Il giorno del mio compleanno in Cina.
Cara Cina, oggi compio gli anni. E sono 42!!
Di cui l’ultimo passato qua a Shanghai….
Ci sono due modi di passare il giorno del compleanno.
Uno, come molti fanno, facendo finta che sia un giorno come gli altri. (mentendo spudoratamente!!)
Il secondo, come una occasione per rivivere tutti gli anni o riflettere un attimo sul proprio passato, presente e futuro, magari prendendosi qualche minuto del proprio tempo, con un po’ di sana musica classica in sottofondo.
Questo compleanno è diverso dagli altri perché è il primo non in Italia e dopo che la mia vita personale aveva subito radicali e sostanziali mutamenti.
Comunque sia, la cosa che oggi mi ha fatto una certa emozione è stato, aprendo la finestra, vedere sventolare la bandiera cinese.
In un secondo ho capito che il più bel regalo che potessi ricevere o farmi fosse proprio questo : essere qua oggi!.
Il desiderio, il sogno fattosi realtà, lì davanti a tè, riassunto in una bandiera che se anche non è la tua, ora la senti sempre più come la tua seconda casa.
Ma non solo. Da alcuni mesi convivo con una ragazza. E’ speciale, non perché sia cinese e per me sia bella come il sole. E’ speciale perché mi sta insegnando tante cose. La prima, la più importante, la semplicità delle cose normali che in una cultura come la loro è ancora fortemente presente, attuale, in maniera molto diversa dalla nostra.
E questo è il secondo regalo che questa vita, all’alba dei 42 anni, mi ha fatto.
Ritrovare, i ritmi di una vita normale in due, che troppo lavoro, frenesia d’azione e il recente passato avevano fatto dimenticare.
Quel qualcosa che solo se ti fermi a riflettere, capisci quanto sia importante, esattamente come dicono i cinesi “solo se provi ad ascoltare il cinguettio degli uccelli, li potrai ascoltare!”.
Per quanto riguarda i parenti e gli amici italiani, complice il fuso orario, hanno fatto a gara a fare arrivare il messaggio di auguri, il prima possibile. Qualcuno anche il giorno prima (per non sbagliarsi!!).
Tutti molto carini e la cosa è stata molto apprezzata. Questo ti fa però capire che il sogno abbia un prezzo da pagare, la lontananza dagli affetti di una vita.
Comunque fino ad ora, qua in Cina ci sto bene e ora che ho cominciato, all’alba dei 42, ad imparare il cinese, capisci che ai tuoi 22 tutto sarebbe stato più facile!!.
Ma poco importa, stare qua è come rinascere e quindi è solo un piacere quello di cercare di farsi capire senza inciampare sulle Zi 字 o Ci 次 che per noi hanno lo stesso suono, ma che per i cinesi sono totalmente diverse!! Oppure provare a scrivere qualcosa che è più disegnare che scrivere, quando da sempre ti senti negato nel disegno. Un esempio? 爱.. un altro? 挨. Sono due versioni della stessa parola: ai!! Ma solo una vuole dire amore!!
Una menzione per il Palazzo Lombardia, la mia seconda casa in termini lavorativi e un luogo per me molto importante di questo anno in Cina.
Tutti ne parlavano e parlano male, ma se ci stessero un pò dentro, come ho la fortuna io tutti i giorni, capirebbero il valore di un posto che aiuta a riflettere su come costruire qualcosa, più che “imbastardirsi” dietro ai presunti “filoni d’oro”, in una frenesia che conosco del mio passato e che non occorre venire in Cina per vivere tutti i giorni. Bastava stare in Italia!!!
La Cina può e deve essere vissuta, soprattutto a 42 anni, diversamente da quanto si possa fare stando in Italia. Ed è quello che sto facendo tutti i giorni.
Questo è il terzo regalo che mi sono fatto e che mi sta dando soddisfazioni quotidiane, difficilmente replicabili in Italia.
Non nego le difficoltà, quelle di essere lontano da casa, in un paese fantastico ma che non parlerà ne penserà mai come noi in Italia. Ma sono le difficoltà della vita: “è il sale della vita”. Aggiungerei “e anche lo zucchero!.”
Sono la parte bella di una vita che a 42 anni può essere vissuta come ai 22, una seconda volta, dovendo imparare di nuovo tutto, da capo, ma potendo contare sul tuo bagaglio di esperienze vissute nei precedenti 41 anni.
Una vita, dove la noia non sai cosa sia, perché troppe sono le cose da vedere, imparare, fare.
Un paio di rammarichi però ad oggi ci sono.
Il primo è che la distanza ha creato comunque un vuoto nei rapporti con l’Italia. Si capisce quanto sia difficile tenere buoni e profondi rapporti quando manca il rapporto quotidiano, fisico. Ma quelli veri, vedo che resistono, anzi ne escono fortificati dalla lontananza e questo conforta per il futuro.
Oggi la mia realtà non è più quella italiana, ma quella che aprendo la finestra ti si spalanca davanti e che oggi e domani avrà la bandiera cinese come suggello quotidiano, bandiera che guardandola ti spalanca un sorriso, come stamattina.
Poi pazienza se quando vedi arrivare una bandiera italiana o il grana padano, come successo nell’ultimo evento organizzato a Palazzo Italia, vengono fuori tutti i tuoi 41 anni italiani e sai perfettamente cosa significano e cosa vogliono dire quei suoni, sapori e sensazioni.
Il secondo rammarico è vedere in terra cinese gli “italiani stranieri” tra di loro e non cooperanti per cercare di fare una azione di comune accordo, all’unisono, in modo da realizzare più cose concrete di quelle attuali e meglio.
Diciamo che questa è diventata un po’ la mia missione attuale in Cina. Attivare concretamente la cooperazione tra gli Italiani su comuni progetti. Ma questo fa parte del presente e del futuro e la speranza che sia uno dei regali per i 43 anni, sul piano professionale.
Bene. Cara Cina, attuale compagna di vita: tanti auguri di cuore per il 1°anno di tanti anni assieme.