Video Passeggiata Cinese nello spazio
Chinese Astronaut First Spacewalk 中国航天员翟志刚首次太空行走
Step by step (yi bu yi bu appunto)osservare da Shanghai come la Cina cambia e il mondo con essa. Ma soprattutto, quali spazi l'Italia potrà ritagliarsi per recuperare una sua nuova identità nel nuovo mondo "cinesizzato", per un secondo rinascimento?
Sarah Palin potrebbe essere la prossima Vice Presidente USA.
Ormai sulla rete i video CV Resumes sono il futuro per cercare una occupazione.
Ecco quello della aspirante "Vice President" della campagna elettorale "più pazza" del mondo"
E a seguire il "programma" ... molto speciale (benedizione contro la stregoneria):
Pubblicato da Alberto Fattori alle 18:14
Contesti: Intermet Media, Politica, Politica Internazionale, Sarah Palin, Usa, Video of the day
Pubblicato da Alberto Fattori alle 15:28
Contesti: Affari Italiani, Alitalia
Pubblicato da Alberto Fattori alle 18:18
Contesti: Cibo, Cina, Latte, Ristoranti Cinesi
Pubblicato da Alberto Fattori alle 23:35
Contesti: Economia, Finanza, lehman Brothers, Usa
Pubblicato da Alberto Fattori alle 01:26
Contesti: Blogger, Innovazione, Italia, Riflessione dalla Cina
Fa piacere vedere come alla fine, personaggi fini e validi come Bernabè, oltretutto con una regolare frequentazione con la Cina, definiscano necessario un New Deal per creare l'infrastuttura della Società dell'Informazione futura (Ngn).
Diciamo che per attivare tutto ciò occorrebbe una sorta di "stimolino", nel senso che occorre "ripassare dal via" dei governi ed in particolare nel caso italiano, si deve prima "rimettere a posto" i danni creati dalla "sciagurata" privatizzazione di Telecom.
Nessuno allora sapeva realmente come le cose si sarebbero evolute veramente.
Preso atto di quanto è accaduto, buon senso suggerirebbe di "ritornare al futuro", passando prima da una fase governativa e poi ri-privatizzando.
Tutto cio secondo però una logica di sistema, un gioco di squadra sotto la regia degli interessi nazionali e non condizionabile dai soli conti (interessi) aziendali.
New Deal è sinonimo di Rinazionalizzazione degli assets strategici e regia da parte dei governi.
Ergo, per evitare che il discorso rimanga confinato a pochi saggi, data l'importanza della questione, chiariamo che il Governo Italiano deve mettere nella propria prossima finanziaria il capitolo Ngn.
Un piano, nero su bianco, occorre che esista, al di là delle intenzioni e delle parole di alcuni decision makers.
L'uomo della strada deve sapere che è suo diritto avere pane, acqua, energia e CONNESSIONE ALLA RETE!
Il mondo è fatto di dentro e fuori, amici e parenti….
Appartenere, sentirsi parte di qualcosa è importante, gratificante, da l’energia e il senso a molte cose, azioni, pensieri.
La rete ha il pregio di connettere in “tempo zero” tutti coloro che sono online, dando il senso di uno spazio, idee, azioni condivise praticamente infinito.
Molte amicizie sulla rete diventano matrimoni e fanno figli. Quindi sono sempre una cosa seria.
Ma recentemente seguendo varie discussioni ed eventi connessi alla rete, mi accorgo che il vecchio essere utenti o meno sta diventando il nuovo muro di Berlino da abbattere (o alzare) per tenere a dovuta distanza qualcun altro.
Lo stesso accadde quando agli albori della rete, “gli altri”, guardavano “questi ragazzi” con sospetto, timorosi da una parte di fare la figura dei fessi, ma soprattutto temendo il cambiamento che intuivano si portavano dietro.
Dopo anni e anni di comune proselitismo, in molti per fortuna hanno fatto il “salto della quaglia” e si professano “fedeli innovatori ed utilizzatori”, ma ora il contrasto si è spostato da un piano tecnologico della prima fase (cosa è?) a quello dei contenuti (come lo uso e cosa metto dentro?) .
Metafora del mondo reale, la rete è complessa quanto la vita che conosciamo, solo che è alla centesima potenza, visto che è capace di connettere, quasi fosse contemporaneamente una macchina del tempo e di trasporto, ogni dove con ogni dove, una mente con un’altra mente a migliaia di chilometri di distanza, in tempo zero.
Dalla linea basica iniziale, adesso stanno emergendo una marea di declinazioni (d’usi).
C’è ancora tanto da fare, ma se oggi le telecomunicazioni (45 mld) rappresentano solo in Italia già 5, 6 volte il mercato della Televisione (8 Miliardi), questo risultato spiega più di tante parole, quanto la rete sia già qualcosa di profondo, visto che l’assioma Telefonia – Internet - Tv è destinato a sparire in un unico TIT di uso immediato, fruibile come accendere un odierno forno a micronde.
Ma se sul piano ambientale l’entusiasmo è palpabile, altro sta prendendo una piega poco edificante.
