China-ASEAN Summit/ Entro il 2010 arriva il "Mercato Comune d'Asia"
(pubblicato su Affari Italiani il 30 Ottobre 2006)
Oggi a Nanning (Cina) si incontrano i leaders della ASEAN (Association of Southeast Asian Nations) che comprende i 10 paesi asiatici più attivi, tra cui Indonesia, Thailandia, Filippine, Vietnam e Singapore per festeggiare i 15 anni di partnership con la China.
Al momento la China è per così dire partner strategico, ma dalle interviste rilasciate dai diversi leader, si capisce che la relazione è di ben altro tipo, dato che il tema della discussione è il futuro assetto della ASEAN e le future membership.
Appare evidente che dall’ASEAN dipenda la futura leadership politica ed economica nell’area asiatica e quindi mondiale; vista la sostanziale contrapposizione tra Cina e Giappone sul tema della composizione finale dei membri della ASEAN.
Da una parte la Cina preme verso un ampliamento graduale degli attuali membri ed un eventuale coinvolgimento anche di Giappone, Corea del Sud e Cina stessa, dall’altra il Giappone che spinge verso un allargamento ben più esteso (ASEAN + 6) che comprenda anche India, Australia e Nuova Zelanda.
Coincidenza vuole che, nel fine settimana tra il 3 e il 7 Novembre, saranno a Beijing tutti i leader Africani per il forum China-Africa, che come obiettivo hanno quello di proseguire e consolidare il privilegiato percorso di cooperazione e partnerships in corso tra i loro paesi.
Questo summit di Nanning è stato organizzato inoltre in concomitanza con l’anniversario degli accordi GATT sul libero mercato del 1947 che poi hanno portato, nel 1995, al presente WTO. (World Trade Organization).
Occorre riflettere seriamente su quanto sta accadendo visto che di fatto dal 2010 probabilmente nascerà in Asia il più grande mercato comune al mondo; ad oggi di oltre 2 Miliardi di persone.
Non si fatica anche ad immaginare che questo nuovo mercato comune avrà una sua moneta unica o di riferimento e quale potrebbe essere? Lo Yuan che sta studiando per diventare il dollaro del terzo millennio?
Di certo ci sono gli accordi già sottoscritti tra ASEAN e Cina che ipotizzano come anno di nascita di questo Mercato Comune (Free Trade Area) il 2010 ignorando le misure anti-dumping Ue ed occidentali.
Siamo proprio sicuri nfatti che per quella data i cinesi e gli asiatici in genere continueranno a perdere tempo nel cercare di convincere gli europei ad una parità di condizione e concorrenza nelle transazioni commerciali e nel trading?
E’ ormai evidente e lo si è visto chiaramente nella recente visita del Presidente Francese Chirac in Cina, che i cinesi, punto di riferimento per tutte le economie in via di sviluppo, comincino ad essere seriamente infastiditi dall’approccio occidentale in materia di scambi commerciali.
Infatti durante gli incontri ufficiali, i cinesi in qualità di clienti da svariati Miliardi di Euro (Airbus e Nucleare)delle imprese francesi, hanno esplicitato direttamente a Chirac, senza giri di parole, di sentirsi seriamente danneggiati dalle ultime misure Ue in materia di dazi anti-dumping.
Chirac prontamente, non ha potuto fare altro che affermare che si prenderà a cuore la questione a livello di Ue.
I cinesi però pensano che questa sia stata più che altro, un' operazione di facciata, date le cifre dei contratti e delle collaborazione sottoscritte durante gli incontri bilaterali, ma soprattutto alla luce delle ben note e distanti posizioni su questo tema all’interno della stessa Ue.
Sintetizzando la polemica, i Cinesi ritengono che le ultime misure anti-dumping UE, caldeggiate anche dall'Italia, altro elemento che meriterebbe ulteriori approfondimenti, violano le regole stesse dei trattati del WTO, in quanto finiscono per penalizzare solo la Cina a favore dei suoi concorrenti e degli stessi Europei.
I Cinesi hanno pertanto iniziato tutta una serie di azioni legali a livello internazionale per vedersi riconoscere il principio di reale concorrenza nelle relazioni commerciali e consentire alle proprie produzioni di avere un trattamento adeguato e un maggiore rispetto.
E nel frattempo, nella attesa dei possibili riscontri a queste azioni di diritto internazionale, la Cina che farà?
Semplice, pragmaticamente come da sua consuetudine, si costruisce il proprio libero mercato che da solo è in grado di spostare i futuri equilibri economici mondiali e di compensare qualsiasi decisione possa essere presa in sede Europea.
Solo che stavolta anche gli altri paesi asiatici, come ad esempio il Vietnam e l’Indonesia avranno sbocchi preferenziali su cui contare nel proprio futuro economico nella attesa degli sviluppi delle negoziazioni tra ASEAN e India per aprire l’AIFTA (ASEAN-India Free Trade Area).
Se a questo scenario, aggiungiamo la sostanziale preferenziale capacità di penetrazione dei cinese sui mercati Africani e Sud Americani (Brasile e Venezuela), si capisce che dal 2010 le regole del gioco economico mondiali saranno profondamente diverse da quelle attuali.
