mercoledì 29 aprile 2009

Concerto per il Papa: Direttrice d’Orchestra Cinese

Nella storia, lo sport e la musica, sono state molte volte capaci di arrivare a risultati inaspettati, dove invece la diplomazia aveva spesso fallito.

Il concerto di domani, offerto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano a Papa Benedetto XVI e che si terrà a Roma nella sala Nervi alle ore 17,15, sembra essere uno di questi momenti.

Oltre a rappresentare una occasione d’incontro tra le Istituzioni Italiane e Vaticane dopo il caso Eluana, sarà caratterizzato anche da un altro aspetto: a dirigere l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, sarà la Direttrice d’Orchestra Cinese Xian Zhang.

Un debutto di grande importanza per il nuovo Direttore Musicale dell’Orchestra Verdi, carico di significato, che fresca di nomina, si troverà domani “catapultata” in questo importantissima evento.

Nata a Dandong, 36 anni, sposata e recentemente divenuta madre, Xian Zhang, con la propria musica, sembra essere anche una incoraggiante portatrice di un messaggio positivo, che si spera, sia il preludio per sempre migliori relazioni tra Santa Sede e Cina.

Direttrice di grande spessore e di grande esperienza, nonostante la giovane età, dopo le sue brillanti recenti esperienze alla Filarmonica di New York e all’Orchestra Sinfonica di Chicago, si è fatta anche molto apprezzare in tutta Europa per la qualità delle sue esecuzioni.

Nonostante tutto ciò, Xian Zhang non esista a sottolineare come “senta” molto l’evento di domani, anche perché il suo “insigne spettatore” è anch’esso un fine musicista, “elemento di cui ho tenuto conto nella stesura del programma del concerto”.

E la Verdi, diretta dalla “effervescente” bacchetta della Xian Zhang, eseguirà domani un programma articolato, tra cui Haydn (Sinfonia n. 95 in Do minore), Mozart (Sinfonia n. 35 in Re maggiore K. 385 e Ave verum Corpus K 618), Vivaldi (Magnificat in Sol minore RV 611).

All’evento, che sarà trasmesso in diretta televisiva da RaiTre e da Radio Vaticana, parteciperanno le più importanti autorità Vaticane, esponenti del mondo politico ed Istituzionale, della finanza, della cultura e della società Italiane

Comunque sia, tutti gli occhi domani saranno puntati proprio su Xian Zhang e la sua Orchestra, che la stessa Zhang si augura di trasformare in una delle 20 Orchestre più importanti al mondo.

Dalla Cina” ha affermato la Zhang, “in molti mi hanno chiamato, dicendosi orgogliosi che una donna cinese dirigesse un concerto per il Papa”.

E noi dalla Cina, non possiamo che farle un “in bocca al lupo”, per questo importante concerto e per tutto quello che potrà fare per ridare smalto alla Verdi e lo spazio che merita, nel contesto musicale internazionale. 

sabato 25 aprile 2009

25 Aprile: Che tristezza!!!

Oggi è il 25 aprile, una giornata di unità e della memoria che dovrebbe sancire la liberazione, la fine di un periodo bellico e l’inizio del folgorante periodo che ha trasformato l’Italia da potenza militare, a potenza industriale.

Bene, nemmeno oggi si riesce a vedere alcuna unità d’intenti, che per colpa dei retaggi, delle convinzioni e delle contrapposizioni di oltre 60 anni fa, non riescono a dare ancora “pace” nei ai vivi, ne ai morti, di quel terribile periodo: la guerra civile italiana.

Si, perché dai battibecchi di queste ore, appare evidente che ancora oggi esiste una parte del paese che pensa che l’altra non sia degna di esserlo.

Una contrapposizione fatta di parole e valori di un'altra epoca, del tutto fuori luogo nel mondo che avanza e verso il quale ci dovremmo invece trovare uniti e fraterni, in quanto tutti Italiani.

Oggi non è il momento di rilanciare preconcetti, classicismi politici o presunte superiorità di “casta”, sicuramente è il momento per guardare a quel periodo come l’insegnamento di quanti dolori e tormenti si possono scatenare, se un popolo non trova il modo di vivere in una civile convivenza.

Le nuove generazioni e i milioni di italiani all’estero, non sono più con gli occhi al passato, ma sono concentrati sul come costruire il proprio futuro e quello del paese a cui sono comunque profondamente legati, quindi sentono molto lontano da loro questo rimpallarsi in madre patria, dei “velati insulti” che le parti, come se ancora si fosse a quelle giornate, continuano a lanciarsi in queste ore.

Se vogliamo che l’Italia sia un giorno ancora migliore e che l’unità, il vivere in pace che è stato conquistato allora, continui ad essere un valore comune e duraturo, occorre sicuramente ricordare quelle giornate ma smetterla di “attualizzarle” o peggio strumentalizzarle, per questioni e beghe odierne.

Occorre da parte di tutti maggiore senso di responsabilità e rispetto per i tanti, comunque Italiani, che persero la vita in quelle tristi giornate, che ci auguriamo non debbano più far parte del futuro del nostro paese.

Grazie per l’attenzione.
 
Un Italiano a Shanghai

mercoledì 22 aprile 2009

Cina: Italia Leader anche nel lusso da diporto.

Al Boat Show 2009 di Shanghai, la fiera per la nautica di diporto, l’Italia ha fatto la parte del leone, rappresentando la più grande presenza internazionale.

In linea con la propria leadership di mercato, quale primo importatore in Cina, l’Italia si dimostra ancora una volta leader incontrastata nei settori di nicchia ad alto valore aggiunto, legati al Lusso e ad una qualità della vita d’altissimo livello.

Assieme ai nostri “campioni” di mercato, quali Ferretti e Azimut – Benetti, il resto della presenza Italiana era organizzata dall’ICE e dove erano presenti altre nostre “perle” nel campo della cantieristica ed accessori per barche da diporto di lusso.

All’interno di questa delegazione italiana, quella proveniente da La Spezia è apparsa la più numerosa, una missione di alto livello, organizzata dalla Camera di Commercio locale, che sotto la supervisione della responsabile del progetto, Simona Martucci, ha così lanciato la propria sfida al mercato cinese.

Quale è la situazione del mercato italiano su questo segmento di grande tradizione per l’Italia, come quello del diporto di lusso?

L’Italia rappresenta il primo importatore sul mercato cinese, avendo superato l’anno scorso la concorrenza americana, ma il mercato del diporto cinese è solo nella sua fase embrionale, visto che la legislazione cinese non consentiva, fino ad ora, alcuna azione in grado di farlo crescere”.

La Cina nel 2008, ha rappresentato per le aziende italiane un fatturato di 18 Milioni di dollari, con una quota di mercato del 36% ed un incremento, su base annua, del 196%. Gli Usa seguono con una quota di mercato del 26,7%, mentre molto distanziata appare la UK, con una quota di solo il 10,6%.

Quali sono gli aspetti che hanno cambiato lo scenario di mercato attuale e che ne favoriranno la crescita?

Uno in particolare, quello che ora la nuova legislazione cinese supporta la creazione di nuove marine, vista la possibilità introdotta di recente, di poter navigare liberamente per le coste, elemento che consentirà di creare un network di porti ed approdi, in grado di offrire gli spazi per un’attività di diporto, al momento, ben al disotto delle reali potenzialità.

Una impressione sul Boat Show 2009 in corso a Shanghai.

