mercoledì 24 gennaio 2007

Made in Italy: giocare la partita dei fatti

(pubblicato su AffariItaliani - 22 Gennaio 2007 e su CorriereAsia - 25 Gennaio 2007)

Egregio De Battisti, ho letto con attenzione quanto da lei pubblicato su Affari Italiani il 20 gennaio u.s.

Non posso che essere d’accordo con lei, come del resto avrà avuto modo di leggere nei miei contributi sul tema pubblicati negli stessi spazi, nei giorni scorsi.

Detto questo, le faccio una proposta: visto che noi italiani siamo bravi a parole, ma poi nei fatti siamo “guelfi e ghibellini” o peggio scaricabarile, le propongo, visto che condividiamo le basi e i possibili rimedi, di dare inizio ad un primo limpido, concreto esempio di cooperazione, che vada oltre le semplici opinioni e suggerimenti, belli ma spesso sterili o fine a se stessi.

In particolare ho apprezzato l’invito alla azione che qua in Cina, da dove le scrivo, appare quanto mai urgente e all’ordine del giorno.

La Cina è possibile vederla come una “palestra” nella quale fare gli esercizi e le sperimentazioni necessarie (laboratorio), per poi applicare i risultati ottenuti in tutte le altre presenze internazionali: creare qua un modello di azione da esportare, lontano dal “chiacchiericcio” italiano.

Vedo che fa parte di un gruppo di studio e formazione che fa esplicito riferimento all’attuale Ministro dei Beni Culturali e Turismo.

Per quanto mi riguarda, personalmente faccio invece esplicito riferimento al Palazzo Lombardia di Shanghai, per il quale mi occupo di Innovazione e Sviluppo.

Ma prima di tutto sono un imprenditore italiano in Cina.

Per dare concretezza alle nostre parole, le propongo quindi di dare inizio alla sana “politica del fare”, dando esempi concreti, molto contagiosi per poter cambiare le cose, ai quali magari seguiranno realmente altri e i personaggi da lei citati.

Le chiedo pertanto di cooperare affinché il Ministero Beni Culturali, il Governo Italiano e l’ICE diano in tempi rapidi inizio ad una serie di concrete cooperazioni con il Palazzo Lombardia, ad oggi la più grande presenza italiana in tutta la Cina (6 piani e 10.000 metri quadri, tutto rigorosamente di proprietà italiana).

Suggerisca al Ministro, di attivare rapidamente una presenza (Desk) al Palazzo sul tema Turismo e Beni Culturali. Mi rendo fin d’ora disponibile personalmente anche per ridurre al minimo gli impatti connessi ed evitare le sterili discussioni frequenti su queste tematiche, quali quella dei funzionari, i costi di trasferta etc.. visto che in questo caso (in gioco ci sono i valori nazionali) i costi non sono e non possono essere il problema.

Palazzo Lombardia esiste da 10 anni ed è stato ristrutturato di recente, creando una bellissima hall per eventi e manifestazioni (ultimo evento realizzato il 18 e 19 Gennaio u.s.).

Il personale lo abbiamo già e i contatti con gli apparati governativi nazionali e locali cinesi sono già attivati da tempo, oltre che essere già riconosciuti dal governo cinese in maniera esplicita, come spazio ove realizzare concrete cooperazioni tra i due paesi.

Serve solo la volontà italiana, tra gli italiani, di voler cooperare in questi spazi italiani, applicando il suo “tutti per uno”, slogan che vado ripetendo quotidianamente nelle mie relazioni ed incontri qua in Cina (“Together is Better”).

Questa nostra azione potrebbe ad esempio da subito aiutare ad incrementare le sinergie e le cooperazioni con i Tour Operators cinesi, con i quali abbiamo GIA’ attivato partnership per attività azioni di Outgoing verso l’Italia.

Dirò di più, i Tour Operators cinesi si sono resi anche disponibili per mettere una propria presenza all’interno del palazzo stesso e cooperare quotidianamente nel realizzare attività di promozione, producendole assieme, del Made in Italy italiano.

La cosa appare fondamentale e strategica, visto che ad oggi il mercato turistico cinese è interdetto (chiuso) alla aziende italiane dalle attuali regolamentazioni cinesi. Per cui solo un tour operator cinese può offrire direttamente ad un cinese una qualsiasi destinazione italiana (tralascio poi i noti problemi relativamente al rilascio dei visti e alla deprecabile situazione in cui versa attualmente il consolato italiano a Shanghai….).

Mi fermerei qua, ma le anticipo che sono da subito attivabili anche altre iniziative e di promozione del Made in Italy (Agroalimentare, Fashion, Trasferimento tecnologico …), che possano beneficiare degli spazi che il Palazzo Lombardia in Cina può rendere disponibili DA SUBITO (Fiere e B2B organizzabili quotidianamente!!).

Chiudo con una provocazione: perché non cooperare affinché si rinomini il Palazzo Lombardia in Palazzo Italia e vedere finalmente le regioni italiane cooperare assieme, marcando stretto (con metafora calcistica) il palazzo Germania a soli pochi chilometri di distanza, nel quotidiano derby Europeo??

Costa poco, è fattibile e soprattutto si può fare subito.

“Ci vuol poco, che c’è vò??”.

Nel ringraziarla della attenzione, le auguro da Shanghai. il meglio da questo anno appena iniziato e mi rendo disponibile per qualsiasi ulteriore cooperazione che sia in grado di realizzare quello che in tanti, in Italia e all’estero, si auspicano da tempo: recuperare l’orgoglio di essere italiani!!!

Prima di salutarla le invio il “segreto” della Cina delle meraviglie (la crescita attuale) che inspiro quotidianamente:
“Non importa pensare i grandi cambiamenti, ma ricordarsi sempre che anche i piccoli passi, tutti nella stessa direzione, portano sempre da qualche parte. Solo dopo, si scopre di avere realizzato un grande cambiamento.”

Tradotto per la situazione italiana: forse in Italia stiamo pensano troppo senza fare realmente nulla.

Memori della nostra storia passata, mentre Roma discute (le questioni dei “bilancini” politici locali italiani cui fa cenno), Sagunto (il nostro Made in Italy in giro per il mondo) viene espugnata!!

Cordialmente
Alberto Fattori