lunedì 29 giugno 2009

Titoli Usa spazzatura in circolazione?? A rischio l’equilibrio mondiale!!

Spesso le notizie “vere” si nascondono tra le pieghe del “non detto” mediatico.

Una di queste, clamorosa, sembra confermare che la crisi finanziaria, al contrario della rassicurazioni ufficiali, sembra tutt’altro che in via di soluzione.

I fatti: ieri su Bloomberg vengono battute le dichiarazioni di Stephen Meyerhardt, portavoce del dipartimento del Debito Pubblico di Washington, secondo il quale “i titoli sequestrati a Ponte Chiasso, in Italia, dalla Guardia di Finanza il 4 giugno scorso, sono “chiaramente falsi”.

Ma che cosa è successo il 4 giugno alla frontiera tra Italia e Svizzera di così importante?

La Guardia di Finanza Italiana a Chiasso, in un controllo di routine, ha sequestrato a due giapponesi, Bond Americani per un valore di 134,5 miliardi di dollari.

Tali titoli erano sotto forma di 249 certificati della US Federal Riserve, da 500 milioni ciascuno e 10 “Kennedy Bond” ed altri titoli emessi dal Tesoro americano, ciascuno del valore di un miliardo di Dollari.

La prima cosa che colpisce è il fatto che il più grande caso di traffico illecito di valute della storia, non abbia avuto alcun rilievo sui media di tutto il mondo.

A ciò si aggiunge però un secondo elemento ancora più inquietante: questo tipo di titoli non vengono emessi per i normali circuiti finanziari e bancari, ma solo tra rapporti tra stati e nazioni.

Inquietante quindi è il fatto che qualcuno abbia “provato” a mettere in circolazione un volume così enorme di titoli di stato americani, che rappresenterebbero da soli, il 4° creditore in termini assoluti del Governo Americano.

Ma a rendere ancora il tutto ancora più incredibile è il fatto che la Guardia di Finanza, nonostante la sua notoria grande competenze in materia, non sia stata in grado di evidenziarne subito la illiceità.

Questo è un fatto tutt’altro che irrilevante, visto che la legge italiana prescrive che ogni individuo possa importare o esportare al massimo 10 mila euro senza dichiararlo. Dato che la sanzione in questo caso è del 40% del valore della valuta transitata illecitamente, sarebbero ben 38 Miliardi di Euro di sanzione.

Un mare di denaro, comparabile ad una super finanziaria, che in tempi come questi, sarebbe quindi stato un “bottino” di grande importanza; “piovuto letteralmente dal cielo”.

Tutto qua? Non sembrerebbe.

Le stranezze infatti continuano, visto che per la legge italiana, in casi del genere, in presenza di titoli falsi o valuta contraffatta, la Guardia di Finanza avrebbe dovuto arrestare i possessori e distruggere contestualmente tali titoli.

Al contrario, in presenza invece di titoli autentici, dopo l’identificazione dei possessori, viene emesso verbale non solo di confisca dei titoli stessi ma anche d’ammenda, che in questo caso avrebbe dovuto essere dei fatidici 38 Miliardi di Euro!!.

Allora, delle due una, come mai i due possessori giapponesi sono stati rilasciati senza alcun verbale d’ammenda??

A rendere ancora più strano quanto accaduto a Chiasso, sembra essere il fatto che i due giapponesi avessero con sé documentazioni bancarie che attestavano l’autenticità dei titoli in loro possesso.

Questo sembra quindi incredibilmente confermare che esistono istituzioni bancarie che di questi tempi, sono state tratte d’inganno dai titoli in possesso dei due giapponesi.

La cosa appare incredibile, alla luce delle affermazioni del portavoce del Debito Pubblico Americano, che ora definisce ufficialmente questi titoli “chiaramente falsi!”.

Come mai allora non si è dato ampio spazio ad una notizia come questa?

L’impressione è che ciò confermerebbe come, al di là delle intenzioni, la situazione reale sia molto lontana dallo stabilizzarsi, se appare chiaro in giro esistono titoli così ben contraffatti e di queste entità.