“Sarà la crisi internazionale o altro, ma appare meno frequentata dell’anno scorso. Anche qualche stand dei leader di mercato risulta più contenuto, rispetto a quello dell’edizione precedente.”

Un esempio emblematico è poi la presenza Francese, che occupa un quarto della Hall utilizzata anche dall’Italia, ma a differenza della scorsa edizione, è semplicemente una presenza istituzionale, dove, a parte zodiac, risulta evidente l’assenza delle imprese.”

La Spezia è il “pezzo forte” della presenza Italiana qua a Shanghai, un segnale o una missione?

Tutte e due le cose, ma anche e soprattutto perché la nostra area presenta parecchie eccellenze molto richieste dal mercato cinese, come nel caso della Schiffini, che fa cucine per barche di lusso e che recentemente ha aperto il proprio ufficio in Cina.” 

Cosa cercano in Cinesi che vengano in Fiera?

Il nostro stile e il nostro design. Sono attentissimi e cercano di entrare in contatto con le nostre imprese per poter “apprendere” come il design possa coniugarsi con la progettazione e la costruzione di barche da diporto e Super Yacht.

Ma non temete nella concorrenza futura?

Forse in futuro, ma le nostre aziende sono posizionate sull’alta gamma e sulle costruzioni di una nicchia dove i cinesi non hanno, al momento, alcuna preparazione ma soprattutto, che sia “Made in Italy”, continuerà per molto tempo a rappresentare un must imprescindibile per gli esigenti clienti cinesi.

Per esempio società quali i Cantieri Leonardo, qui presenti a Shanghai, rappresentano livelli di stile difficilmente copiabili da chiunque, per questo motivo gli armatori cinesi, al momento, preferiscono discutere su come aggiornare i progetti, adattandoli alle esigenze del cliente cinese, spesso così diverse da quella occidentali.

Quali differenze e quali update progettuali sono richiesti in particolare dal cliente cinese??

Beh, una su tutte: il karaok a bordo, uno spazio di ricreazione tipico nella società cinese, non previsto nelle progettazioni occidentali, ma imprescindibile nel setup richiesto dai clienti cinesi.

La ricerca gioca un ruolo importante in questo settore?

Indubbiamente si, tanto che a giugno organizziamo a La Spezia il Sea Future, una fiera dedicata all’innovazione e ricerca, dove saranno presenti centri di ricerca ed imprese, ideatori, produttori e distributori di attrezzature e tecnologie per il mare.

Uno stato dell’arte sull’innovazione per l’intero settore che rappresenta il fiore all’occhiello per l’industria italiana e un’eccellenza che sempre più in futuro ci si augura, possa trovare sempre maggiori spazi qua in Cina.

Ancora una volta dalle nostre “piccole” realtà e province, come nel caso di La Spezia, si sta evidenziando il segnale di una riscossa italiana e un “avanti tutta”, che sembra voler cavalcare l’onda della ripresa mondiale, che dovrebbe, proprio dalla Cina, iniziare a partire dal 2010.

lunedì 20 aprile 2009

Team di Taiwan costruisce un rivelatore per terremoti

Nella corsa alla prevenzione sui terremoti, una notizia importante arriva da Taiwan e sembrerebbe dimostrare come i terremoti possano venire previsti.

Infatti in questi giorni, un gruppo di ricerca ha creato un dispositivo low-cost che può prevedere i terremoti 30 secondi prima che avvengono, tempo sufficiente per gli avvertimenti fondamentali in caso di calamità del genere. 

”Il dispositivo può rilevare un imminente terremoto, la sua velocità ed accelerazione ed elemento fondamentale, consente di valutarne la magnitudo in modo da potere mettere istantaneamente in guardia i treni, gli impianti di gas naturale ed elettrici, così da chiudere le forniture prima che il terremoto avvenga”, ha detto Wu Yih-min, ricercatore presso l'Università Taiwan, Dipartimento di Geoscienze. 

Lo strumento, costruito dopo 5 anni di ricerche, è più preciso rispetto ad analoghe tecnologie utilizzate all'estero e 
potrebbe costare il meno 10.000 dollari Taiwanesi,(US $ 302). 

"Siamo in grado, 30 secondi prima che avvenga, di stabilire se è un piccolo o grande terremoto, la sua scala e anche la quantità dei danni ipotizzabili". 

Il dispositivo si avvale di un chip che costa solo pochi dollari e può essere molto semplicemente posizionato dove non possa subire ulteriori scosse se non quelle da terremoto. 

”Le scuole, i sistemi ferroviari e le centrali nucleari potrebbero trarre vantaggio da questa tecnologia”, ha detto Kai Kuo-wen, il direttore del centro sismologico di Taiwan, che ha collaborato attivamente aiutando l'Università nelle fasi di test del dispositivo. 

I ricercatori Taiwanesi devono ora capire come collegarlo al sistema di allarme esistente sull’isola.

Insomma Taiwan, una delle aree più colpite dai fenomeni tellurici, sembra dimostrare che la ricerca e il lavoro di squadra tra le diverse istituzioni preposte, possa dare concreti ed incoraggianti risultati sul fronte del monitoraggio e previsione.

Ora occorre raccogliere il messaggio e cercare di creare una nostra seria ricerca in un settore che possiamo sicuramente definire strategico, per la salvaguardia e la incolumità della popolazione e così col tempo, lasciare sempre meno spazio al “fatalismo” e all’imponderabile. 

giovedì 16 aprile 2009

Il Lusso della Sardegna “sbarca” in Cina

Di questi tempi, per noi Italiani andare ad una fiera sul turismo in Cina, rischia di essere sempre una deludente esperienza.

E’ stato così anche alla WFT di Shanghai, la fiera dell’Outbound turistico cinese che si è appena terminata.

Per capirci, è la fiera dedicata alle destinazioni internazionali da offrire gli operatori professionali cinesi e cercare di intercettare il flusso delle decine di milioni di cinesi che sempre più amano viaggiare oltre frontiera.

Bene, a parte la “solita” Costa Crociere, oramai di casa in Cina, sembrava proprio che ancora una volta la presenza italiana fosse nulla.

Ma quando tutto sembrava perso, all’orizzonte, abbiamo scorto un’altro “capitano coraggioso” italiano, ma a sorpresa, non una nostre ben note destinazioni tradizionali, bensì è apparsa la Sardegna, o meglio lo stand del Comune di Olbia.

Una volta approdati in questo angolo d’Italia, all’Assessore del Turismo del Comune di Olbia, Vanni Sanna, presente a Shanghai, la prima domanda non è potuta che essere, “qual buon vento da queste parti?”, complici anche le splendide immagini del mare della Sardegna.

La risposta non si è fatta attendere “di fronte all’aria di crisi internazionale di questi tempi, è importante, fondamentale attivarsi per aprire nuovi mercati ad un prodotto speciale come quello di Olbia e della Sardegna”.

L’Asia, con le sue crescenti potenzialità in termine finanziari ed economici, “è da tempo una scelta sulla quale, come Comune di Olbia, ci siamo concentrati e creare nuovi consistenti flussi turistici che possano estendere il periodo delle vacanze, oltre a quelle tradizionali attuali”.

La Cina, segue la positiva esperienza dell’anno scorso già fatta a Singapore”, un’autentica sfida dalla quale l’assessore Sanna si aspetta però molto, anche vista la quantità e la qualità dei contatti avuti in questa fiera di Shanghai.

Ma quale “offerta” Olbia ha portato in mostra a Shanghai?

