Berlusconi “visto” dalla Cina
Berlusconi è arrivato a Beijing per partecipare ai lavori del 7° ASEM che deve gettare le basi di una cooperazione Est – Ovest, in vista del prossimo vertice del 15 Novembre a Washington D.C.
Ma come lo vedono Berlusconi i Cinesi che lo ospitano in questi giorni?
Per cercare di capirlo, oltre la formalità e le dichiarazioni ufficiali di circostanza dei leaders cinesi, occorre cercare tra le pieghe del Web.
E senza troppi problemi si trova uno spazio news su SINA, il maggior internet provider cinese, intitolata evocativamente “Italy Premier”, con la sintesi del punto di vista “Made in China” su Berlusconi.
Il giudizio è positivo o negativo?
Beh, siamo sicuri che lo stesso Berlusconi sarà sufficientemente sportivo ed apprezzerà lo humour con il quale è stata descritta la sua vita imprenditoriale, sportiva e politica.
Andiamo però con ordine.
Dopo una sintetica, quanto esaustiva biografia, che mette in evidenza le diverse fasi della sua vita, questa termina con un sintetico, quanto pungente, giudizio sul personaggio: “da avanspettacolo”.
Le battute e l’approccio informale che da sempre caratterizza Berlusconi nelle sue dichiarazioni ed apparizioni ufficiali, sembra non piacere un gran che da queste parti, finendo per essere definite pericolose “sparate”, in grado di creare troppo spesso incidenti diplomatici.
Come dire: “il mondo è già complesso di suo, pesiamo con maggiore attenzione alle parole che usiamo!”.
Per sottolineare ciò, riprese dalle principali agenzie di stampa, vengono quindi sciorinate le principali affermazioni di Berlusconi di questi anni che, corredate da fotografie e relativi sotto titoli esilaranti, finiscono per far credere di essersi imbattuti nella presentazione di un Film comico di prossima uscita, piuttosto che negli scritti e i discorsi di un uomo di stato.
Una accanto all’altra, ecco allora alcune delle famose querelle, quale quella del “paventato corteggiamento del primo ministro finlandese”, l’affermazione che “la civiltà occidentale è più avanzata di quella islamica” o che “in Italia dovrebbero venire liberalizzati i bordelli”.
Ma ai cinesi non è sfuggita nemmeno quella di quando, con trasportata enfasi, Berlusconi ha affermato che “Putin è un eroico sopravvissuto della Battaglia di Stalingrado” oltre ad aver avuto un gran numero di famigliari morti nella battaglia.
Peccato, fa notare l’agenzia cinese, “che Putin sia nato nel 1952, dieci anni dopo la suddetta battaglia e che i suoi genitori fossero tutt’altro che morti in questa eroica battaglia”.
Sembrano lasciare senza parole invece le affermazioni riprese dal Guardian relative a Mussolini “non ha ucciso nessuno” o il recente più goliardico “solo Napoleone ha fatto più di me, ma almeno io sono sicuramente più alto!”
Provando a cercare in maniera più approfondita sulla rete cinese altre note su Berlusconi, si scopre che i commenti sono sostanzialmente simili e tutti negativi, tendendo sempre ad esaltare il “grottesco” delle sue affermazioni.
Ma perché tutto ciò?
La spiegazione è semplice: i Cinesi non si sono ancora scordati delle offensive parole di un paio d’anni fa “in Cina i bambini sono stati cotti per essere usati come fertilizzanti”.
Da allora, stanno ancora aspettando da Berlusconi le “scuse ufficiali”, per parole che hanno profondamente offeso la nazione nel profondo.
E gli effetti di questo, non propriamente entusiastico punto di vista su Berlusconi, non si sono tardate a manifestare anche all’ASEM di questi giorni.
E’ apparso infatti evidente sulle Tv Cinesi come la presenza di Berlusconi fosse considerata quasi di secondo piano, da comprimario di seconda, terza fila, tanto che le immagini sono state ridotte al “minimo sindacale”, senza alcuna enfasi e sempre in coda agli altri leaders presenti.
Ben diverso trattamento ha invece ricevuto la Cancelliera Merkel, tanto che l’ASEM è stato l’atto che ha sancito la fine di qualsiasi crisi nei rapporti tra i due paesi, sottolineato con enfasi dal Presidente Hu Jintao con le parole “l’incontro della Cancelliera Merkel con il Dalai Lama è una questione ormai superata”.
Tornando a Berlusconi, sembra essere comunque una questione a parte, totalmente disgiunta dall’Italia, visto che nei commenti cinesi ci si guarda bene nell’estendere agli italiani comportamenti, affermazioni e modi di pensare, che appaiono un’esclusività del “personaggio” Berlusconi, più che del Primo Ministro Italiano.
Comunque una cosa è certa: piaccia o meno, nessun altro leader politico internazionale ha avuto tanto spazio come Berlusconi, ma temo ciò non sarà d’aiuto per supportare ulteriori velleità internazionali, quali il ventilato sogno all’ONU come apparso in queste ore su Affari o per contribuire concretamente per una sempre maggiore credibilità del sistema paese agli occhi dei leaders cinesi, in un futuro denso di incognite come quello che ci attende nei prossimi anni.
Parafrasando il famoso film di fantascienza “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, il messaggio cinese per Berlusconi sembra essere quello che la diplomazia, quella con la D maiuscola, in grado di aiutare i popoli ad una pacifica convivenza tra loro, sia fatta di “armonici” suoni condivisi, piuttosto che da “stridenti” continue provocazioni.
