martedì 7 aprile 2009

Il "Metodo" Giuliani!!

Ben lungi da qualunque polemica, non si può però rimanere che sconcertati dai modi con i quali i vertici scientifici italiani sembrano gestire nella pratica la problematica legata ai terremoti in Italia, a partire proprio dal “metodo Giuliani”, approccio che ai molti che mi hanno scritto, è apparsa “saccenza” allo stato puro.

Va premesso che per l’Italia, risulterebbe fondamentale e sarebbe strategica, oltre ad una concreta pianificazione antisismica nel costruire, anche una seria ricerca in grado di comprendere meglio il funzionamento dei terremoti, cercandone un qualsiasi tipo di previsione, visto l’ingente patrimonio dei nostri centri storici e la logistica a rischio di molti dei nostri centri urbani.

A preoccupare sono infatti le parole dette nel ’97 da Boschi, dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia che ai tempi del terremoto Umbro affermò come anche in Italia “ci dobbiamo attendere un “Big One” paragonabile a quello della California, con magnitudo superiore ai 6, 7 della scala richter che colpirà le regioni meridionali e che farà migliaia di morti, stile quello di Messina”. 

Non si può quindi che rimanere basiti da alcune delle affermazioni di queste ore dei nostri “massimi esperti”.

Tra tutte, quella che veramente ti lasciano di sasso, sono le dichiarazioni rilasciate dal Direttore dell’Istituto Nazionale Terremoti, Giulio Selvaggi che ieri a Rai News 24, ha dichiarato come “il suo istituto NON FA PREVISIONI perché non hanno gli strumenti per prevedere i terremoti!!!

Per quanto prevedere i terremoti sia il Sacro Graal di tutti i sismologi, da queste affermazioni appare comunque chiaro che l’Italia non stia facendo probabilmente tutto il possibile per cercare in qualche maniera, di prevenire fenomeni naturali distruttivi, come e più di quello che ha colpito l’Abruzzo.

Quello che è certo, è che sicuramente siamo ancora molto lontani da quanto stanno cercando di fare altri paesi al mondo e nelle aree a più alta attività tellurica.

Prendiamo il caso di Giuliani. 

Come capita spesso in Italia, in solitudine ( e miseria) ha sperimentato metodi nemmeno troppo moderni od astrusi, come sui media si cerca di far passare, visto che se fosse vero a Taiwan, forse una delle aree a più alta attività tellurica del mondo, sono allora tutti matti, visto che nel 2000 nel centro-sud dell’isola, è stato impiantato un sistema di monitoraggio del Radon, con il quale lavorare seriamente sulla relazione tra eventi tellurici e gli anormali valori riscontrabili nell’area colpita.

Sempre sulle tesi di Giuliani, esistono poi molte pubblicazioni scientifiche di varie università di Taiwan, basate su prove empiriche sul campo da questo “laboratorio” privilegiato, vista la frequenza degli eventi tellurici nell’area, dati che sembrano dimostrare una relazione tra i grandi terremoti rilevati sull’isola e le anomalie nei livelli di Radon riscontrati.

Questi ricercatori hanno pubblicato le proprie ricerche anche in prestigiose Università Americane come ad esempio Stanford, oltretutto molto interessata stando in California e la necessità di monitorare la faglia di S.Andrea, che potrebbe scatenare il “Big One” che può distruggere questa parte d’America.

Ovviamente nella continua lotta tra uomo e natura per cercare di prevedere fenomeni come quelli dei terremoti, siamo ancora nella fase di ricerca e del provarci comunque ad ogni costo, sperando di trovare un metodo valido ed affidabile.

La storia è costellata di successi ed insuccessi per quanto riguarda la previsione dei terremoti, così accade che nel 1975 in Cina fu previsto il terremoto di magnitudo 7,3 di Haicheng, mentre nulla si riuscì a fare nel prevedere quello dell’anno successivo a Tangshan che procurò centinaia di migliaia di morti.

Ma torniamo ai nostri massimi esperti. Sempre nel ‘97, l’allora direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica Rovelli ebbe a dire che “noi non siamo così pessimisti nel pensare che i terremoti non siano prevedibili, riteniamo che la ricerca debba continuare a impegnarsi più a fondo. Esistono diversi fenomeni precursori, di natura geochimica, geofisica, elettromagnetica, il cui studio potrà portare, in futuro, a prevedere l'arrivo di un terremoto distruttivo. Risorse permettendo, l'Istituto avvierà quanto prima un programma di ricerca".

Bene, tutto questo 12 anni fa!

La domanda sorge spontanea: è mai partito il programma di ricerca citato da Rovelli, ma soprattutto Giuliani cosa stava cercando di fare di così terribile, da meritarsi cotanto trattamento??