L’assessore Sanna non ha dubbi: “la nostra qualità della vita!!”

Qua a Shanghai i cinesi sono rimasti letteralmente affascinati dalla “purezza” di quest’angolo di paradiso nel centro del mediterraneo, dove la limpidezza del mare e la qualità dell’aria rappresentano per loro, una irresistibilmente attrazione”.

Ma quali armi può avere Olbia e la Sardegna, per intercettare i flussi ad altre mete già note ai cinesi, quali la Grecia e la Turchia?

L’assessore Sanna anche in questo caso non ha dubbi: “Offrendo loro la possibilità di vivere un’esperienza unica di Lusso e Stile italiano, circondati dalla nostra incredibile natura”.

Una SPA a cielo aperto, dove i cinesi possano sentirsi cullati e coccolati con emozioni a 360° e dove i sogni dei cinesi, possano diventare realtà.

Quale è il target di turista cinese cui si rivolge l’offerta di Olbia?

Sicuramente quello medio-alta ed altissimo, quel turismo d’elite che già ora vede nella Sardegna e le sue coste, il proprio luogo privilegiato per avere momenti d’autentico relax unici al mondo”.

Quali i numeri che vi attendete dai flussi turistici cinesi?

Beh, va considerato che ad oggi partiamo da zero, ma dagli incontri con le nostre controparti cinesi di queste ore, appaiono evidenti le potenzialità del mercato cinese. Ci auguriamo che nei prossimi anni 20 / 30 mila cinesi decidano di fare le proprie vacanze in Sardegna, sperando poi che ne divengano degli habituè.

Quale è la strategia che avete in mente per “conquistare” i cinesi?

Una strategia mista, dove agli scenari e all’indubbia ospitalità a 6 stelle che possono trovare da noi, si aggiungano i gusti, i sapori e gli odori tipici della nostra terra. In linea con questo approccoi,  sarà la prossima azione promozionale alla FHC 2009 di Shanghai ad ottobre, proprio dedicata al food ed alla ospitalità.

Per finire, una parola sulla Sardegna del post Soru.

“Finalmente la regione potrà tornerà a volare presto, avendo dopo le nuove elezioni, ritrovato una dimensione unitaria e nuovi entusiasmi, dopo i “troppi personalismi” dell’era Soru che aveva illuso la maggioranza dei Sardi ma che è miseramente franato davanti alla verifica dei fatti successivi.”

“Ora ci si augura che sempre più cinesi scoprano la Sardegna, sarebbe un modo per internazionalizzare la nostra splendida terra, valorizzandone l’attuale proposta turistica e contribuire alla crescita economica complessiva dell’Isola.”

Aria nuova, aria fresca, aria di mare a Shanghai dalla Sardegna, una risposta concreta alla “immobilità” attuale delle nostre organizzazioni nazionali preposte a valorizzare l’Italia agli occhi dei potenziali turisti cinesi, un’azione di sistema che si spera presto ci sarà ma che sicuramente potrà trovare molti spunti e stimoli da questa genuina “voglia di mettersi in gioco”, come dimostrato qua a Shanghai dalla comunità di Olbia.

Magari non un campione del turismo odierno dalla Cina, ma con questa voglia di fare, sulla buona strada per imporsi all’attenzione del mercato turistico più grande al mondo.

martedì 14 aprile 2009

Firmata Charta dei Diritti Umani Cinese

La Cina ha pubblicato la propria “Charta sui diritti umani”, intitolata “Piano d’Azione per i diritti umani (2009 – 2010)”.

Questo documento, che potremmo definire “operativo”, definisce sia le linee guida che quelle d’azione per l’applicazione e la salvaguardia dei diritti umani, in tutta la nazione e a tutti i livelli.

E’ un atto importante e concreto, che dimostra come in Cina, il tema dei diritti umani, sia realmente entrato, con forza, nell’architettura delle fondamenta dello sviluppo prossimo futuro del paese.

54 intense pagine che vanno lette tutte d’un fiato, suddivise in 5 capitoli:
  • Diritti Sociali, Culturali ed Economici 
  • Diritti Civili e Politici
  • Diritti per le minoranze etniche, donne, bambini, anziani e disabili,
  • Educazione sui diritti umani
  • Situazione internazionale, scambi e cooperazioni sui diritti umani
Ad una sua prima lettura, questo documento sembra andare ben oltre il suo stesso contenuto, in quanto definisce de facto, una sorta di manifesto nazionale, diremmo “costituzionale”, su come la Cina dovrà essere nel prossimo futuro, con annesso il “manuale pratico” per realizzare tutto ciò.

Ai nostri occhi ciò potrebbe apparire risibile, ma data la situazione storica e sociale in cui si trova la Cina contemporanea, la vastità del paese, la moltitudine delle culture esistenti e le diverse “velocità” di sviluppo di intere regioni, non sorprende il fatto che alle “enunciazioni di principio”, vengano anche aggiunte le modalità pratiche per la loro applicazione.

La Charta nasce dalla cooperazione diretta di ben 80 tra dipartimenti governativi ed organizzazioni non governative ed è una risposta diretta alle richieste fatte nel 1993, in sede ONU, in materia di diritti civili.

Il nocciolo del documento è comunque nella definizione della relazione tra governo cinese e suoi cittadini, dove al governo viene attribuito il compito di garantire a tutti i cittadini uguali diritti, favorendo la sempre crescente partecipazione dei propri cittadini, al miglioramento delle istituzioni in termini democratici e la loro possibilità di essere coinvolti, ascoltati e poter supervisionare gli apparati governativi.

Un impianto democratico non ideologizzato, dove “socialismo” appare una volta nell’introduzione quale aggettivo associato alla modernizzazione del paese, un documento semplicemente funzionale al raggiungimento degli obbiettivi che la Cina contemporanea si prefigge: la crescita economica e l’equilibrio sociale anche e soprattutto in questi momenti di crisi internazionale.

Con il pragmatismo che contraddistingue la Charta cinese, l’apertura non poteva essere più attuale: il diritto del lavoro anche e soprattutto in momenti difficili come questi, maggiori tutele e garanzie al singolo lavoratore, dove, al riguardo, emerge il suggerimento di incentivare la pratica affinché il datore di lavoro, quale garanzia dello stipendio dovuto, lasci un deposito bancario a copertura.

Al lavoro segue la priorità per una sempre maggiore qualità della vita e il garantire una vita decorosa a tutti, anche e soprattutto nelle aree più povere e rurali. 

In linea con questo obbiettivo, è l’annuncio dei giorni scorsi relativo alla gratuità della sanità Cina, entro il 2020, questione che fino ad ora, tende a radicalizzare le profonde differenze sociali presenti nel paese.

Nella Charta, l’educazione rappresenta un aspetto fondamentale, sia quale diritto inalienabile e priorità per il paese, ma quale mezzo con il quale diffondere, “disseminare”, la conoscenza dei diritti umani all’intera popolazione, anche attraverso i diversi media, internet compreso.

Per quanto riguarda invece la persona, la Charta cinese, ribadisce il fatto che l’individuo debba essere difeso e protetto da qualsiasi tipo di abuso, con due “forti” innovative sottolineature: no all’uso della tortura e “prudente” applicazione della pena di morte.

Al riguarda, nella Charta si parla di una novità importante: il miglioramento della pratica “dei due anni sospensivi la condanna stessa”, al termine dei quali, se non ci sono stati fatti rilevanti, la condanna potrà essere commutata in altra pena.