E stavolta noi rischiamo seriamente di non essere più in grado di inseguire il carro Asiatico che sembra aver messo da tempo decisamente la quinta.
Oggi a Nanning (Cina) si incontrano i leaders della ASEAN (Association of Southeast Asian Nations) che comprende i 10 paesi asiatici più attivi, tra cui Indonesia, Thailandia, Filippine, Vietnam e Singapore per festeggiare i 15 anni di partnership con la China.
Al momento la China è per così dire partner strategico, ma dalle interviste rilasciate dai diversi leader, si capisce che la relazione è di ben altro tipo, dato che il tema della discussione è il futuro assetto della ASEAN e le future membership.
Appare evidente che dall’ASEAN dipenda la futura leadership politica ed economica nell’area asiatica e quindi mondiale; vista la sostanziale contrapposizione tra Cina e Giappone sul tema della composizione finale dei membri della ASEAN.
Da una parte la Cina preme verso un ampliamento graduale degli attuali membri ed un eventuale coinvolgimento anche di Giappone, Corea del Sud e Cina stessa, dall’altra il Giappone che spinge verso un allargamento ben più esteso (ASEAN + 6) che comprenda anche India, Australia e Nuova Zelanda.
Coincidenza vuole che, nel fine settimana tra il 3 e il 7 Novembre, saranno a Beijing tutti i leader Africani per il forum China-Africa, che come obiettivo hanno quello di proseguire e consolidare il privilegiato percorso di cooperazione e partnerships in corso tra i loro paesi.
Questo summit di Nanning è stato organizzato inoltre in concomitanza con l’anniversario degli accordi GATT sul libero mercato del 1947 che poi hanno portato, nel 1995, al presente WTO. (World Trade Organization).
Occorre riflettere seriamente su quanto sta accadendo visto che di fatto dal 2010 probabilmente nascerà in Asia il più grande mercato comune al mondo; ad oggi di oltre 2 Miliardi di persone.
Non si fatica anche ad immaginare che questo nuovo mercato comune avrà una sua moneta unica o di riferimento e quale potrebbe essere? Lo Yuan che sta studiando per diventare il dollaro del terzo millennio?
Di certo ci sono gli accordi già sottoscritti tra ASEAN e Cina che ipotizzano come anno di nascita di questo Mercato Comune (Free Trade Area) il 2010 ignorando le misure anti-dumping Ue ed occidentali.
Siamo proprio sicuri nfatti che per quella data i cinesi e gli asiatici in genere continueranno a perdere tempo nel cercare di convincere gli europei ad una parità di condizione e concorrenza nelle transazioni commerciali e nel trading?
E’ ormai evidente e lo si è visto chiaramente nella recente visita del Presidente Francese Chirac in Cina, che i cinesi, punto di riferimento per tutte le economie in via di sviluppo, comincino ad essere seriamente infastiditi dall’approccio occidentale in materia di scambi commerciali.
Infatti durante gli incontri ufficiali, i cinesi in qualità di clienti da svariati Miliardi di Euro (Airbus e Nucleare)delle imprese francesi, hanno esplicitato direttamente a Chirac, senza giri di parole, di sentirsi seriamente danneggiati dalle ultime misure Ue in materia di dazi anti-dumping.
Chirac prontamente, non ha potuto fare altro che affermare che si prenderà a cuore la questione a livello di Ue.
I cinesi però pensano che questa sia stata più che altro, un' operazione di facciata, date le cifre dei contratti e delle collaborazione sottoscritte durante gli incontri bilaterali, ma soprattutto alla luce delle ben note e distanti posizioni su questo tema all’interno della stessa Ue.
Sintetizzando la polemica, i Cinesi ritengono che le ultime misure anti-dumping UE, caldeggiate anche dall'Italia, altro elemento che meriterebbe ulteriori approfondimenti, violano le regole stesse dei trattati del WTO, in quanto finiscono per penalizzare solo la Cina a favore dei suoi concorrenti e degli stessi Europei.
I Cinesi hanno pertanto iniziato tutta una serie di azioni legali a livello internazionale per vedersi riconoscere il principio di reale concorrenza nelle relazioni commerciali e consentire alle proprie produzioni di avere un trattamento adeguato e un maggiore rispetto.
E nel frattempo, nella attesa dei possibili riscontri a queste azioni di diritto internazionale, la Cina che farà?
Semplice, pragmaticamente come da sua consuetudine, si costruisce il proprio libero mercato che da solo è in grado di spostare i futuri equilibri economici mondiali e di compensare qualsiasi decisione possa essere presa in sede Europea.
Solo che stavolta anche gli altri paesi asiatici, come ad esempio il Vietnam e l’Indonesia avranno sbocchi preferenziali su cui contare nel proprio futuro economico nella attesa degli sviluppi delle negoziazioni tra ASEAN e India per aprire l’AIFTA (ASEAN-India Free Trade Area).
Se a questo scenario, aggiungiamo la sostanziale preferenziale capacità di penetrazione dei cinese sui mercati Africani e Sud Americani (Brasile e Venezuela), si capisce che dal 2010 le regole del gioco economico mondiali saranno profondamente diverse da quelle attuali.
E stavolta noi rischiamo seriamente di non essere più in grado di inseguire il carro Asiatico che sembra aver messo da tempo decisamente la quinta.