Milano 2015: sarà un modesto expo (stampa Cinese)
E' ufficiale: l'Expo di Milano sarà un’edizione modesta.
A dichiararlo è la stampa cinese, dopo gli incontri avuti con Giuseppe Sala, Amministratore per l'EXPO 2015, in visita con il Presidente Diana Bracco all'Expo di Shanghai.
Se comparata con quella Cinese, Milano sarà quindi un'edizione "modesta" prima di tutto nello spazio utilizzato: solo 1,7 chilometri quadrati (Shanghai 5,28 chilometri quadrati).
Nelle presenze attese: solo 20.000 milioni, di cui il 30% dall'estero (6 milioni), mentre Shanghai ora ha toccato oggi i 52 Milioni di visitatori, sui 70 attesi e che difficilmente saranno raggiunti nel prossimo mese e mezzo.
I dati italiani sull’Expo 2015 hanno molto colpito i cinesi (e anche noi italiani), visto che tra l'altro smentiscono completamente le premesse e le promesse della vigilia, dove si parlava di ben 29 Milioni di turisti durante i 6 mesi dell'EXPO ed una media giornaliera attesa di soli 111.000 visitatori (contro i 160.000 fino ad ora dichiarati).
La presenza dei responsabili di Milano 2015 a Shanghai è connessa alla loro volontà di comprendere come gestire un evento su grande scale, analizzando le problematiche dei diversi partecipanti e cercare di trovare suggerimenti e spunti per il master plan che si sta approntando.
Il tema scelto "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita", connesso alle questioni alimentari e sicurezza alimentare, sulla carta era intrigante, ed infatti ha trovato l'appoggio della BIE, ma ora che si sta cercando di metterlo in pratica, dalle analisi di parecchi addetti ai lavori, sembrano emergere molte debolezze e rischiosità.
Per esempio, l’essere più un happening, privato di luoghi fisici chiari e riconoscibili, come sono i tradizionali padiglioni, rischia di mettere in dubbio le stesse ragioni di una presenza di massa, soprattutto per la presenza italiana che dai dati esposti oggi, dovrà fare la parte del leone per salvare i risulatati.
Visto l’ingresso a pagamento, ritenete possibile che ben 14 milioni di italiani si sobbarchino l'onere di visitare quello che, scherzosamente, in tanti chiamano già “l’orto di Letizia”(Moratti)?
Proviamo allora a fare qualche parallelo con un evento simile sempre italiano; Genova del 1992.
Svoltosi in momenti ben diversi da quelli attuali e su un tema “decisamente mondiale”, come era la ricorrenza dei 500 anni della scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo, durò 3 mesi, dal 15 maggio al 15 agosto.
54 nazioni presenti con il risultato di solo 800.000 visitatori sui 3 milioni previsti (e del 1.7 milioni dichiarati inizialmente), con un incasso di 13 miliardi di lire (contro i previsti 45 miliardi).
Per la cronaca, Shanghai Expo 2010 fa i visitatori di tutto l'Expo di Genova in sole 2 giornate medie, qualcosa che dovrebbe fare riflettere a fondo i responsabili italiani, sul fatto che non esista, al momento, alcuna possibilità di comparare quanto è stato allestito in Cina con quello che si pensa di allestire in Italia.
Non solo, un altro paragone sembra gettare ombre sul futuro di Milano 2015 ed è il precedente di Expo di Saragozza nel 2008: 106 nazioni presenti e solo 5,6 milioni di visitatori (dei 10 previsti), tra l'altro con un programma di eventi che in qualche maniera sembra essere simile a quello che appare negli obbiettivi di Milano.
Ma è guardando “dentro” i dati spagnoli che si vede che qualcosa potrebbe non tornare anche a Milano. Infatti dei 5.6 milioni visitatori di Saragozza, ben il 56% erano di Saragozza, il 38% dal resto della Spagna e solo il 4,45% dall'estero.
Come dire, sicuramente l'Italia potrebbe esercitare un "fascino maggiore" per i turisti, ma se il programma riscuote scarso interesse, non ci sono “fanfare” che tengano, l'evento viene snobbato anche se un EXPO.
E ora, tutta questa modestia, di fronte ai "campioni cinesi", sicuramente preoccupa, anche alla luce del fatto che ad oggi, a differenza di come fecero i cinesi a suo tempo, Milano non ha nemmeno iniziato nessuna delle attività necessarie, visto che ancora sui terreni esistono vertenze e litigi a cui non sembra si sia ancora trovato una soluzione.
Speriamo solo che Milano (e l'Italia),come spesso capita a noi Italiani nei momenti di crisi, sia in grado di tirare furori il "Jolly", magari mettendo le mani sul piano operativo attuale che non sembra essere adeguato e che si possano smentire i trend passati non favorevoli per Milano e in futuro poter ricambiare la visita della "delegazione" dell'Expo 2010 a Milano, potendo mostrare il "gioiello italiano".
Un sogno? Ma la speranza è sempre l'ultima a morire....