Questo rappresenta un segnale importate, che conferma la volontà cinese di mettere un “freno” alla pratica della condanna a morte, quale scelta per un nuovo ordinamento giuridico, in grado di offrire maggiori diritti al singolo cittadino e la ricerca di pene alternative a quella capitale.

La Charta Cinese stabilisce poi la libertà di religione per i propri cittadini ed anzi, a sorpresa, incentiva il ruolo positivo dei gruppi religiosi, che “possono contribuire alla armonia sociale e socio economica del paese”.

Quasi rivoluzionario invece il capitolo sul diritto di partecipazione, in quanto si parla espressamente di “miglioramento del sistema parlamentare e di miglioramenti del sistema elettivo”, qualcosa che sembra presagire nuove leggi al riguardo.

Per quanto riguarda invece i Media, la Charta cinese parla espressamente del diritto di essere informati ed ascoltati, così come per le agenzie stampa e i giornalisti, viene recepito il diritto di raccolta di materiale e della critica pubblica,

Sulla questione delle Minoranze Etniche, ben 55 in Cina, la Charta cinese parla chiaro: sono tutte uguali e lo stato ha il dovere di proteggerle.

Andando poi oltre gli intenti, per quanto riguarda le minoranze tibetane ed uiguri, si sottolinea la necessità di un bilinguismo scolastico e l’incremento degli istituti scolastici, così che entro il 2010, il 95% delle popolazioni delle aree autonome etniche, possa avere un regolare percorso scolastico, come il resto del paese.

Le pari opportunità a tutti i livelli, è un altro degli aspetti di rilievo presente nella Charta cinese, dove tra l’altro, si sottolinea come le quote rosa “dovrebbero rappresentare il 50% sia a livello governativo centrale che locale” e come non debba esistere alcuna discriminazione a livello lavorativo e di accesso all’educazione per le donne.

Disabili, anziani e bambini hanno capitoli dedicati, nei quali emerge la crescente attenzione per il lato umano delle persone, un’umanizzazione della società cinese che non potrà che renderla sicuramente migliore.

Per finire il capitolo delle relazioni internazionali che modifica radicalmente gli scenari attuali: da oggi infatti, la Cina intende far parte della comunità internazionale e offre la propria collaborazione con le diverse organizzazioni internazionali sul tema dei diritti umani, divenuti ora anche una sua priorità.

La Charta cinese pubblicata oggi è quindi un messaggio importante, innovativo, strutturato e soprattutto meditato. Una fotografia della Cina che sarà da qui a breve, l’inizio di una nuova era per il popolo cinese ma che potrà sicuramente contribuire anche a rendere migliore il resto del mondo.  

lunedì 13 aprile 2009

Felice Pasqua! Cosa??

Da ormai 3 anni, sto passando praticamente tutte le nostre festività tradizionali in Cina.

Questa esperienza apre sicuramente gli “occhi” (e la mente) sul relativismo delle cose e delle emozioni.

Dove in un luogo è una emozione, altrove è il nulla. Dove per qualcuno è una data che rappresenta il momento clou di un intero anno, per altri tutto ciò è semplicemente una data sul calendario.

Tutto bene, fino a quando 2 persone provenienti da diversi emisferi e culture s’incontrano o come nel mio caso, vivono assieme.

Questa Pasqua, come la precedente, è arrivata senza che in giro esistessero segni premonitori, tipo quelli che invece ci sono durante le festività di Natale, che inondano anche la Cina attuale.

Un Cinese “normale” quindi non può sapere che dalle nostre parti esiste una festa chiamata Pasqua o in inglese easter.

L’unico segnale che a casa mia ha “tradito” l’esistenza di una festività eccezionale per noi cristiani, è stata l’inusuale attività della chiesa di fronte.

Macchine la sera prima ( quella della veglia pasquale) e macchine per la messa di Pasqua del giorno dopo.

Visto il mix di culture che a casa mia si respira ogni giorno, nel mutuo rispetto, vige comunque una semplice regola: comprensione!

Quindi io non ho mai “obbligato” la mia compagna cinese a vivere il percorso, le emozioni e le abitudini che feste come la nostra Pasqua portano inevitabilmente con sé, soprattutto perché mancandole tutto il background necessario per comprendere, si rischia di trasformarle in sterili atti, somigliando troppo alla parte commerciale che piace molto poco anche a me.

La Pasqua è infatti un percorso, che per noi cristiani parte dal Natale, dove la morte porta alla risurrezione, un messaggio fondamentale, quello della resurrezione del corpo che cade incredibilmente dopo una festività cinese esattamente opposta: la giornata dei morti.

Per cui quest’anno ho vissuto la Pasqua cristiana, fatta di un messaggio di vita, quale coda alla festività cinese dove siamo andati a visitare le tombe dei parenti cinesi, un pellegrinaggio fatto di ricordi e il contatto con la parte più intima delle emozioni cinesi legate alla morte.

Quindi, la settimana scorsa, abbiamo visitato le tombe dove sono sepolti gli avi di famiglia. 

Questa visita mi ha permesso di entrare ancora di più in contatto con le differenze profonde delle rispettive “credenze” e la relatività in fatto d’emozioni, cui ho fatto riferimento.

Ti capita quindi di assistere al rito in “onore del caro estinto”, con tutti i suoi gesti, quali quelli di bruciare oggetti che possano aiutarlo nell’aldilà o l’addobbo della tomba con vari striscioni colorati in maniera sgargiante, addobbi più di una festa che di una morte.

E infatti, la giornata non è chiamata “la giornata dei morti”, ma “il giorno dei fantasmi”, il momento dove il contatto tra il di qua e l’aldilà è “reale” e dove i parenti tornano in contatto con i propri cari, per un saluto diretto e uno scambio di “doni”.

Bene, la parte finale della cerimonia in onore al caro estinto, prevede tre inchini di fronte alla tomba del proprio parente defunto.

Fin qua tutto chiaro, come l’invitato dei miei parenti, a partecipare senza problemi a questa cerimonia millenaria.

Ma il relativismo si è disvelato improvvisamente inaspettato, quando uno degli zii, ha iniziato a fare i suoi inchini di fronte alla tomba di una delle nonne di famiglia.

Immediatamente, come resosi conto di aver commesso un errore, si è fermato, spostandosi di fronte alla tomba dell’altro nonno.

Io, ovviamente sono rimasto sorpreso e ho chiesto subito il perché di questo “strano” comportamento. La risposta della mia compagna è stata semplice e nello stesso tempo evidente: è cristiana!!

Al chè mi è stato chiesto: “quale gesto viene fatto davanti ad una tomba di un cristiano?

Io, con la semplicità della mia norGrassettomalità ed abitudine, gli ho mostrato il per me naturale “segno della croce!!”

Sorpresa per questa autentica “scoperta”, è quindi corsa subito a condividerla con gli altri parenti, così che anche loro sapessero cosa fare di fronte a questa “nonna” e che finalmente anche lei potesse ricevere il giusto “saluto” come gli altri parenti.

Ma il segno della croce non è un gesto privo di “significato” e anche loro lo sanno così che nessuno dei parenti è poi tornato indietro a salutare la “nonna”, come avrebbe sicuramente gradito: nessuno di loro è cristiano.

Al che, prima di andare via, non ho potuto fare e meno di dare a questa nonna cinese, morta cristiana, il suo giusto “saluto”, qualcosa che nessuno dei suoi parenti da decenni, le aveva mai “dato” nella giornata dei morti.

