Happy Birthday Cina!!! (60 anni!)
Oggi la Cina si è fermata per assistere alla Grande Parata e festeggiare i 60 anni di quello che loro chiamano la “Nascita della Nuova Cina”, la nascita della la Repubblica Popolare Cinese il 1 Ottobre 1949.
Un evento nell’evento, che ha sancito, ricordato, ripercorso, evidenziato i passaggi fondamentali della storia recente di una nazione fortemente multietnica, che non bisogna dimenticarsi, caso unico sul pianeta, affonda le proprie origini direttamente e in maniera ininterrotta, in ben 4.000 anni di storia dell’uomo.
Un miliardo e 300 milioni di persone che come dei viaggiatori del tempo, sulla nave chiamata “motherland” hanno saputo attraversare il mare della storia ed affrontare tutte le tempeste: guerre, carestie, dolori, sofferenze ed ora, tutti assieme, si sono ritrovati per farsi questi auguri speciali, quali compagni di un’avventura che sembra essere solo all’inizio.
Il “racconto” di questa festa non a caso è partito da una parata militare, che solo uno stolto può pensare che sia solo una prova di “forza” che la Cina ha voluto dare al mondo.
Per i cinesi oggi è stato il momento che ha evidenziato la raggiunta maturità del paese.
Infatti tutte le tecnologie usate, carri armati, aerei, missili, veicoli, sono tutte rigorosamente Made in China.
Ciò significa che per la prima volta nella sua storia, la Cina potrà difendersi da sola, senza il bisogno di alcun aiuto esterno.
E’ un punto importante, decisivo, che sottolinea l’avvenuta realizzazione delle due priorità che assillavano tutti i cinesi: dare da mangiare a tutti, potersi difendere da chiunque.
Infatti la “Nascita della Nuova Cina” il 1° Ottobre 1949 avvenne dopo quasi 100 anni turbolenti, dove si sono succedute invasioni, conquiste, divisioni, spaccature, guerre civili, senza che i cinesi potessero realmente autodeterminare il proprio destino.
In particolare l’inizio del ‘900 era culminato con i massacri di Nanchino e il vero e proprio genocidio e riduzione in schiavitù di un intero popolo dopo l’invasione dei Giapponesi, che addirittura assoldarono l’Ultimo Imperatore Cinese ai propri voleri.
Immagini e ricordi che ancora toccano nel profondo il cuore e le menti di qualsiasi cinese.
Bene, oggi veder sfilare, per la prima volta in pubblico, l’ultima generazione di carri armati come il mitico Type 99, vedere sorvolare la piazza dagli aerei d’ultima generazione come il caccia multiruolo J-10 o veder sfilare le diverse generazioni di missili compresi gli ultimi missili nucleari tattici intercontinentali, è stato soprattutto un segnale di serenità per l’intero popolo: “in futuro non dovremo più temere le sofferenze del passato”.
Non solo, la presenza massiccia delle donne nei reparti, come le ormai celeberrime donne pilota dei caccia cinesi, un vanto per le forze armate cinesi, ha evidenziato come tutti, ma proprio tutti, siano coinvolti nelle nuova organizzazione militare del paese, che non va dimenticato, a differenza che da noi, hanno anche il ruolo di protezione civile in caso di calamità naturale..
In una Cina proiettata nel 3° millennio ma fortemente radicata sul proprio passato, questa cerimonia è stata lungamente attesa e preparata in tutti i suoi dettagli.
Da mesi i plotoni delle diverse armi si preparavano in maniera certosina, per quei pochi minuti di sfilata, preparazione che doveva portarli a sfilare “come fossero un corpo unico”.
Da giorni sulle televisioni cinesi veniva mostrato il percorso di formazione di questi privilegiati che per arrivare ad oggi si sono sottoposti ad un massacrante training fatto di marce infinite ed esercizi durissimi.
Basti pensare che, per sfilare poche centinaia di metri in piazza Tienanmen, ogni componente di questi plotoni ha fatto qualcosa come 10.000 Km. di marce, indossando spesso pesi alle gambe per fortificarne i muscoli o sottoponendosi a test con macchine speciali per misurare il sollevamento della gamba nel passo marziale che doveva ed è stato oggi perfetto.