Dopo tutto il lavoro fatto e le basi stesse della rete, molti dei nuovi internauti stanno troppe volte classificando (cercando) i diversi usi, sottolineando il senso di appartenenza a questo a quello, come fu la diatriba tra Mac e Windows che ha popolato le nottate di tutti noi negli anni ’90 ( mai finita e spostatasi ora sugli IPOD e i fratelli minori).
Essere Blogger è un “no sense”, visto che assomiglia alla classificazione data ai siti aziendali divisi per settori merceologici ed industriali.
Quindi nessuno è blogger, tutti sono blogger, senza escludere o includere nessuno.
Altrimenti molte discussioni recenti che vedo popolare la rete, finiscono ad assomigliare a discussioni “condominiali” che hanno solo uno scopo, quello di continuare a tirare una linea tra chi è dentro da chi è fuori, creando una sorta di “branco”.
Tutto ciò è un “no sense” in quanto la rete per definizione è anarchica così come lo sono i suoi ospiti, quindi non accetta alcuna classificazione che la incanali.
Essere Blogger sembra, oltre ad una moda del momento, più utile a qualcuno per essere accettato che una reale posizione in uno spazio del tutto inesistente, se non nella mente di chi crede esista.
Giornalismo, media, blog, siti web, si muovono come il Blob (non Blog) e importante è solo il contenuto, le emozioni che il singolo, gruppi di singoli o l’impresa o i gruppi di imprese, le associazioni di imprese e persone intendono condividere.
I modi per farlo si sono moltiplicati, stratificandosi attraverso connessioni di sinapsi ora Web, ora telefonica (SMS), ora in periodici incontri tra persone reali.
Lo stare bene con gli altri è la ragione che motiva una cena, un incontro, una discussione.
Farlo diventare un senso di appartenenza a qualcosa di astratto, pensando così di innovare la società esistente è alquanto fuori luogo, in quanto qualcosa di innovativo oggi diventa d’uso comune domani.
Oggi siamo in una fase di cambiamento ed abilitante di nuove forme di comunicazione. Domani sempre più persone finiranno per usarle senza per questo classificarsi o distinguersi per l’uso o meno di quelle che sono semplicemente tecnologie di comunicazione.
L’emersione invece di un uso “improprio” o di appartenenza a quelle cominciano ad assomigliare a delle vere e proprie “caste di eletti”, mi pare personalmente del tutto fuori luogo, visto che proprio per allargare la base di utenti e “cittadini” di questa “Società dell’Informazione”, occorre che ciascun nuovo “abitante” debba sentirsi come a casa propria.
Un dubbio: non è che tutto ciò sia funzionale ad un’economia degli eventi che cerca di trarre ritorni commerciali da questa “artificiosa classificazione”?
Pubblicato da Alberto Fattori alle 20:29
Contesti: Blogger, Intermet Media
Lehman Brothers fallisce e i suoi impiegati in tutto il mondo hanno fatto “armi e bagagli” in una notte.
In Cina, nello stesso momento, China Merchants Bank Co. ha visto volatilizzare i 60 milioni “senior debt” e 10 milioni di “subordinated debt” di Lehman: 70 Milioni di euro in una notte!
Ieri AIG ha ricevuto un prestito ponte dal governo di 85 Miliardi di dollari ed è diventa società di Stato (79,9% del capitale del Governo USA)
Dal 2003 AIG è azionista della People’s Insurance Company of China (PICC), avendone acquisito il 9,9% delle quote al momento della IPO, dopo che con PICC aveva creato una Join Venture (AIA) al 50% ed essere stata la prima assicurazione occidentale ad entrare sul mercato cinese.
La Cina possiede circa il 30% dei buoni del tesoro americano, di fatto la cassa con la quale gli USA stanno cercando, in queste ore, di tappare le enormi falle nel proprio sistema finanziario ed economico (Freddie Mac, Fannie Mae, AIG …).
Da queste semplici valutazioni, appare evidente come la crisi finanziaria di questi giorni, abbia già “coinvolto” anche la Cina, viste le profonde relazioni che esistono tra le due economie, ma soprattutto si stanno confrontando sul campo, due diversi modelli di sviluppo.
Per quanto la crescita economica e finanziaria cinese sia stata infatti sostenuta pesantemente anche da investimenti diretti in Cina di molte delle multinazionali americane, tanto che l’appena fallita Lehman, era stata da poco insignita del premio “Best M&A House in China”, il sistema cinese non dipende totalmente da esse, anzi, sta creando un vero e proprio originale ibrido
Dopo la crisi dei mercati asiatici del ’97, la Cina aveva costruito il proprio modello di sviluppo seguendo molte delle linee guida alla base di quello americano, con alcune modifiche sostanziali, che alla luce dei fatti di questi giorni, appaiono molto significative.
La scelta liberistica fatta dalla Cina nel 2001 con il suo ingresso nel WTO, non è stata infatti aprioristica, ma al contrario sono state introdotte varianti che di fatto hanno creato quello che potremmo definire “Liberismo alla Cinese”.