Da lassù, sono sicuro avrà sorriso, nel vedere questo “straniero” esprimere quel semplice gesto, di cui lei sicuramente conosce il profondo significato e finalmente avrà potuto così “festeggiare” anche lei la sua giornata.

Oggi è la Pasqua Cristiana, ma non lo è per la Cina, che infatti la vive come una giornata qualunque.

Ma per me oggi è stato comunque un giorno speciale ed emozionante, sapendo di questa nonna cinese che è vissuta ed è morta credendo veramente in tutto ciò, quale propria sofferta e tormentata scelta, senza uova o colombe, ma fatta solo di parole e valori, che da sempre ci appartengono da quando nasciamo.

Tutto ciò mi ha “riempito”, restituendomene il senso profondo di queste giornate, che forse la troppa abitudine (e il benessere), avevano “offuscato”, recuperando così emozioni che credevo dimenticate.

Buona Pasqua a tutti, soprattutto a questa nonna cinese, che oggi può tornare a vedere la “luce” e tornare a sorridere da lassù!

venerdì 10 aprile 2009

Italia e la "natura" della nostra bandiera!!!

« I tre colori della tua bandiera non son tre regni ma l'Italia intera:
il bianco l'Alpi,
il rosso i due vulcani,
il verde l'erba dei lombardi piani. »

Garibaldi in Sicilia, maggio 1860

giovedì 9 aprile 2009

Che i politici diano il “segno”...

(Lettera aperta al Presidente del Consiglio Pubblicata oggi su Affari Italiani )

Egr. Presidente Berlusconi, 

Dopo la tragedia che ha colpito l’Abruzzo e il suo appello ai connazionali di “offrire soldi”, è ora importante che il governo e i politici diano il “segno”, quello vero all’intero popolo Italiano.

Sarebbe veramente un’offesa alla dignità della gente accampata nelle tendopoli che il Governo, in maniera deliberata, gettasse al fumo non meno di 200 Milioni di EURO, per ragioni di mero calcolo politico che sconsigliano a qualcuno, di non accorpare le prossime tornate elettorali e il referendum.

Presidente, in questo caso, in questa situazione, non possono più valere gli interessi di parte, ma solo ed esclusivamente quelli nazionali e del proprio popolo.

Chi ha il dovere di gestirli, che ha ricevuto il voto per farlo, ora deve ricordarsi della missione che tutti gli Italiani, si aspettano sia realizzata.

Per cui, di fronte al dramma umano che non ha colore politico, ne di pelle, ne di nazione, occorre che l’Italia tutta eviti di ripetere i tremendi errori del passato, dove alcuni cittadini, per decenni, si sono sentiti di serie B ( o C) di fronte alle tragedie naturali dopo le quali, passata l’emergenza, molti di loro sono stati abbandonati.

Ora, proprio sposando l’idea del fare che ha lanciato in tutte le sue dichiarazioni pubbliche e che la caratterizza in questo periodo al Governo, è giunto il momento di fare la cosa giusta: accorpare le tornate elettorali, senza alcun indugio.

Contestualmente, i soldi risparmiati da tutta la collettività, destinarli direttamente alle azioni di supporto e ricostruzione, per cercare di accelerare il processo di ritorno alla normalità dell’area.

E’ un gesto concreto, privo di alcuna retorica che l’Italia tutta vedrebbe di “grande saggezza” e di Buon Governo.

Un modo per far sentire a tutti gli Italiani, anche quelli all’estero, di aver potuto contribuire direttamente ad aiutare i propri concittadini, in questo triste momento.

Non farlo sarebbe un indelebile segno di cinismo e ingiustificabile calcolo politico che rimarrà nel tempo, sommandosi ai precedenti casi di Mal Governo, di cui è caratterizzato il passato storico italiano.

Sarebbe ora che episodi simili restassero solo nella storia di questo, per quanto strano, grande, unico e glorioso paese.

Presidente Berlusconi, faccia questo gesto, dia il Segno che alle parole seguono realmente i fatti, quelli da lei stesso invocati, è nei suoi poteri, nelle sue possibilità, ma soprattutto è il gesto che  cristianamente è giusto fare ora in momenti come questi, una risposta vera alle invocazioni d’aiuto che ieri ha ricevuto di persona.

Sarebbe un modo reale per restituire ai terremotati in Abruzzo e a tutti gli Italiani, la dignità che saprà dare la forza di superare anche questo terribile momento che oltretutto arriva nella peggiore crisi finanziaria di sempre e che non consente più alcun calcolo politico a chicchessia.

In gioco ci sono vite umane, futuri di interi paesi e famiglie. Lasciamo quindi da parte qualunque frizione, conflitto ed interessi di parte e diamo una volta tanto, un segno unitario concreto, quale quello di usare la marea di soldi che si risparmierebbero, per una giusta causa, questa.

La ringrazio per l’attenzione.

mercoledì 8 aprile 2009

Jia You Abruzzo!! ( Forza Abruzzo!!)

Il terremoto in Abruzzo è ancora oggi sulle prime pagine dei giornali cinesi.


Oltre all’affetto che i cinesi nutrono per l’Italia, la sua cultura, il suo stile e la sua storia, un altro aspetto importante motiva però tanta attenzione e stupore.

Il fatto che il terremoto sia avvenuto in un area montana e come descritto nelle corrispondenze “le rocce rotolando, sono entrate nelle case della popolazione che stava dormendo”, ha molto colpito l’immaginario del cinese medio.

La ragione è semplice: i cinesi se possono, non costruiscono in aree montane, che sono infatti normalmente senza case, per una millenaria paura atavica che suggerisce essere una pratica pericolosa per due ragioni, i terremoti appunto e in alcune aree per i tifoni.

Per questa ragione, i cinesi rimangono affascinati, ma allo stesso tempo terrorizzati dalle nostre città, il più delle volte abbarbicate sulle rocce e sulle creste, spesso per ragioni storiche difensive, come del resto è anche per l’Aquila.

Non sorprende quindi che gli amici cinesi, resosi conto dei luoghi del disastro, all’unisono abbiano esclamato senza esitazione, che la ragione di tutto ciò era da ricercarsi nell’aver voluto costruire sulle montagne, sfidandole, una conferma dei loro millenari suggerimenti.

Ad avvalorare le loro tradizionali precauzioni, l’“anomalia” di quanto accaduto in Abruzzo: a fronte di un terremoto di così bassa magnitudo, i danni siano stati incredibilmente devastanti. 

Provare a spiegare che in molti casi le case crollate non erano fatte a “regola d’arte”, è però del tutto inutile, visto che la convinzione radicata prevale: in montagna, qualunque tipo di casa, ha poche possibilità di sopravvivere!!!.

Nelle loro analisi emerge anche l’ammirazione sul nostro modo preservare il patrimonio storico esistente, non fatto però solo di chiese e monumenti, ma anche di case d’antichissima origine, nelle quali ancora oggi si vive, come normale nei nostri centri storici.

Da ciò il fatto che, quando un cinese viene in Italia, rimane molto sorpreso che le case più costose non siano quelle nuove ma al contrario quelle più antiche e vetuste, tanto che la prima domanda che ti fa quando ne vede una antica è: “ ma ci vivono dentro?”

Tornando però alle corrispondenze cinesi, in esse emergono due ulteriori punti: il primo che sottolinea il non aver usato i basilari criteri antisismici nella gestione dei nostri centri abitati, il secondo evidenzia alcune criticità nella gestione del periodo pre-scossa.

