Il fascino della “Prima volta” al Roland Garros. Li Na ha fatto la storia del tennis cinese ed asiatico!
(Pubblicato su Affari Italiani il 6 Giugno 2011)
Una finale oltretutto per noi in famiglia unica: un’italiana (la Schiavone) opposta per la prima volta nella storia ad una Cinese (Li).
Inevitabile la domanda: per chi tifare??
Una questione tutt’altro che banale, visto che a parte le nazionalità a noi “vicine”, entrambe le giocatrici giocavano il loro match con la storia. La Schiavone per fare lo storico Bis e la Li per dare alla Cina e al continente asiatico, la prima vittoria in un torneo del grande Slam.
Comunque fosse andata, per noi era difficile rimanere delusi, anche se devo dire onestamente che tra i due “record”, quello della Cinese era decisamente più carico di emozioni, per quanto da Italiano fosse importante il bis della Schiavone.
La ragione è presto detta: si è fatta la storia, quella con la S maiuscola del tennis cinese ( e dell’intero continente asiatico) e che da questa vittoria avrà sicuramente un’impennata di appassionati e giocatori che vorranno seguire le gesta della Li.
Una finale quindi per noi unica e “diversa”, nella quale non siamo rimasti insensibili alla sincera emozione della Li, che per una volta è apparsa meno “cinese” del solito, non appena raggiunto l’agognato obbiettivo.
Infatti per tutto il match si sono contrapposte la “istrioneria” della Schiavone e la impeccabilità e freddezza agonistica della Li, quest’ultima quasi una “macchina” in grado di dare bordate incredibili per tutto il match, senza mai dare segni di nervosismo o tensione.
Poi è arrivato il Tie-break che ha fatto la storia e tutto è sembrato cambiare: venute meno le “strategie” per entrambe le giocatrici, si è visto un tennis totalmente diverso, con la Li che ha tirato fuori dal cilindro una sequenza di giocate fantasiose, di un cambio di passo di chi voleva fare l’impresa.
Contemporaneamente ad ogni punto della Li, sulle tribune si è assistito allo spettacolo nello spettacolo, che ha visto protagoniste le fino ad allora composte signore cinesi presenti, immortalate nei loro salti di gioia che ti saresti aspettato più dal seguito italiano della Schiavone.
E poi l’ultimo punto, l’urlo liberatorio della Li sdraiata a terra, a cui ha fatto seguito un sorriso senza uguali che non l’ha più abbandonata durante tutta la premiazione ed interviste, un sorriso di chi sa di aver scritto la storia di un paese (ed un continente) e di uno sport che ora potrà ricevere maggiore rispetto da Badmington e Ping Pong, gli sport nazionali della racchetta, dove la Cina (e l’Asia) è abituata a dominare da sempre a livello planetario.
Tra l’altro la stessa Li al tennis vi è arrivata per caso, dopo che aveva infatti iniziato a giocare a Badmington, sulla scia del padre che era un giocatore amatoriale, ma poi il suo allenatore, come racconta la leggenda, nel vederla giocare come se giocasse a tennis, le ha chiesto di “tradire” lo sport nazionale per passare al tennis, sport che però da queste parti non gode delle stessa fama dei sui “fratelli di racchetta”.
Infatti qua i “campioni” e gli eroi da copertina e tv sono i giocatori di Badmington e Ping Pong, così come nelle strade cinesi non è raro vedere le famiglie e i ragazzi giocare a Badmington, mentre i campi da tennis sono desolatamente vuoti rispetto i parametri europei, sia perché più destinati agli ospiti stranieri, ma anche perché non è uno sport ancora nel “sangue” e nel cuore della gente, come invece lo è in occidente.
Per cui dopo l’impresa, la Li sarà ricordata come la pioniera di uno sport ma soprattutto con la sua vittoria, contribuirà a modificare profondamente le regole vigenti, andando oltre le aperture della federazione degli anni scorsi che consentirono per esempio alla stessa Li di poter abbandonare la nazionale e seguire la propria scelta professionistica, così come contribuirà ad una sempre maggiore presenza e peso del tennis nelle Università dello Sport cinesi, quelle che contribuiscono a sfornare i campioni del futuro.
Di fatto contribuirà ad una sorta di “liberalizzazione” e creazione di nuove regole, rispetto a quelle attuali che di fatto limitano non poco i giocatori cinesi, visto il ruolo fondamentale che la federazione riserva alla nazionale e l’idea prevalente di un dilettantismo di fondo per gli atleti cinesi che probabilmente la stessa storia della Li sembra indicare, nel tennis limita le enormi potenzialità dei giocatori cinesi sui campi internazionali che contano.
Infatti l’impossibilità per i giocatori della nazionale di poter percepire sponsor o supporti economici privati, così come non consente loro di scegliersi l’allenatore o il team con il quale sviluppare la propria carriere, sembrano essere limitazioni che la vittoria della Li sicuramente contribuirà a rivedere.
Ma non solo: sicuramente porterà sui campi da tennis molti dei giocatori di Badmington che vorranno emulare la lieta storia della ragazza venuta da Wuhan e diventata per una sera la “Principessa di Parigi”.
Un’emozione unica, che nessun mondiale di Badmington o di Ping Pong sono in grado di offrire!
Ecco perché oggi non mi vergogno nel dire che, per quanto sarei stato comunque contento per il bis della Schiavone, sotto sotto ho tifato per la Li e quel fascino spontaneo e naturale della “vera” prima volta in assoluto che rappresentava.
Se d’ora in poi sempre più cinesi conquisteranno i maggiori tornei sulla terra rossa o addirittura il “sacro graal” del il mitico Wimbledon, tutto ciò sarà connesso a quello che oggi la Li è stata in grado di fare.
“E ora tutti a Londra!”. Questo è il tam tam che si stanno passando gli appassionati di tennis cinesi che sperano nell’incredibile ripetersi delle gesta di quella è che diventata ormai la nuova eroina nazionale!