2007 Cina- Lo Strano caso del Sistema Italia…..Parte Terza:
Palazzo Lombardia di Pudong: il Palazzo della discordia italiaca
(pubblicato su affaritaliani - 11 gennaio 2007 e Corriere Asia - 12 gennaio 2007)
Quando si parla di Cina sulla questione del Palazzo Lombardia di Shanghai, si finisce nel grottesco.
Il Palazzo Lombardia di Shanghai a Pudong, con i suoi 10.000 mq. e i suoi 6 piani, rappresenta da 10 anni la più grande presenza italiana in tutta la Cina a supporto della imprenditoria italiana.
Nonostante ciò, ad oggi, il console italiano di Shanghai, non ha mai, nemmeno per sbaglio, fatto visita a questo spazio a disposizione delle imprese italiane.
Stesso discorso nei rapporti con ICE e Camere di Commercio italiane, spesso caratterizzati da una sotterranea conflittualità, su un piano più concorrenziale che di sinergia attorno ad una "causa comune".
"Troppo lontano dal centro", è la motivazione principale che viene mossa contro un efficace cooperazione con il Palazzo Lombardia.
Poi si scopre che a poca distanza, ci sia il ben più grande Palazzo Germania (!!!).
Non si capisce allora perché nella stessa zona, i tedeschi abbiano posizionato un palazzo dove tutte le istituzioni pubbliche e private, realmente collaborano tra loro, mentre la stessa cosa non sia realizzabile anche dagli italiani, attraverso una condivisione delle strutture esistenti, a partire proprio dal Palazzo Lombardia..
Ma qui a Shanghai e in Cina, il concetto di "Sistema Italia" si arena con il provincialismo italiano.
Infatti solo il fatto che sia connesso alla Regione Lombardia, rende la struttura fuori dal “range” di interesse delle altre regioni italiane. Inoltre sfruttando questa approccio e consigliate da “furbi” consulenti locali (italiani) le regioni continuano a spendere altri soldi (sprecati) per tentare di sviluppare proprie iniziative autonome.
Peccato che questi consulenti non spieghino fino in fondo ai propri referenti come ragionano o siano strutturate le procedure e le abitudini cinesi in materia di relazioni internazionali.
I Cinesi riconoscono solo la nazione in quanto tale e quindi il sistema economico connesso.
I localismi sono visti in forma assolutamente marginale e non potranno avere mai una prospettiva strategica. Questo spiega i rapporti in forte crescita a livello di Francesi, Tedeschi e UE, visti su un piano di alleanze strategiche, perché coinvolti ci sono pesantemente i governi centrali.
Invece la comunità italiana di Shanghai, come tradizione nei migliori “bar sport” di provincia, è tutta concentrata a parlare male del Palazzo Lombardia e passarsi leggende metropolitane spesso prive di alcun fondamento, invece di concentrarsi maggiormente su come favorire la nascita di un comune Palazzo Italia, necessario a tutti noi per cambiare il passo nelle cooperazione con i Cinesi.
Il Palazzo Lombardia, può rappresentare uno ottimo spazio, un punto di partenza per le cooperazioni, per iniziare a fare fronte comune nelle diverse attività e cercare di ottenere risultati ancora più significativi di quelli fino ad ora ottenuti, onestamente ben al di sotto del potenziale, contribuendo ad ottimizzare concretamente i costi complessivi a favore di tutti.
Detto ciò, mi immagino quanto potrà crescerà l'invidia (e l’ostracismo), ora che la Città di Shanghai ha riconosciuto a Mario Tschang il prestigioso Magnolia Award, primo italiano nella storia del premio, proprio quale ideatore e responsabile del Palazzo Lombardia!!.
Dopo questo premio, la comunità italiana a Shanghai dovrebbe però iniziare a porsi onestamente una domanda: non è che i cinesi abbiano voluto indicare, con questo gesto formale, mai casuale nelle mentalità cinese, guarda caso proprio nell’anno dell’Italia in Cina, la strada per una sempre e più proficua cooperazione tra Cinesi ed Italiani?
Speriamo che la sempre maggiore presenza di una “nuova generazione” di italiani, contribuisca a cambiare la situazione dei rapporti all'interno della comunità italiana che a parte qualche periodico buffet, è in perenne guerra civile in terra cinese.
L'anomalia delle multicamere di commercio, l'azione di contrasto al Palazzo Lombardia, le missioni delle diverse regioni realizzate in maniera autonoma, la sproporzione tra consulenti (troppi) e clienti da consulenziare (pochi), la moltitudine di personaggi senza arte ne parte presenti nel sottobosco locale, così come le tante altre azioni del quotidiano, sono la prova che tra le nostre priorità non ci sia quella di presentarci uniti rispetto ai cinesi, ma continuare ad esportare gli interessi di campanile, il nostro individualismo, cercare di continuare a tirare a campare.
Così la sconfitta e la nostra marginalizzazione come Italiani dalle future questioni che contano, sarà una triste certezza nei nostri rapporti con la Cina e l’Asia in genere.
Il potere negoziale del nostro Sistema, risulta ad oggi decisamente compromesso, favorendo una sostanziale svendita della identità italiana e dei valori connessi (Made in Italy, creatività, innovazione..), indubbie qualità che potrebbero ottenere molto di più da un più convinto gioco di squadra, ben diverso dalle attuali "vuote" parole di collaborazione dette a "denti stretti"!!!
E’ arrivato il 2007: “Good Morning Italia”.
Il Palazzo Lombardia di Shanghai a Pudong, con i suoi 10.000 mq. e i suoi 6 piani, rappresenta da 10 anni la più grande presenza italiana in tutta la Cina a supporto della imprenditoria italiana.