Secondo i corrispondenti cinesi, i cittadini dell’area, anche a causa delle continue rassicurazioni delle autorità, erano infatti divenuti ormai “avvezzi” alle continue scosse e che quindi avessero abbassato pericolosamente la propria “soglia di attenzione”.

E a proposito di questo fatto, citano una frase detta dal Presidente della Provincia di dell’Aquila, Stefania Pezzopane, che testuale ha affermato “considerando quello che è successo, un po’ più di preoccupazione ed una maggiore attenzione avrebbe potuto salvare vite umane”.

Grande impressione poi oggi ha avuto la storia di Eleonora, trovata viva dopo ben 42 ore.

Qualcosa che, a quasi un anno del proprio terribile terremoto nello Sichuan, ha contribuito a far rivivere ai cinesi il profondo shock nazionale di allora, dal quale ancora oggi non si sono ripresi e che ora li rende estremamente partecipi di quanto sta accadendo in Italia.

Anche perché la Cina non scorda i concreti e consistenti aiuti Italiani delle prime ore del proprio terremoto nello Sichuan, qualcosa di cui sono ancora oggi grati e che ha contribuito a ritagliarci un piccolo e particolare spazio nel loro cuore.

Per cui anche dalla Cina: Abruzzo Jia You (Forza Abruzzo!!)

martedì 7 aprile 2009

Il "Metodo" Giuliani!!

Ben lungi da qualunque polemica, non si può però rimanere che sconcertati dai modi con i quali i vertici scientifici italiani sembrano gestire nella pratica la problematica legata ai terremoti in Italia, a partire proprio dal “metodo Giuliani”, approccio che ai molti che mi hanno scritto, è apparsa “saccenza” allo stato puro.

Va premesso che per l’Italia, risulterebbe fondamentale e sarebbe strategica, oltre ad una concreta pianificazione antisismica nel costruire, anche una seria ricerca in grado di comprendere meglio il funzionamento dei terremoti, cercandone un qualsiasi tipo di previsione, visto l’ingente patrimonio dei nostri centri storici e la logistica a rischio di molti dei nostri centri urbani.

A preoccupare sono infatti le parole dette nel ’97 da Boschi, dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia che ai tempi del terremoto Umbro affermò come anche in Italia “ci dobbiamo attendere un “Big One” paragonabile a quello della California, con magnitudo superiore ai 6, 7 della scala richter che colpirà le regioni meridionali e che farà migliaia di morti, stile quello di Messina”. 

Non si può quindi che rimanere basiti da alcune delle affermazioni di queste ore dei nostri “massimi esperti”.

Tra tutte, quella che veramente ti lasciano di sasso, sono le dichiarazioni rilasciate dal Direttore dell’Istituto Nazionale Terremoti, Giulio Selvaggi che ieri a Rai News 24, ha dichiarato come “il suo istituto NON FA PREVISIONI perché non hanno gli strumenti per prevedere i terremoti!!!

Per quanto prevedere i terremoti sia il Sacro Graal di tutti i sismologi, da queste affermazioni appare comunque chiaro che l’Italia non stia facendo probabilmente tutto il possibile per cercare in qualche maniera, di prevenire fenomeni naturali distruttivi, come e più di quello che ha colpito l’Abruzzo.

Quello che è certo, è che sicuramente siamo ancora molto lontani da quanto stanno cercando di fare altri paesi al mondo e nelle aree a più alta attività tellurica.

Prendiamo il caso di Giuliani. 

Come capita spesso in Italia, in solitudine ( e miseria) ha sperimentato metodi nemmeno troppo moderni od astrusi, come sui media si cerca di far passare, visto che se fosse vero a Taiwan, forse una delle aree a più alta attività tellurica del mondo, sono allora tutti matti, visto che nel 2000 nel centro-sud dell’isola, è stato impiantato un sistema di monitoraggio del Radon, con il quale lavorare seriamente sulla relazione tra eventi tellurici e gli anormali valori riscontrabili nell’area colpita.

Sempre sulle tesi di Giuliani, esistono poi molte pubblicazioni scientifiche di varie università di Taiwan, basate su prove empiriche sul campo da questo “laboratorio” privilegiato, vista la frequenza degli eventi tellurici nell’area, dati che sembrano dimostrare una relazione tra i grandi terremoti rilevati sull’isola e le anomalie nei livelli di Radon riscontrati.

Questi ricercatori hanno pubblicato le proprie ricerche anche in prestigiose Università Americane come ad esempio Stanford, oltretutto molto interessata stando in California e la necessità di monitorare la faglia di S.Andrea, che potrebbe scatenare il “Big One” che può distruggere questa parte d’America.

Ovviamente nella continua lotta tra uomo e natura per cercare di prevedere fenomeni come quelli dei terremoti, siamo ancora nella fase di ricerca e del provarci comunque ad ogni costo, sperando di trovare un metodo valido ed affidabile.

La storia è costellata di successi ed insuccessi per quanto riguarda la previsione dei terremoti, così accade che nel 1975 in Cina fu previsto il terremoto di magnitudo 7,3 di Haicheng, mentre nulla si riuscì a fare nel prevedere quello dell’anno successivo a Tangshan che procurò centinaia di migliaia di morti.

Ma torniamo ai nostri massimi esperti. Sempre nel ‘97, l’allora direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica Rovelli ebbe a dire che “noi non siamo così pessimisti nel pensare che i terremoti non siano prevedibili, riteniamo che la ricerca debba continuare a impegnarsi più a fondo. Esistono diversi fenomeni precursori, di natura geochimica, geofisica, elettromagnetica, il cui studio potrà portare, in futuro, a prevedere l'arrivo di un terremoto distruttivo. Risorse permettendo, l'Istituto avvierà quanto prima un programma di ricerca".

Bene, tutto questo 12 anni fa!

La domanda sorge spontanea: è mai partito il programma di ricerca citato da Rovelli, ma soprattutto Giuliani cosa stava cercando di fare di così terribile, da meritarsi cotanto trattamento??

lunedì 6 aprile 2009

UN PIANO-CASA ANTISISMICA - Pianto da Coccodrillo Italiano: evitabile investendo sulle case sicure!!!

Sempre dopo ogni tragedia simile l'Italia piange i propri morti.

E tutti già a domandarsi: ma non si poteva evitare una tale catastrofe?

Se forse non si poteva prevedere la scossa di per sè, di sicuro costruire meglio sapendo perfettamente che ciò salverà i suoi inquilini, se e quando un terremoto arriva, sembra essere l'unica cosa possibile per evitare che il terremoto possa diventare in una tragedia come quella che si sta consumando in queste ore.

Addirittura, a conferma che qualcosa sul territorrio non sia andato per il verso giusto, sono i crolli e le inagibilità di strutture quali ospedali e dormitori scolastici che dovrebbero dare maggiori garanzie di sicurezza in situazioni come quelle di queste ore.

Nei giorni scorsi si è parlato molto di "piano casa".

Bene, una proposta concreta che in queste ore potrebbe essere fatta, è quella d'investire più che negli "allargamenti" delle case, piuttosto in una azione per mettere in "sicurezza" il patrimonio delle case e dei monumenti, che costruiti non con criteri sismici, oggi si sono dimostrate armi terribili.

Quindi lanciare un PIANO CASA ANTISISMICA, con il quale incentivare gli adeguamenti necessari affinchè fatti del genere non abbiano a ripetersi.