A rischio è tutto il sistema monetario, con il serio pericolo di paralisi degli scambi finanziari e commerciali internazionali.

Anche perché la GdF Italiana, nelle sue dichiarazioni iniziali, parla espressamente che alcuni dei titoli sequestrati, per filigrana e tutta una serie di dettagli, apparivano indistinguibili da quelli autentici.

Quindi quanto accaduto è di una gravità inaudita, perché se i titoli fossero stati autentici, sarebbe la prova evidente che qualche grande investitore internazionale non ha più fiducia nel dollaro quale moneta di riserva e che il sistema di Bretton Woods sia giunto realmente al capolinea, con conseguenze dirette al Commercio Internazionale dei beni.

Non è che tutto ciò sia connesso, in qualche maniera, con le ultime dichiarazioni fatte da Cina e Russia che al prossimo G8 si apprestano a portare la propria “mozione” che intende creare una nuova valuta di riserva, diversa dal dollaro, per stabilizzare il mondo finanziario e il Commercio Internazionale?

Che sia stato questo il motivo per cui Obama, in fretta e furia, proprio in quelle ore abbia invitato Berlusconi alla Casa Bianca per il famoso “caffè riparatore”, per poi far dichiarare al suo responsabile del Debito Pubblico che detti titoli erano falsi, quasi volesse dire agli italiani che li avevano sequestrati (e controllavano), che non potevano avere alcun valore nei rapporti bilaterali tra i due stati?

Ultimo ma non ultimo, non è che in circolazione ci sia una “valangata” di titoli falsi o come storicamente fece anche la nostra Banca d’Italia in periodo bellico, siano stati emessi più titoli di debito pubblico iscritti nel registro nazionale con identico codice e così facendo come allora, si stia emettendo più valuta, di quanto veniva effettivamente dichiarato, tutta autentica?.

E’ questo il “metodo Obama” con il quale si sta cercando di finanziare l’attuale fase americana evitandone il tracollo o è solo un’azione dei nemici degli “americani” che vogliono portare gli Usa al tracollo?

Di sicuro il fatto che sia stata una notizia “bannata” dai principali media mondiali, la dice lunga sulla sua reale importanza, in quanto è evidente che da qualunque punto di vista la si guardi, rischia di mettere “definitivamente” nell’angolo l’amministrazione Usa, trasformando i Madoff e i suoi emuli, in improvvisati truffatori da quattro soldi!

domenica 28 giugno 2009

Delegazione Ufficiale Italiana alla “Fiera Internazionale del Leather & Fur” di Shijiazhuang (Hebei)



“Una intesa strategica per gli scambi economici e culturali tra imprenditori Italiani e Cinesi”

Organizzata sotto l’egida del Ministero del Commercio Cinese (Mofcom) e la sponsorizzazione della Camera di Commercio Cinese per l’Import & Export dei prodotti alimentari e prodotti locali, si è svolta a Shijiazhuang, capitale della provincia dell’Hebei, la prima Fiera Internazionale del Leather & Fur.

Presente all’evento, oltre al Vice Ministro per il Commercio Cinese (Mofocm), Mme. Qiu Hong, al Presidente della Camera di Commercio di Beijing (CFNA) Mr.Hou Jianguo e molte rappresentanze diplomatiche internazionali, anche una Delegazione Ufficiale Italiana, guidata dal Presidente della Agenzia per la Cina, Mr. Armando Tschang.

Come affermato in conferenza stampa dal Presidente della Camera di Commercio di Beijing, Huo Jianguo, questo evento intende innovare profondamente l’approccio fin qui avuto dal settore ed essere l’occasione per un approfondito confronto con il mercato e la promozione a livello internazionale dell'industria del cuoio e delle pellicceria cinese.

Nel contempo, si intende favorire l’aggiornamento tecnologico e l'innovazione, per tenere il passo con le nuove tendenze, sia per quanto riguarda le modalità di consumo che le mode del settore, per un sempre crescente sviluppo internazionale.

La Cina è il più grande produttore al mondo di prodotti e capi in cuoio e pellicceria, con un giro d’affari che nel 2008, tra esportazione ed importazione di pelli, pellicce e altri prodotti connessi, è stato di 4,32 miliardi di dollari, coinvolgendo più di 16.000 imprese.

