Ho l’Olimpiade in testa.
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Tipicamente in Cina le emozioni, anche quelle sportive, sono molto interiori, ben diversamente che da noi stile stadio, bandiere, urla o il modo con il quale ha dimostrato la propria gioia Montano che ha lasciato più di un cinese interdetto e sorpreso.
Ma Beijing 2008 è riuscita dove calcio, basket e gli altri sport avevano ancora fallito: infatti sta emergendo un modo molto originale per evitare, da un lato di andare contro le tradizioni e le regole del Bon-Ton cinese e dall’altra poter esprimere le proprie emozioni rispetto ai Giochi.
Quindi, lasciando da parte le bandiere, strettamente vietate all’interno degli stadi, le urla, severamente punite se eccessive e per superare qualunque barriera linguistica esistente in questo multilinguistico evento, i cinesi sono andati dal parrucchiere.
Così accade che, invece di chiedere il “solito taglio”; le mamme, evitando in questo modo di dover comprare costosi gadgets olimpici ai propri figli, hanno pensato di “cucire” loro addosso la passione olimpica, in maniera indiscutibile ed anche appariscente.
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Le strade cinesi sono famose per l’omogeneità del colore dei capelli, geneticamente neri e dove, anticipando il futuro dell’umanità descritto dagli scienziati, il biondo è raro e il rosso è rarissimo.
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Mentre qualcuno rimane sul classico, altri hanno pensato bene di avere un approccio “carnevalesco”, agghingandosi fuori dal comune, creando vere e proprie “maschere olimpiche”, quasi fossero nuovi personaggi della tradizionale Peking Opera, dove i caratteri e l’umore dei personaggi sono evidenziati proprio dai colori utilizzati sulla propria faccia.
Ben diversamente che da noi, ciò è oltretutto molto provocatorio, in un paese ed una società dove l’ordine formale è un fatto ancora serio e dove la pazzia, quella vera, viene ancora associata a come si ostenta il proprio corpo, uso che le maschere dell’Opera tradizionale ci hanno tramandato dai secoli di storia cinese.
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Sarà quindi per questo che ora tanti cinesi usano i colori in maniera così appariscente, creando così una nuova moderna maschera dedicata alle Olimpiadi, con la quale sembrano voler catturare lo “spirito Olimpico”.
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Chissà, in futuro potrebbe diventare essa stessa parte integrante di qualche storia che racconterà le gesta degli atleti e dei campioni di casa, “nell’evento dei secoli” che si sta vivendo in Cina e che sicuramente verrà tramandato di padre in figlio.
Quindi evviva le Olimpiadi, evviva i colori Olimpici, evviva le Maschere Olimpiche.
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