Prendiamo ad esempio il Giappone, dove un terremoto della Magnitudo simile a quello che ha colpito l'Abruzzo sarebbe stato considerato ordinaria amministrazione.

Costruire meglio e secondo principi antisismici, oltre a dare maggiore sicurezza, serve per preservare veramente il nostro patrimonio artistico che come dimostra quanto accaduto in Abruzzo, non è in grado di resistere all'incedere del tempo e che nel contempo rappresenta il nostro valore nazionale.

E' un lavoro enorme, ma che va fatto, prima che ciò caschi sotto il prossimo terremoto o peggio da solo, per sfinita vecchiaia!

Intervista audio e "denuncia" di Giuliani: si poteva prevedere!!!

Qui il link all'audio di Giuliani che spiega meglio quanto da lui affermato e "accusa" i responsabili nazionali che non si è fatto tutto il possibile per evitare questa che continua a definire "prevedibile" tragedia. (Ascolta)

Di seguito la ricerca Google sul tema e le diverse posizioni sulla rete (Link)

Terremoto L'Aquila: ERA STATO PREVISTO!!

Stanotte il forte terremoto che ha colpito l'Aquila.

Ho saputo dell'accaduto dalle notizie cinesi, perchè i giornali online italiani sono ancora tutti con la prima pagina sul missile Coreano!!!

Le fonti cinesi oltretutto non parlano però di una scossa di magnitudo 5.8 della Richeter ma addirittura di magnitudo 6.7!!!

D'istinto, facendo mente locale, mi sono ricordato che era stato AMPIAMENTE PREVISTO nei giorni scorsi.

Sulla questione il responsabile della Protezione Civile Bertolaso mi ricordo però come si scagliò contro, testuale, "«quegli imbecilli che si divertono a diffondere notizie false», chiedendo una punizione esemplare. (leggi Corriere della sera del 1° Aprile)

Il "pazzo" era un certo Giuliani del Laboratorio Nazionale del Gran Sasso uno dei nostri massimi laboratori scientifici.

Ora il terremoto, ampiamente previsto, si è dimostrato in tutta la sua potenza, fa paura il fatto che sia accaduto alle 3.32, in piena notte e con tutte le famiglie in casa a dormire.

Dopo l'emergenza, ci sarà da capire perchè la Scienza non è stata presa sul serio visto che avrebbe potuto evitare molte delle molte vittime di questa autentica catastrofe.

Proprio ora su Rainews 24, la Protezione Civile ha confermato che è stato un Terremoto IMPORTANTE, esattamente come previsto da Giuliani.

Ora non è il momento di polemiche. Speriamo solo il conto delle vittime non sia così terribile come le prime immagini sembrano presagire, ma dopo l'emergenza, occorerà fare luce su quanto accaduto, prima di questo terribile evento, proprio per evitare che riaccadano anche nel futuro in Italia o nel mondo.

Update: ora su Rainews24 Bertolaso in persona, ha affermato che è stata una delle "peggiori tragedie dall'inzio del millennio!!". Non solo ha informato che in queste ore il Presidente Consiglio sta per firmare lo stato di calamità naturale e che il responsabile della Protezione Civile, verrà nominato Commissario Straordinario per il Governo. 

Non solo ha confermato, che secondo i suoi dati e quelli delle varie strutture scientifiche da lui coordinate come la Commissione Nazionale Grandi Rischi, le conclusioni di questi "esperti", anche a seguito delle continue scosse delle ultime settimane, furono che "non si poteva prevedere l'evolversi della situazione".

Bertolaso ha anche ammesso che non si poteva prevedere di dover evacuare una intera regione!!

Dopo queste parole ufficiali, appare ancora più evidente che occorra nei prossimi giorni comprendere a fondo chi e come abbia studiato quanto stava accadendo in quelle aree, per poi arrivare a queste terribilmente sbagliate conclusioni che hanno portato a dare addirittura "dell'imbecille"  a chi chessia.

Update: Appena ora Giulio Selvaggi direttore dell'Istituto Nazionale Terremoti su Rai News 24 ha appena detto che il suo istituto NON FA PREVISIONI, perchè non hanno gli strumenti per prevedere alcun terremoto!!! 

Update: Boschi direttore Istituto Nazionale Geofisica ha affermato a Rai News 24 che fosse impossibili prevedere un terremoto e ha affermato di sapere poco sulle dichiarazioni di Giuliani e che secondo lui aveva "solo" previsto un grosso terremoto a Sulmona. 

Morale: Sicuramente qualcosa non torna visto che tra quanto accaduto e le "rassicurazioni"degli ultimi giorni date delle autorità competenti alla popolazione, ce ne passa. 
Si vedrà in seguito se e chi non ha monitorato con adeguata attenzione, visto che sempre secondo Giuliani i sismografi, prima delle fatidiche 3.30 di stanotte sembra avessero già dato "segni" evidenti di quanto poi è accaduto.

venerdì 3 aprile 2009

La "rivoluzione" cinese che fa paura a Obama

faccia a faccia Hu Jintao e Obama a Londra. L’inizio di un dialogo che può aiutare gli equilibri mondiali e premessa per il discorso che Hu farà al G20, dove proporrà la “ricetta” Cinese per cercare di cambiare il corso degli eventi mondiali.

La Cina si augura nel successo del G20 in corso, attribuendo grande importanza al fatto che sia giunto il momento che le grandi potenze mondiali inizino ad ascoltare veramente e comprendano a fondo i punti di vista allargati di tutta la comunità mondiale, smettendo di decidere e deliberare su particolarismi, ormai del tutto inapplicabili, vista l’interconnessione in tempo reale dell’intero sistema economico sociale.

Parafrasando il famoso principio fisico, “un battere d’ali di farfalla nei paesi sviluppati, può scatenare la tempesta dall’altra parte del mondo”!

E ora l’altra parte del mondo è preoccupata, perché la tempesta è nei paesi sviluppati!! (Leggi)

giovedì 2 aprile 2009

G20: Rivoluzione in Vista!!!

Tornando seri, quanto sta accandendo a Londra sembra essere qualcosa di ben più profondo di come vogliano farlo passare molti media (o politici).

Lo scontro è tra ricchi e poveri, non tra diverse ideologie o preconcetti, una battaglia vera, che dalla Francia e dai "Rapimenti" di questi ultimi giorni, sta minando le basi stesse di quello che chiamiamo Democrazia, che sembra aver fallito nel suo compito principale: ridurre le differenze e le disuguaglianze.

Le pari opportunità sono state negate e ora che viene a galla la verità e la strumentalizzazione per la ricchezza dei soliti pochi noti, è evidente che la massa non ne possa più, ma soprattutto non creda più alle parole.

Se dal vertice di Londra non escono segnali "forti" di un cambiamento, ma soprattutto qualcosadi  veramente convincente, è chiaro che quanto è successo in Francia non tarderà a diffondersi a macchia d'olio per tutto l'occidente.

Ma occorre anche ricordarsi quanta "rabbia" sia  maturata negli ultimi decenni nei paesi in via di sviluppo, una rabbia che presto o tardi si farà viva, visto che loro ancora oggi non hanno nulla, visto che il tutto se lo sono "pappato" molti dei democraticamente eletti dei paesi sviluppati.

G20: Altro che gaffe, vai con la OLA!!!