La scelta di organizzare questo importante evento nella capitale della provincia dello Hebei, Shijiazhuang, è legata al fatto che proprio in questa area è presente uno dei poli produttivi più importanti a livello nazionale.

Ma come affermato dal vice sindaco di Shijiazhuang, Zhang Diankui, per quanto importante questo mercato, l’intera filiera deve ancora fare un deciso salto di qualità, un settore dove gli eventi, anche quelli internazionali, sono stati spesso realizzati negli stessi centri di produzione o centri commerciali.

Nel corso della cerimonia d’inaugurazione della Fiera, il Presidente della CCCFNA Mr. Huo Jianguo e il Presidente della Agenzia per la Cina, Mr. Armando Tschang, hanno deciso di sottoscrivere un protocollo d’intesa a supporto delle relazioni economiche tra gli imprenditori e le aziende dei due paesi che operano nel settore dell'Animal-by product, Native Produce e Agroalimentare.

L'accordo raggiunto sarà sottoscritto, dalle parti, durante l'imminente missione economica che il Mofcom ha organizzato in Italia dal 2 al 7 Luglio p.v. a Roma.

In un momento così difficile per l’economia mondiale, il rafforzamento dei rapporti di mutua cooperazione tra Imprenditori Cinesi ed Italiani, al fine di ((Leggi))

venerdì 26 giugno 2009

Morte di un Mitico Alieno!

La notizia della morte dei Michael Jackson è sulle prime pagine di tutti i media Cinesi.

Ragione di tanto interesse e della profonda commozione di queste ore, è legata a filo doppio con la storia stessa della Cina.

Quando infatti la Cina, gli inizi degli anni ’80, scelse l’apertura al mondo dopo la lunga chiusura precedente, Michael Jackson fu di fatto la prima immagine, il primo “alieno” vero con la quale i cinesi entrarono in contatto.

Mettetevi nei panni dei cinesi di allora, ancora ancorati ad un passato secolare, fatto di suoni e colori stile nostro fine ‘800 e mostrate loro l’attacco di Thriller di Michael Jacskon, con le sue luci e i suoi suoni.

Ecco, forse avrete capito quale sia stato l’effetto per centinaia di milioni di cinesi d’allora: era atterrata un’astronave aliena e dal suo portellone era sceso lui, Michael Jackson.

Non sorprende quindi che questo Alieno, sia poi diventato un autentico mito, ancora oggi attualissimo che come venuto da un altro pianeta e non da alcun altro luogo terrestre, faceva cose mai viste prima.

Prima di tutto nel ballo: in una cultura dove viene insegnato il valore della staticità e dei formalismi, il modo di ballare, i passi di Michael Jackson, hanno contribuito ad insegnare a molti cinesi un uso del corpo e del ritmo fino ad allora sconosciuti.

Cosi come la musica, un uso nuovo del ritmo associato al ballo, che come un’illuminazione, ha folgorato i cinesi che ascoltavano per la prima volta cose del genere, senza la “preparazione” di cui avevamo beneficiato noi occidentali.

Stesso discorso vale per la sua teatralità.

Il modo di vestirsi ed atteggiarsi, sono rimasti talmente impressi nell’inconscio cinese che ancora oggi, sul secondo canale nazionale della CCTV cinese, uno dei principali presentatori di grande successo, veste con uno stile che potremmo dire alla Michael Jackson.

Ma anche l’aspetto per noi più stravagante di Michael Jackson, come i cambi di pelle e di connotati facciali, qua in Cina ha trovato molti proseliti che vedevano in questo alieno, dalla provenienza indefinita, colui che ha stravolto gli stereotipi fino ad allora vigenti, dimostrando come l’essere e l’apparire potessero diventare un tutt’uno, facendo cadere la maschera che distingue un attore dal suo essere umano.

Per cui il fatto che nella sua vita e nel suo essere artista non esistesse di fatto alcuna barriera o distinzione, è stato un insegnamento che ancora oggi, per molti artisti cinesi sembra essere un inarrivabile modello da emulare per arrivare al successo.

