’oro”, in una frenesia che conosco del mio passato e che non occorre venire in Cina per vivere tutti i giorni. Bastava stare in Italia!!!

La Cina può e deve essere vissuta, soprattutto a 42 anni, diversamente da quanto si possa fare stando in Italia. Ed è quello che sto facendo tutti i giorni.

Questo è il terzo regalo che mi sono fatto e che mi sta dando soddisfazioni quotidiane, difficilmente replicabili in Italia.

Non nego le difficoltà, quelle di essere lontano da casa, in un paese fantastico ma che non parlerà ne penserà mai come noi in Italia. Ma sono le difficoltà della vita: “è il sale della vita”. Aggiungerei “e anche lo zucchero!.”

Sono la parte bella di una vita che a 42 anni può essere vissuta come ai 22, una seconda volta, dovendo imparare di nuovo tutto, da capo, ma potendo contare sul tuo bagaglio di esperienze vissute nei precedenti 41 anni.

Una vita, dove la noia non sai cosa sia, perché troppe sono le cose da vedere, imparare, fare.

Un paio di rammarichi però ad oggi ci sono.

Il primo è che la distanza ha creato comunque un vuoto nei rapporti con l’Italia. Si capisce quanto sia difficile tenere buoni e profondi rapporti quando manca il rapporto quotidiano, fisico. Ma quelli veri, vedo che resistono, anzi ne escono fortificati dalla lontananza e questo conforta per il futuro.

Oggi la mia realtà non è più quella italiana, ma quella che aprendo la finestra ti si spalanca davanti e che oggi e domani avrà la bandiera cinese come suggello quotidiano, bandiera che guardandola ti spalanca un sorriso, come stamattina.

Poi pazienza se quando vedi arrivare una bandiera italiana o il grana padano, come successo nell’ultimo evento organizzato a Palazzo Italia, vengono fuori tutti i tuoi 41 anni italiani e sai perfettamente cosa significano e cosa vogliono dire quei suoni, sapori e sensazioni.

Il secondo rammarico è vedere in terra cinese gli “italiani stranieri” tra di loro e non cooperanti per cercare di fare una azione di comune accordo, all’unisono, in modo da realizzare più cose concrete di quelle attuali e meglio.

Diciamo che questa è diventata un po’ la mia missione attuale in Cina. Attivare concretamente la cooperazione tra gli Italiani su comuni progetti. Ma questo fa parte del presente e del futuro e la speranza che sia uno dei regali per i 43 anni, sul piano professionale.

Bene. Cara Cina, attuale compagna di vita: tanti auguri di cuore per il 1°anno di tanti anni assieme.