La Cina si è quindi appassionata attorno a questi racconti e ai dettagli del “dietro le quinte” di una parata di questa importanza e portata storica. Così ora tutti sanno per esempio che un plotone in marcia, le linee che devono essere perfette non sono solo 2, frontale e laterale, ma anche la diagonale deve essere perfetta.
Una perfezione che fa parte del profondo della Cina millenaria. Qualcosa che in Cina è comunque cosa nota fin dalla elementari, visto che più o meno tutti hanno partecipato alle manifestazioni pubbliche dove tutti assieme sanno comporre immagini, parole, attraverso l’uso di diversi pannelli colorati che opportunamente mossi, consentono a centinaia di migliaia di persone di poter scrivere, disegnare qualsiasi cosa.
Quindi un vera arte, tutta cinese, che anche oggi ne hanno fatto sfoggio, così che centinaia di migliaia di persone hanno alternato scritte, messaggi ed immagini per tutte le 2 ore e mezza della parata, il tutto con il sottofondo della banda dell’esercito cinese composta da circa 2000 componenti.
A questi si sono poi aggiunte le voci di decine di migliaia di coristi, in un’atmosfera, dove praticamente tutti i presenti nella piazza, anche gli invitati sugli spalti, avevano un ruolo o comunque la volontà di partecipare, lasciare il segno in una giornata così memorabile.
Ed oggi è accaduto qualcosa segno dei tempi: durante la sfilata, alcuni degli ospiti sulla terrazza da dove Hu Jintao e i massimi esponenti del governo cinese assistevano alla cerimonia, una volta vistesi sui maxischermi che erano in piazza, si sono lasciati prendere e hanno lanciato qualche saluto alla telecamera.
Un gesto che chiarisce il senso di una festa di piazza, dove tutti erano protagonisti ovunque fossero e che potranno dire negli anni a venire: io c’ero.
E infatti in tanti hanno voluto esserci, visto che dopo la parte marziale in piazza è stato come se fosse arrivato il carnevale, tanto erano colorati, festanti i carri delle diverse città, province e gruppi di giovani che hanno monopolizzato la seconda parte della parata.
Quella dove, senza troppa nostalgia ma sincera lealtà storica, è arrivato in piazza anche un enorme ritratto di Mao, al quale è poi seguita la registrazione dello storico annuncio fatto dalla stessa piazza, quello che sanciva la nascita della Repubblica Popolare Cinese, oggi, 60 anni fa.
Così come fatto anche per DengXiaoPing, eroi del passato, a cui oggi è stato dato il tributo di piazza di una Cina che però va avanti e non si ferma radicalizzandosi nel loro ricordo, ma che non si scorda di come la Cina di oggi è comunque figlia di un proprio passato, fatto si di 4.000 anni ma che nel ‘900 e soprattutto negli ultimi 30 anni, ha incominciato a correre ad una velocità fino ad allora inimmaginabile.
Se volessimo quindi cercare una sintesi o meglio il significato di tutto ciò che si è visto oggi, questo lo si ritrova nella oramai tradizionale cerimonia della rivista delle truppe, fatta dal Presidente cinese in piedi su una macchina, così da percorrere in pochi minuti gli oltre 3 chilometri dove le truppe sono schierate pronte a sfilare.
La frase di rito usata prima da Deng Xiao Ping e poi da Jiang Zemin e oggi da Hu Jintao pronunciata ogni volta che si arrivava all’altezza di uno dei plotoni pronti a sfilare è: “Salve Compagni!. Compagni, si lavora duro!”.
In risposta ogni plotone risponde “Salve Leader! Noi serviamo il popolo”.
Un rito ripetuto oggi per ben 44 volte, quanti erano i plotoni in rappresentanza delle diverse armi e gruppi speciali presenti alla sfilata.
Una frase che da queste parti non è affatto retorica del passato ma ancora oggi è l’essenza del pensiero che ogni cinese condivide e che potremmo riassumere con il più occidentale: “Together is better!”
Si perché la Cina è e sarà sempre una squadra, un corpo che si muove all’unisono. Un valore di cui i cinesi vanno fieri e che oggi la “Grande Parata” ha ancora dimostrato essere il valore fondante anche della Cina contemporanea e futura.
Quindi non possiamo anche noi che fare i nostri e sentiti: “Tanti Auguri Cina!!”