Il mix pubblico e privato che caratterizza lo sviluppo Cinese e che fa storcere fuori luogo molti “miopi” economisti occidentali, dove il pubblico da la direzione al mercato, definendo a priori gli interessi nazionali, per poi definire le regole del gioco e i paletti, spesso anche molto limitanti, ha proprio lo scopo di evitare situazioni quali quelle che si stanno vivendo in USA.
Per il modello cinese, la ricchezza creata dalle imprese deve rimanere un fatto sociale che crea ricchezza e lavoro localmente e non trasformarsi in un fatto meramente finanziario.
Ma non solo, nel suo sviluppo internazionale la Cina con i paesi con cui entra in contatto, privilegia il mutuo scambio di beni e risorse primarie ed infrastrutturali alle azioni strettaemente finanziarie.
Il “crescere e consolidare”, è il motto di base che anima i programmi di sviluppo cinesi dei prossimi decenni.
Per contro, l’America, vive tutto con orizzonti temporali strettissimi, immediati con un liberismo sfrenato poco o per nulla regolamentato ed una quotidianità scandita dai risultati di borsa delle proprie aziende.
Questo fatto ha finito per “stressare” la propria crescita, giunta già tempo fa al limite di rottura, ma che invece di essere consolidata, ha decretato il successo del “debito”, quale nuova via per un benessere diffuso.
Così non è stato, anzi creditore e debitore, ora sono legati a doppio giro da un cappio che rischia di “ammazzare” entrambi.
Quale controprova, basti vedere quanto successo nel Vietnam, ora nel bel mezzo di una crisi economica senza precedenti, caso che dimostra come il liberismo applicato senza regole chiare, diciamo alla americana, rischi di provocare un effetto boomerang ben peggiore delle stesse condizioni di partenza.
Altra particolarità che distingue la strada cinese è che l’intervento di Stato non è visto come un fatto negativo, anzi, viene considerato doveroso, dato il rapporto che l’economia deve avere nello sviluppo del paese e non trasformarsi semplicemente in ricchezza per i “pochi” azionisti di borsa.
Per cui da tempo, le aziende cinesi sono accompagnate dallo stato in graduali e crescenti privatizzazioni e che poi ha il dovere di aiutarle a crescere forti e sane, dando loro modo di essere “protette”, quando necessario.
Questo approccio è per molti economisti ed intellettuali occidentali “fumo negli occhi”, ma alla luce di quanto accaduto in America si è dimostrato essere l’unico modo sensato di agire per far si che il valore sociale delle imprese venisse salvato, a scapito di quello meramente finanziario.
Ora occorre gettare le basi per uno sviluppo diverso da quello seguito fino ad ora, tracciando linee di uno “sviluppo sostenibile”, combattendo i falsi miti finanziari del liberismo senza regole e spregiudicato degli ultimi decenni, favorendo invece l’emergere di un nuova ricchezza diffusa, patrimonio della società e non proprietà delle imprese alla ricerca di rapidi arricchimenti per i propri pochi azionisti.
Questa esigenza accomuna profondamente occidente ed oriente, un’innovazione che deve essere condivisa di un nuovo modello, attorno al quale concentrare le energie di tutti.
Pubblicato da Alberto Fattori alle 20:29
Contesti: Cina, Economia, Politica Internazionale, Riflessione dalla Cina, Usa
Il suo modo di "scoprire" mi ha sempre sorpreso, anche quando passò di recente da Shanghai, una città fatta di grattacieli, altissimi e lui, li in giro, con il suo "vespino" ... d'altri tempi.
Pubblicato da Alberto Fattori alle 04:27
Contesti: Bettinelli, Terzani
Pubblicato da Alberto Fattori alle 01:37
Contesti: Fibra, Intermet Media, Italia
Pubblicato da Alberto Fattori alle 18:29
Contesti: Intermet Media, Politica Internazionale
Oggi sul Corriere una fotografia, uno spaccato sui 2/3 del mondo che "vuole crescere". (Video)
Pubblicato da Alberto Fattori alle 17:43
Contesti: Asia, Economia, lehman Brothers, Usa
Oggi in Cina, si festeggia il Moon Cake o Mid - Autumn Festival ... il momento di riunificazione ed incontro delle famiglie e del "panettone cinese"....
Pubblicato da Alberto Fattori alle 22:00
Contesti: Festival di Metà Autunno, Moon Cake
Pubblicato da Alberto Fattori alle 22:53
Contesti: Intermet Media
Pubblicato da Alberto Fattori alle 18:25
Contesti: Innovazione, Intermet Media, Italia, Mario Valducci, Telecom Italia, Telefonica
Pubblicato da Alberto Fattori alle 00:25
Contesti: Alitalia, Riflessione dalla Cina
E' stato creato dal giornale di partito People's Daily, il Fan Club del Presidente e del Primo Ministro Cinese.
Pubblicato da Alberto Fattori alle 00:53
Contesti: Cina, Hu Jintao, Intermet Media, Wen Jiabao
Pubblicato da Alberto Fattori alle 17:59
Contesti: Codice Internet, Innovazione, Italia
Pubblicato da Alberto Fattori alle 20:59
Contesti: Air France, Alitalia, Economia, Le Tribune
Pubblicato da Alberto Fattori alle 20:47
Contesti: Intermet Media