In America ( e non solo) chissa in quanti avranno fatto la OLA nel vedere la First Lady americana abbracciare, toccare, mettere sullo stesso piano dei comuni mortali, riportandola sulla terra, niente che meno che la Regina Elisabetta d'Inghilterra.

Un gesto di grande significato che, vista la preparazione che questi personaggi hanno nei momenti che contano, difficile pensare sia stato SOLO casuale.

Una nera che viola i protocolli piramidali da secoli in vigore rappresenta un segno, un messaggio che i tempi sono irremediabilmente cambiati, trasformando la potente Elisabetta nalla più congrua parte di una nonnina che ispira tenerezza.

E in America è partita la OLA e chissa in quanti, sapendo della suscettibilità inglese in materia di protocolli, abbiano interpretato ciò come la prova che il periodo della "Grande Inghilterra" sia da tempo bello che sepolto, prendendosi così una bella rivincita sui mai troppo amati "cugini".

G20:Momento di ricreazione!!

Hu Jintao- Obama: l'incontro!!

A Londra, a margine del G20, si è finalmente svolto l'atteso incontro tra il presidente Cinese Hu Jintao e quello Americano Obama.

Questa è stata l'occasione per ribadire l'intenzione di entrambe le amministrazioni, di continuare a cooperare in maniera sempre più stretta, sulle principali questioni mondiali.

Obama ha anche già accettato l'invito di Hu Jintao a visitare la Cina, entro la fine di quest'anno, segnale ed impegno affinchè le relazioni tra i due paesi continuino a migliorare ecome affermato da Hu, "contribuiscano alla pace, la stabilità e alla prosperità dell'area Asiatico- Pacifico e del mondo".

I due leader si sono poi trovati d'accordo per sempre più frequenti consultazioni reciproche, anche attraverso la creazione di un "Forum China - US Strategico ed Economico" che favorisca il coordinamento tra le due nazioni, non limitandosi però solo ad un dialogo di carattere commerciale ed economico, allargandolo anche a questioni sociali, militari e tecnologiche.

Ora c'è da attendere, come del resto annunciato dal Vice Ministro degli Affari Esteri Cinese, il discorso che Hu Jintao farà durante il proseguo dei lavori del G20, discorso nel quale verranno esposte le "ricette" cinesi per risolvere la crisi in corso, crisi come sottolineato dallo stesso Obama, "è risolvibile solo attraverso un comune lavoro di tutte le nazioni, senza protezionismi e altri errori che poi portarono alla Grande Depressione".

Una apertura mentale importante, buon viatico per poter "comprendere" ed ascoltare le proposte cinesi che Hu si accinge a fare che intendono proprio "rivoluzionare" il modo fin qui seguito nella gestione degli equilibri mondiali, fino ad ora strettamente connesso con le fortune e i destini di una sola nazione: gli USA.

La posizione di Hu, appare essere molto in linea con quella fin qui tenuta da Francia e Germania, che confermano sia giunto il momento per riscrivere le regole complessive della finanza mondiale e nel contempo evitare che gli USA esportino inflazione al solo scopo di ridurre il proprio debito, scaricando sulle altre nazioni l'onere di dover sostenere le sorti della prima potenza economica mondiale, causa stessa della crisi in corso.

mercoledì 1 aprile 2009

La Cina avrà il suo Nasdaq

Ormai è evidente come Usa e Cina stiano “marcandosi” strettamente su qualsiasi questione, così come la crisi finanziaria stia aprendo ampi spazi, nei quali i Cinesi si stanno inserendo con sempre maggiore frequenza.

Non sorprende quindi che ora, la Cina voglia replicare anche uno dei successi storici della finanza americana: il Nasdaq. 

GEM il NASDAQ CINESE - Si chiamerà GEM (Growth Enterprise Market), un nome che evoca l’approccio che i cinesi vogliono avere sulla questione, una piattaforma finanziaria dedicata a supportare start-up innovative e tecnologiche.

In realtà il progetto non è nuovo, visto che fu pensato ben già 10 anni fa, ma dopo l’esplosione nel 2000 della bolla finanziaria legata alla new economy e alle dot.com, il progetto della creazione del GEM cinese, fu temporaneamente sospeso, fino ad oggi.

Basata ovviamente a Shenzhen, l’area con il più alto tasso tecnologico della Cina, il GEM cinese sarà fortemente focalizzato sulle piccole imprese a grande potenziale di crescita, con l’obbiettivo di diventare lo spazio per trovare finanziamenti e supportarne la crescita.

I REQUISITI PER LA QUOTAZIONE - Le potenziali aspiranti di questo nuovo listino tecnologico cinese, dovranno però rispettare rigorosamente alcuni parametri, quali:
  • un capitale sociale superiore ai 30 Milioni di Yuan (oltre 3 Milioni di Euro)
  • avere avuto utili per due anni consecutivi e redditività combinata di almeno 10 Milioni di Yuan (oltre 1 Milione di Euro), 
  • fatturato di almeno 50 Milioni di Yuan (oltre 5 milioni di Euro);
  • utili di almeno 5 milioni di Yuan (oltre 500.000 Euro) nell’ultimo anno fiscale, 
LA TRASPARENZA DEI DATI - Ma l’aspetto fondamentale che sta a cuore ai cinesi, è la trasparenza nella diffusione dei dati e dei risultati aziendali da parte delle imprese, così come l’efficienza dei controlli e la vigilanza che la piattaforma GEM dovrà garantire, così da evitare criticità simili a quelle di questi mesi, su quasi tutti i mercati finanziari.

Questa iniziativa, intende essere un concreto supporto alle imprese innovative cinesi ma anche il punto di partenza per la crescita di un mercato di capitali cinesi, in grado di finanziare in maniera sistematica una nuova generazione d’imprese ad alto potenziale di crescita e tecnologiche.

UN'INDICE DI BORSA CONTRO IL CREDIT CRUNCH è anche una risposta alla situazione che si è venuta a creare a causa della crisi finanziaria, dove gli istituti bancari sono diventati sempre più prudenti a concedere prestiti alle start-up, situazione che finisce anche per colpire le piccole imprese che in Cina di fatto rappresentano il 99% delle imprese e danno lavoro al 75% degli occupati del paese.

Il progetto della GEM appare anche del tutto in controtendenza rispetto a quanto sta accadendo agli altri mercati finanziari mondiali, che di fatto stanno subendo tutti forti ridimensionamenti ed accorpamenti.

La Cina sembra dimostrare, ancora una volta, come solo attraverso l’agire e la creazione di nuove innovative iniziative, si potrà sperare di superare la crisi attuale, per creare un futuro fatto si di grandi multinazionali, ma soprattutto da milioni di “invisibili” aziende che, dati alla mano, rappresentano però l’asse vero di tutte le nazioni.

L'ATTENZIONE ALLE PMI - Quello delle piccole imprese è il vero asset che il governo cinese intende salvaguardare attraverso anche questa iniziativa, cercando nel contempo, di lanciare nuove imprese in grado di diventare i leader del futuro, trainando così la crescita sia economica del paese che di competenze tecnologiche necessarie per rinnovare l’industria cinese.

Un messaggio sul quale riflettere, visto che lo scenario cinese assomiglia incredibilmente a quello italiano che anche nei suoi massimi splendori degli anni scorsi, è stato sempre strettamente collegato al successo, spesso planetario, delle proprie “multinazionali tascabili” del Made in Italy.

Le stesse che ora la Cina spera possano trovare nel GEM il proprio terreno fertile per poter diventare le solide protagoniste del crescente “Made in China” futuro.