Un vero stravolgimento del canone tradizionale dell’essere artista in Cina, dove vivere d’artista, in maniera stravagante, era guardato con grande diffidenza e sospetto.

Tutto ciò lo si ritrova ancora oggi in una mitica pubblicità di questi tempi, dove un ragazzo che si muove in bicicletta nei vecchi e tradizionali quartieri e suona con il suo un gruppo musicale nel chiuso della propria casa, scopre come, mettendo un giradischi sul cerchione della ruota anteriore della propria bicicletta e le casse sul portabagagli, possa, pedalando in totale libertà tra le stesse vecchie case, poter vivere la propria musica, urlando al mondo che tutto ciò è “Amazing”!!!. ( si badi bene è una pubblicità in Cinese!!)

Bene, anche tutto questo si richiama all’Alieno Michael Jackson che ha insegnato ai cinesi come sia possibile trasformare tutto a suon di ritmo, tanto che anche una tradizionale bicicletta può diventare uno strumento con il quale ballare, pedalando.

Ecco cosa è Michael Jackson in Cina, qualcosa di realmente fuori dal mondo e dal tempo, qualcosa che non sembra essere mai stato veramente reale, tanto era diverso, tanto che ora, più che vivere un lutto, sembra semplicemente partito per un lungo viaggio, tornando oggi sul suo pianeta, portandosi dietro tutta la gratitudine dei milioni di cinesi per i quali, dopo aver incontrato questo Mitico Alieno, il mondo non è stato più lo stesso.

Cina e Russia muovono guerra agli Usa: il dollaro è solo carta straccia

Da tempo si ha una “terribile” crescente sensazione: l’occidente sta naufragando, inviluppandosi su se stesso.

Per uno dei crudeli scherzi della storia, sembra proprio che stiamo vivendo una di quelle fasi di cambiamento epocale che periodicamente spostano gli equilibri del mondo, la centralità dei popoli e determinano la fine di alcuni cicli, così come la nascita di nuovi.

Ma un conto è leggerli sui libri di scuola, un conto è viverli quotidianamente.

Leggendo di come imperi o civiltà, nelle intenzioni destinate all’eternità, in un botto finiscono per poi non lasciare alcun segno dietro di sé, la domanda in questi casi che sorge spontanea è: “come è stato possibile?”.

Bene ora ci si rende conto che l’impossibile diventa possibile, perché semplicemente il mondo avanza e la storia non aspetta nessuno, nemmeno i grandi “Imperi”.

Quindi sono del tutto inutili gli appelli, le giustificazione all’attuale crisi finanziaria da parte di chi ne è stato l’artefice e il creatore del perverso meccanismo che ha portato prima l’illusione di un benessere duraturo e diffuso ma che ora sta risucchiando tutti nel baratro di una crisi senza fondo.

Dopo “scoppole” di questo tenore, è quasi scontato che il “mondo” decida di andare da un’altra parte. Ed è quello che sta succedendo in queste giornate, ma l’occidente si ostina a non pensare sia minimamente possibile.

I giornali occidentali infatti sembrano non vedere i crescenti segnali della fine del ciclo Occidentale e l’inizio di quello che possiamo definire ciclo Orientale.

La “notizia bomba” esploderà a casa nostra al prossimo G8, guarda caso ed incredibilmente organizzato in una zona terremotata quale l’Aquila, quasi fosse una rappresentazione metaforica della situazione finanziaria mondiale.

Il prossimo G8 sarà epocale perché per la prima volta, ed in sede ufficiale, l’Oriente rappresentata da Cina e Russia, chiederà all’Occidente di usare una diversa moneta quale strumento d’equilibrio finanziario del mondo, dando al Dollaro e all’Euro un semplice ruolo di comprimari per il prossimo futuro.

Dopo le sortite ufficiose dei mesi scorsi, soprattutto da parte Cinese in vista del G20 di Londra, adesso la decisione in tal senso è stata presa nell’ultimo incontro dello SCO o più noto “Gruppo di Shanghai”, sigla e gruppo di lavoro che nessun italiano ed europeo conosce ma che rappresenta l’asse che intende ora guidare il cambiamento futuro del mondo.

