giovedì 10 marzo 2011

Gary Locke “torna in Cina” quale nuovo ambasciatore USA.


La notizia è di quelle che colpiscono l’immaginario ed emozionano: Gary Locke attuale Ministro per il Commercio del Governo Obama, a 100 anni dalla partenza di suo nonno dalla Cina in barca, torna nella sua terra d’origine quale Ambasciatore degli USA.

Una nomina non casuale, un chiaro segnale di come gli USA intendano offrire al Governo Cinese una controparte in grado di “comprendere” le sfide attuali e soprattutto possieda le basi culturali per trattare da pari, con il chiaro obbiettivo da un lato, di consolidare le relazioni commerciali e dall’altro, portare sempre più la Cina a credere negli USA quale terreno di crescita ed investimento futuro.

Un atto coerente con gli obbiettivi dichiarati da Obama: raddoppiare l’attuale interscambio commerciale, con un incremento delle esportazioni dei prodotti Americani, per cercare di rilanciare l’economia Americana ed uscire dalla profonda crisi che la sta attanagliando.

Ma torniamo alla storia umana che caratterizza questa nomina “molto particolare”.

Durante la conferenza stampa, è lo stesso Gary Locke che ricorda di come il nonno appena arrivato negli USA, per pagarsi le lezioni d’inglese, abbia lavorato come uomo “tutto fare” in una casa di Washington.

Così come cita con grande emozione il padre, scomparso in gennaio, anch’esso nato in Cina, per il quale oggi sarebbe stato sicuramente "uno dei suoi momenti di maggiore orgoglio nel vedere il figlio chiamato ad essere l'Ambasciatore degli Stati Uniti nella sua patria ancestrale."

Una nomina quindi importante ma anche un segnale d’apertura fondamentale, attraverso una delle figure più importanti dell’Amministrazione Obama, che va a sostituire il repubblicano Jon Huntsman che tutti danno come potenziale sfidante di Obama alle prossime presidenziali del 2012.

I cinesi non possono che essere soddisfatti di questo “cambio”, anche perché Locke rappresenta il segno concreto di una continuità tra passato e futuro, di un’unione tra popoli che per quanto vivano sotto bandiere diverse, condividono spesso origini, famiglie, geni, ma soprattutto è il ritorno in patria di una storia di fuga dalla povertà del passato che trasformatasi in successo negli USA, ora può contribuire ad aiutare la “madre patria” a trovare una strada coerente ad uno sviluppo futuro duraturo.

Qualcosa che può sicuramente aiutare Cina ed Usa, ma in grado di influenzare in maniera rilevante anche gli equilibri commerciali e diplomatici di tutto il mondo, da tempo alla continua ricerca di nuovi equilibri e ritrovata stabilità, in grado di aiutarlo ad uscire dalla pericolose “secche” di questi anni di recessione.