mercoledì 7 marzo 2007

Made in Italy: pensare con i loro "occhi"


Quando si arriva in Cina, la prima apparentemente banale, sconvolgente sensazione che si prova, è il sentirsi circondati da questa selva di occhi, così diversi da quelli a cui siamo abituati a vedere.

Qui in Cina gli occhi ti guardano in maniera del tutto diversa, sanno incantarti, stupirti, disorientarti. Ti esplorano e puoi “sentire” il loro sforzo nel cercare di comprendere, di capirti.

Anche se non si apre bocca, da questi occhi, così diversi, si capisce che parlano una lingua sconosciuta.

Sanno sorridere, farsi sorprendere, avere paura, essere seri, ma in maniera molto diversa dai nostri.

Si dice sempre che gli occhi siano lo specchio del cuore e della mente. In Cina questa cosa appare quanto mai vera, concreta e reale.

Mai come in Cina gli occhi sono così importanti, anche perchè spesso la loro cultura millenaria suggerisce spesso il silenzio, alla parola.

Quindi spesso gli occhi sono il solo modo attraverso cui è possibile comunicare e la cosa appare ancora più vera quando si è stranieri.

Ma “occhio” a pensare che tutto ciò sia solo un modo di dire. Il mondo Cinese è prima di tutto un mondo interiore, spesso fatto di tempestosi silenzi e calde silenziose emozioni che vanno capite per non rimanere isolati da tutto ciò.

Il problema dei cinesi è che spesso alle loro emozioni interiori non trovano le giuste parole e spesso rimangono profonde sensazioni senza suoni. Il nostro problema in Cina è invece che rimaniamo spesso disorientati da questo apparente silenzio alle nostre orecchie, così abituate ai “caldi” suoni.

La Cina ti insegna una cosa fondamentale, il piacere del sapere ascoltare, “l’ascolto” degli occhi.

Ecco che allora questo mondo, inizialmente così oscuro, si trasforma e diventa pieno di suoni e colori che non si sa dove fossero nascosti, quasi fossimo diventati “sordi”, la stessa sensazione di quando si fa una immersione sotto l’acqua e tutto appare così diverso ai nostri sensi.

La Cina va rispettata per questo modo diverso di porsi e va capita prima che cambiata.

Bisogna anche ricordarsi sempre che le emozioni forti li spaventano sul serio. Non è una battuta!!.
Nell'incontro tra noi e loro, occorre tenere presente che è come se improvvisamente fossero posti di fronte ad una sconosciuta luce intensa, accecante.

Le sensazioni che per noi sono piacevoli, a loro possono provocare dolore.

Quindi bisogna stare attenti a credere che basti il nostro essere italiani ad appassionarli.
Tutt'altro, spesso il nostro essere “caldi” e stimolanti crea più problemi che vantaggi, siamo temuti per questo saper essere “accecanti”.

I tempi necessari per abituarsi a assaporare il nostro “sole”, non sono rapidi ne immediati. Occorre dare loro gli "adeguati occhiali da sole" e fargli provare solo piacevoli emozioni quelle che a noi appartengono da sempre, senza che questo provochi un dolore, una ferita interiore che finisca per tenerli lontani in futuro..

Sono come i bambini che aprono gli occhi ad un nuovo mondo. Non dobbiamo tempestarli, assediarli ma farli sentire poco alla volta a proprio agio.

Come? “Parlando” ai loro occhi, con il rispetto del pari. Non sono un popolo da colonizzare o inferiore, sono un mondo, un altro mondo che si è aperto rapidamente a noi e che vuole capirci, ma con la stessa velocità sa chiudersi in sé, per non aprirsi più in futuro.

La Cina va creata, sviluppata con maggiore umanità di oggi, dando agli affari uno spessore che renda la nostra offerta più convincente, prima di tutto sul piano della qualità della vita presente e futura.

Questo è il nostro Made in Italy, un percorso, una esplorazione che va proposta quotidianamente, con passione e attenzione ma soprattutto il profondo rispetto di questi occhi.

Spesso tutto questo in Cina noi Italiani non ce lo ricordiamo e molti sbottano perchè si dice “non sanno capirci”, come se gli stupidi fossero loro.

La notizia è che gli stupidi siamo noi, che pensiamo che il nostro mondo sia il solo possibile, il solo esistente, l’unica proposta: nulla di più errato.

Quindi, guardiamoli negli occhi e cerchiamo di sorridere loro. E’ quello che si aspettano da noi, basta ricordarselo anche se lontani dalla nostra Italia.