Russia e Cina, assieme ai propri partner, nel loro ultimo vertice di Ekaterinburg, hanno infatti deciso che sia giunto il momento di creare una nuova moneta comune, stile Euro, con un suo successivo allargamento nel Sud-est asiatico ai paesi dell’Asean.

Calcoli alla mano, stiamo parlando di qualcosa come oltre 2 miliardi di persone, ben 4 volte la popolazione della cara vecchia Europa Unita.

Ma c’è di più. A questo aspetto economico se ne è aggiunto un altro di carattere strategico militare.

Essendo venuta meno una credibile sinergia tra EU e Russia, anche a causa della direzione data da Germania, Francia e le influenza degli USA, ora Mosca, ha deciso di stravolgere il tavolo da gioco, sottoscrivendo un “asse di ferro” con la Cina, a scapito di quello ormai ritenuto “sgradito” con l’Europa.

Sotto la spinta di questo disegno strategico e il motore di Cina e Russia, ora lo SCO intende giocare la carta di diventare anche apertamente un competitore della NATO in Euroasia,

Le conseguenze di tutto ciò saranno incredibili: nonostante la Eu continuerà infatti ad avere rapporti commerciali con la Russia, dopo il vertice di ieri, subirà una perdita della propria forza contrattuale nei confronti delle macroforniture di gas (Russia) e del macrofornitore di prodotti finiti (Cina).

Tradotto, Cina e Russia hanno creato un asse preferenziale, economico e strategico / militare tra loro che porterà l’occidente ad una posizione sempre più marginale. Un esempio? Tutto ciò favorirà l’esportazione di gas russo alla Cina piuttosto che in Europa, con possibili effetti devastanti per noi.

Ma anche i recenti annunci di Obama sul suo piano economico, hanno tutto un altro “sapore” se visti da una diversa prospettiva, finendo per apparire solo il gesto disperato, l’estremo tentativo di opporsi all’intercedere dei cambiamenti della storia: la fine dell’Impero e della centralità Occidentale.

Comunque sia, questa riscrittura della pagina della storia del mondo, incredibilmente ha trovato spazi marginali sui giornali occidentali, per non parlare di quelli italiani, tutti così presi con le fondamentali questioni private e di “catreda” locale, totalmente avulsi dai cambiamenti che presto o tardi finiranno per arrivare come uno tsunami, portando così a termine il lavoro iniziato dalla crisi finanziaria da noi stessi creata.

E un giorno qualcuno, leggendo i libri di storia, si porrà la domanda: “come è stato possibile?”

Cose dell’altro mondo!!!

lunedì 22 giugno 2009

Crisi in Iran "vista" dalla Cina

I giornali e le televisioni cinesi, in questi giorni, hanno dato parecchio spazio a quanto sta accadendo in Iran, senza alcun trasporto, non evitando di segnalare gli elementi oggettivi a dimostrazione di possibili brogli che sembrano aver inficiato i risultati delle ultime consultazioni elettorali.

Ma non solo, quanto sta accadendo per le strade di Teheran, è sotto l’attenta osservazione della lente delle autorità cinesi, per tutta una serie di motivi strategici.

A prescindere dal “regolamento dei conti interni” in corso, di cui i cinesi alla fine, sembrano fondamentalmente poco interessati, forte è la preoccupazione che l’Iran possa essere la miccia di una esplosiva situazione per tutta l’area.

Non va infatti dimenticato come anche il Pakistan, di questi tempi stia attraversando una profonda crisi interna, con un governo ancora condizionato dalla morte della vera leader del paese, Benazir Bhutto, fantasma che continua ad aleggiare sul marito, salito al governo dopo la sua morte, ma che non sembra avere i numeri e il carisma per gestire una situazione così complessa.

Per poi non parlare della Corea del Nord, dove le notizie si ricorrono di continuo, segnalando una instabilità profonda e di difficile lettura, una situazione che potrebbe anche trasformarsi in guerra aperta, stando alle minacce degli stessi Nord Coreani, nel caso di interferenze o blocchi navali.