Nonostante ciò, ad oggi, il console italiano di Shanghai, non ha mai, nemmeno per sbaglio, fatto visita a questo spazio a disposizione delle imprese italiane.
Stesso discorso nei rapporti con ICE e Camere di Commercio italiane, spesso caratterizzati da una sotterranea conflittualità, su un piano più concorrenziale che di sinergia attorno ad una "causa comune".
"Troppo lontano dal centro", è la motivazione principale che viene mossa contro un efficace cooperazione con il Palazzo Lombardia.
Poi si scopre che a poca distanza, ci sia il ben più grande Palazzo Germania (!!!).
Non si capisce allora perché nella stessa zona, i tedeschi abbiano posizionato un palazzo dove tutte le istituzioni pubbliche e private, realmente collaborano tra loro, mentre la stessa cosa non sia realizzabile anche dagli italiani, attraverso una condivisione delle strutture esistenti, a partire proprio dal Palazzo Lombardia..
Ma qui a Shanghai e in Cina, il concetto di "Sistema Italia" si arena con il provincialismo italiano.
Infatti solo il fatto che sia connesso alla Regione Lombardia, rende la struttura fuori dal “range” di interesse delle altre regioni italiane. Inoltre sfruttando questa approccio e consigliate da “furbi” consulenti locali (italiani) le regioni continuano a spendere altri soldi (sprecati) per tentare di sviluppare proprie iniziative autonome.
Peccato che questi consulenti non spieghino fino in fondo ai propri referenti come ragionano o siano strutturate le procedure e le abitudini cinesi in materia di relazioni internazionali.
I Cinesi riconoscono solo la nazione in quanto tale e quindi il sistema economico connesso.
I localismi sono visti in forma assolutamente marginale e non potranno avere mai una prospettiva strategica. Questo spiega i rapporti in forte crescita a livello di Francesi, Tedeschi e UE, visti su un piano di alleanze strategiche, perché coinvolti ci sono pesantemente i governi centrali.
Invece la comunità italiana di Shanghai, come tradizione nei migliori “bar sport” di provincia, è tutta concentrata a parlare male del Palazzo Lombardia e passarsi leggende metropolitane spesso prive di alcun fondamento, invece di concentrarsi maggiormente su come favorire la nascita di un comune Palazzo Italia, necessario a tutti noi per cambiare il passo nelle cooperazione con i Cinesi.
Il Palazzo Lombardia, può rappresentare uno ottimo spazio, un punto di partenza per le cooperazioni, per iniziare a fare fronte comune nelle diverse attività e cercare di ottenere risultati ancora più significativi di quelli fino ad ora ottenuti, onestamente ben al di sotto del potenziale, contribuendo ad ottimizzare concretamente i costi complessivi a favore di tutti.
Detto ciò, mi immagino quanto potrà crescerà l'invidia (e l’ostracismo), ora che la Città di Shanghai ha riconosciuto a Mario Tschang il prestigioso Magnolia Award, primo italiano nella storia del premio, proprio quale ideatore e responsabile del Palazzo Lombardia!!.
Dopo questo premio, la comunità italiana a Shanghai dovrebbe però iniziare a porsi onestamente una domanda: non è che i cinesi abbiano voluto indicare, con questo gesto formale, mai casuale nelle mentalità cinese, guarda caso proprio nell’anno dell’Italia in Cina, la strada per una sempre e più proficua cooperazione tra Cinesi ed Italiani?
Speriamo che la sempre maggiore presenza di una “nuova generazione” di italiani, contribuisca a cambiare la situazione dei rapporti all'interno della comunità italiana che a parte qualche periodico buffet, è in perenne guerra civile in terra cinese.
L'anomalia delle multicamere di commercio, l'azione di contrasto al Palazzo Lombardia, le missioni delle diverse regioni realizzate in maniera autonoma, la sproporzione tra consulenti (troppi) e clienti da consulenziare (pochi), la moltitudine di personaggi senza arte ne parte presenti nel sottobosco locale, così come le tante altre azioni del quotidiano, sono la prova che tra le nostre priorità non ci sia quella di presentarci uniti rispetto ai cinesi, ma continuare ad esportare gli interessi di campanile, il nostro individualismo, cercare di continuare a tirare a campare.
Così la sconfitta e la nostra marginalizzazione come Italiani dalle future questioni che contano, sarà una triste certezza nei nostri rapporti con la Cina e l’Asia in genere.
Il potere negoziale del nostro Sistema, risulta ad oggi decisamente compromesso, favorendo una sostanziale svendita della identità italiana e dei valori connessi (Made in Italy, creatività, innovazione..), indubbie qualità che potrebbero ottenere molto di più da un più convinto gioco di squadra, ben diverso dalle attuali "vuote" parole di collaborazione dette a "denti stretti"!!!
E’ arrivato il 2007: “Good Morning Italia”.
Ps. da Shanghai da tenere bene a mente: L’Italia non deve fidarsi dei cugini Francesi, Tedeschi e Inglesi e degli USA. Anche se oggi siamo tutti assieme nella UE e se nel dopo guerra gli USA ci hanno aiutato a crescere, gli scenari complessivi sono totalmente cambiati. Oggi, nella sostanza queste nazioni stanno correndo da sole la partita verso il proprio futuro e non hanno minimamente a cuore quello dell’Italia che anzi è vista come un pericoloso concorrente da sconfiggere (turismo, vino, cibo, fashion, lusso ….).
La prima parte de "2007 Cina- Lo Strano caso del Sistema Italia" intitolato "Il fai da te .... regionale" è stata pubblicata l' 8 gennaio 2007.