Ma come lo vedono Berlusconi i Cinesi che lo ospitano in questi giorni?
Per cercare di capirlo, oltre la formalità e le dichiarazioni ufficiali di circostanza dei leaders cinesi, occorre cercare tra le pieghe del Web.
E senza troppi problemi si trova uno spazio news su SINA, il maggior internet provider cinese, intitolata evocativamente “Italy Premier”, con la sintesi del punto di vista “Made in China” su Berlusconi.
Il giudizio è positivo o negativo?
Beh, siamo sicuri che lo stesso Berlusconi sarà sufficientemente sportivo ed apprezzerà lo humour con il quale è stata descritta la sua vita imprenditoriale, sportiva e politica.
Andiamo però con ordine.
Dopo una sintetica, quanto esaustiva biografia, che mette in evidenza le diverse fasi della sua vita, questa termina con un sintetico, quanto pungente, giudizio sul personaggio: “da avanspettacolo”.
Le battute e l’approccio informale che da sempre caratterizza Berlusconi nelle sue dichiarazioni ed apparizioni ufficiali, sembra non piacere un gran che da queste parti, finendo per essere definite pericolose “sparate”, in grado di creare troppo spesso incidenti diplomatici.
Come dire: “il mondo è già complesso di suo, pesiamo con maggiore attenzione alle parole che usiamo!”.
Per sottolineare ciò, riprese dalle principali agenzie di stampa, vengono quindi sciorinate le principali affermazioni di Berlusconi di questi anni che, corredate da fotografie e relativi sotto titoli esilaranti, finiscono per far credere di essersi imbattuti nella presentazione di un Film comico di prossima uscita, piuttosto che negli scritti e i discorsi di un uomo di stato.
Una accanto all’altra, ecco allora alcune delle famose querelle, quale quella del “paventato corteggiamento del primo ministro finlandese”, l’affermazione che “la civiltà occidentale è più avanzata di quella islamica” o che “in Italia dovrebbero venire liberalizzati i bordelli”.
Ma ai cinesi non è sfuggita nemmeno quella di quando, con trasportata enfasi, Berlusconi ha affermato che “Putin è un eroico sopravvissuto della Battaglia di Stalingrado” oltre ad aver avuto un gran numero di famigliari morti nella battaglia.
Peccato, fa notare l’agenzia cinese, “che Putin sia nato nel 1952, dieci anni dopo la suddetta battaglia e che i suoi genitori fossero tutt’altro che morti in questa eroica battaglia”.
Sembrano lasciare senza parole invece le affermazioni riprese dal Guardian relative a Mussolini “non ha ucciso nessuno” o il recente più goliardico “solo Napoleone ha fatto più di me, ma almeno io sono sicuramente più alto!”
Provando a cercare in maniera più approfondita sulla rete cinese altre note su Berlusconi, si scopre che i commenti sono sostanzialmente simili e tutti negativi, tendendo sempre ad esaltare il “grottesco” delle sue affermazioni.
Ma perché tutto ciò?
La spiegazione è semplice: i Cinesi non si sono ancora scordati delle offensive parole di un paio d’anni fa “in Cina i bambini sono stati cotti per essere usati come fertilizzanti”.
Da allora, stanno ancora aspettando da Berlusconi le “scuse ufficiali”, per parole che hanno profondamente offeso la nazione nel profondo.
E gli effetti di questo, non propriamente entusiastico punto di vista su Berlusconi, non si sono tardate a manifestare anche all’ASEM di questi giorni.
E’ apparso infatti evidente sulle Tv Cinesi come la presenza di Berlusconi fosse considerata quasi di secondo piano, da comprimario di seconda, terza fila, tanto che le immagini sono state ridotte al “minimo sindacale”, senza alcuna enfasi e sempre in coda agli altri leaders presenti.
Ben diverso trattamento ha invece ricevuto la Cancelliera Merkel, tanto che l’ASEM è stato l’atto che ha sancito la fine di qualsiasi crisi nei rapporti tra i due paesi, sottolineato con enfasi dal Presidente Hu Jintao con le parole “l’incontro della Cancelliera Merkel con il Dalai Lama è una questione ormai superata”.
Tornando a Berlusconi, sembra essere comunque una questione a parte, totalmente disgiunta dall’Italia, visto che nei commenti cinesi ci si guarda bene nell’estendere agli italiani comportamenti, affermazioni e modi di pensare, che appaiono un’esclusività del “personaggio” Berlusconi, più che del Primo Ministro Italiano.
Comunque una cosa è certa: piaccia o meno, nessun altro leader politico internazionale ha avuto tanto spazio come Berlusconi, ma temo ciò non sarà d’aiuto per supportare ulteriori velleità internazionali, quali il ventilato sogno all’ONU come apparso in queste ore su Affari o per contribuire concretamente per una sempre maggiore credibilità del sistema paese agli occhi dei leaders cinesi, in un futuro denso di incognite come quello che ci attende nei prossimi anni.
Parafrasando il famoso film di fantascienza “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, il messaggio cinese per Berlusconi sembra essere quello che la diplomazia, quella con la D maiuscola, in grado di aiutare i popoli ad una pacifica convivenza tra loro, sia fatta di “armonici” suoni condivisi, piuttosto che da “stridenti” continue provocazioni.