Stesso discorso vale per l’Afghanistan, dove la situazione militare sul terreno non evidenzia un reale controllo da parte del governo Afgano che al contrario, sembra ancora in balia delle volontà talebane e necessiti della presenza della coalizione internazionale per non venire sopraffatta.

Bene, tutti questi focolaio di fatto sono ai confini della Cina, che quindi, più di tutti, è preoccupata che un’escalation, anche in solo uno di questi paesi, possa destabilizzare l’intera area e finire per obbligare qualche tipo di intervento diretto dagli imprevedibili risultati.

E’ quindi per questo che i cinesi, nei giorni scorsi, hanno lanciato agli Americani un messaggio chiaro: non “destabilizzare” l’Iran.

Ciò non significa che intendono salvare l’attuale amministrazione Ahmadinejad, ma vogliono evitare che continuando a soffiare sul “fuoco” della rivoluzione di piazza, questa possa non fermarsi solo a Teheran.

I cinesi sono infatti consci che le elezioni sono state falsificate, tanto che da avere ragionevoli informazioni per pensare che Ahmadinejad non sia arrivato nemmeno secondo ma addirittura terzo nella recente tornata elettorale.

A preoccupare i cinesi, è l’essenza stessa della struttura del “Potere” in Iran e la sua forte componente religiosa, base del supporto all’attuale amministrazione.

Questo fatto, porta gli analisti cinesi a non pensare che la situazione si normalizzerebbe anche dopo il ripetersi di una “normale” tornata elettorale, perché non è escludibile che Khameini finanche sconfitto democraticamente, possa poi accettare la situazione, dando così inizio ad una guerra civile che trasformerebbe l’Iran in qualcosa di simile all’attuale situazione Afgana.

Tra l’altro, dopo queste elezioni, i cinesi non ritengono più lo stesso Ahmadinejad un problema come prima, vista la debolezza con cui dovrà fare i conti in futuro, elemento che potrebbe, più di qualsiasi ulteriore pressione esterna, aiutare a ridurre le velleità nucleari Iraniane e le sue posizioni radicali sostenute in passato, aiutando così a trovare una soluzione da tempo auspicata.

Questo sembra quindi essere il punto fondamentale che distingue la posizione Cinese da quella Usa, che al contrario dei cinesi, vorrebbero estromettere Ahmadinejad, senza però avere garanzia che il subentrante, possa rappresentare una vera svolta stabilizzatrice per il paese.

Ma visto l’evolversi delle precedenti crisi in Iraq ed Afghanistan come non dargli torto?

sabato 20 giugno 2009

La fine dell'"Impero Romano"

(Pubblicato su Affari Italiani il 2 Giugno per la Festa della Repubblica, ma ancora “estendibile” anche alle giornate odierne)

Oggi è il giorno della “Festa della Repubblica”, il momento più alto, la giornata del ricordo del “nuovo inizio” e del futuro che gli Italiani del periodo post bellico decisero per il proprio presente e quello delle generazioni a seguire.

Oggi è anche il giorno che più di altri, mette in “riga” gli ultimi accadimenti da prima pagina italiani, offensivi più che per il merito delle questioni, per i modi, in totale “spregio” proprio ai valori di unità e civiltà emersi in quelle giornate, dopo la terribile guerra civile di allora.

Una vergogna, per l’incapacità dei nostri rappresentanti politici, di comprendere l’altezza del ruolo (e responsabilità) cui sono chiamati e come le dolorose conquiste di allora, libertà e democrazia (e rispetto civile), ora non possano essere messe in secondo piano o peggio disilluse, per questioni “strettamente personali” ( e di potere).

Non importa in questi giorni chi abbia ragione e chi torto, chi abbia iniziato prima e chi abbia dovuto rispondere per “le rime”.

Di sicuro, questo litigare tra “cani e gatti”, non appartiene, non assomiglia per nulla al “sogno” di una civile convivenza su base democratica chiamata Italia, sogno tutt’ora vivo nella maggioranza degli italiani e che ebbe inizio proprio quel 2 giugno di tanti anni fa.

Ma non solo. La storia del nostro passato glorioso avrebbe dovuto esserci d’insegnamento: una società evoluta e (troppo) benestante, quando vive “beandosi” delle proprie conquiste, rischia per proprie stupide “nefandezze”, di finire in un vortice involutivo che la porta, presto o tardi, solo verso la propria decadenza ed estinzione.

Il mondo ci conosce (e ci rispetta) per il nostro passato glorioso, di un impero che insegnò la civiltà a metà delle terre emerse di allora, ma che ad un certo punto fu troppo preso a “discutere” delle proprie “fondamentali questioni private” di allora e che fu spazzato via dai rudi “barbari” di quel tempo, relegando così tutti i discendenti (noi), a subire la perenne “subalternarietà” dei successivi secoli.

I segnali di questo “arretramento” sono da tempo evidenti, uno su tutti: il -6% di PIL, con pochi uguali al mondo!!.

Ma nonostante tutto, c’è chi ancora spera di voler vincere la “propria guerra”, attraverso l’annientamento del concorrente, dimenticandosi che sarà solo una vittoria di Pirro, un abbraccio mortale per entrambi i contendenti, visto che il vincitore non potrà “bearsi” di alcunché agli occhi del mondo (ed Italiani) che in queste ore assiste incredulo, basito, alle puntate della telenovela italiana.

Auguriamoci che le riflessioni istituzionali e personali fatte durante questa giornata speciale, vadano oltre le solite apparenze e possano far ravvedere i molti, troppi “tifosi” di questa assurda partita.

Ciò per consentire di far ritrovare vera dignità ed unità a tutti gli italiani, siano essi ricchi e poveri, giovani e vecchi, bianchi e neri, uomini e donne, per poter andare al prossimo voto elettorale di domenica, certi che la strada iniziata quel 2 Giugno, sia stata veramente la scelta giusta per un duraturo benessere di padri, figli e nipoti.

Non permettiamo che sia ancora una volta “la fine dell’Impero”!!!

Il mondo ci guarda!!

venerdì 19 giugno 2009

Incredulo silenzio!!

Ricevo parecchie email che mi chiedono del come mai di “questo silenzio” sia su Affari Italiani che sul Blog.

Una risposta a questo punto è d’obbligo.

Sono rimasto “senza parole” di fronte al livello (bassissimo) di quanto sta accadendo in Italia.

Faccio infatti molta fatica, a riconoscermi in questo “pattume”, qualcosa più da Reality di bassa lega o da D-movie, sicuramente ben lontano dal paese che, nel mio piccolo, vorrei avere l’orgoglio di rappresentare qua in Cina.

Una offesa quotidiana al buon senso, ai valori fondanti questa, ormai, impazzita democrazia che sa più di “pazza anarchia”, dove non esiste più alcuno spazio per cercare di fare proposte, costruire alternative, innovare verso il futuro.

Tutto ciò perché semplicemente non interessa, nè ai vertici (solo presi a darsele di santa ragione!) ma ciò che è peggio, nemmeno alla stragrande maggioranza dei miei connazionali, che coscientemente (perché si va ai seggi coscientemente!!!), continuano a votare sempre gli stessi “protagonisti” che hanno ampiamente dimostrato cosa e come intendono portare avanti il “Bene Italia”.

Per cui ho preferito, un triste, riflessivo silenzio, piuttosto che aggiungere un’ulteriore voce o mie (inutili) riflessioni, al rumore di fondo da “mercato del pesce” di questi tempi, sperando che nel frattempo potesse arrivare “la quiete dopo la tempesta!”.

Ma ora, spronato da chi mi scrive e mi ha manifestato la sua “voglia” di leggere un punto di vista “non allineato” e “fuori dal coro”; non posso che accettare l’invito a tornare nel mettere in “parole” ed immagini, i pensieri e le sensazioni dal mio osservatorio, perché “volenti o nolenti”, non possiamo proprio permettere che gli ideali e i valori italiani vengano ancora barattati con inutili futuri “successi” ai botteghini del gossip nostrano.

Il mondo intero ci guarda, “sbigottito”!!