venerdì 30 aprile 2010

EXPO: Una partenza con il “Botto”

E' appena terminata la cerimonia di apertura dell'Expo di Shanghai.

Un evento diviso in due parti. La prima formale che si è svolta all'interno del nuovo gigantesco Performance Hall nell'area dell'EXPO, alla presenza del Presidente Hu Jintao, delle massime autorità del governo cinese e che ha avuto come guest star della serata anche il presidente Francese Sarkozy accompagnato dalla moglie Carla Bruni.

Un simpatico siparietto, quasi uno strappo al cerimoniale, lo si è però avuto quando il Presidente della BIE Jean-Pierre Lafon ha preferito usare nel proprio messaggio ufficiale il Cinese, un gesto ed uno sforzo che è stato molto apprezzato dai cinesi presenti.

Nel suo cinese, forse non impeccabile ma ben "recitato" e sentito, Lafon è stato seguito con trasporto dai cinesi presenti, tanto che quando ha voluto passare al Francese, è partita una spontanea risata, forse poco formale ed anomala per le cerimonie Cinesi, ma molto umanizzante e che ha contribuito non poco a "scaldare" l'ambiente.

Diversi gli show musicali e danzanti che sono poi seguti, così come importante è stata anche la presenza Italiana di Andrea Bocelli, invitato dal Governo Cinese che si è esibito nel famoso "Nessun Dorma" che termina con il "vincerò", ormai talmente famoso  in Cina", da essere dopo il ciao, la pasta e la pizza, una delle parole più conosciute da tutti i cinesi.

Allo spettacolo indoor è poi seguito l'evento outdoor, dove si è assistito al più grande spettacolo pirotecnico, di luci e di fontane d'acqua al mondo.

Infatti su oltre 3 chilometri del fiume Huangpu, si è assistito a qualcosa che mai si era visto, soprattutto perchè per la prima volta, combinava tra loro 3 tipologie di spettacolo normalmente eseguiti in maniera distinta.

Con il supporto del più grande LED Video al mondo (Alto 25 metri e lungo 280 Metri), quale sfondo per tutta l'esibizione, si sono così susseguite, inseguite, sovrapposte tra loro le danze delle fontane d'acqua, i fasci di luce e i fuochi pirotecnici.

Come già accaduto a Sidney per le Olimpiadi, il Lapu Bridge e il Nanpu Bridge sono così' diventati stage attivi dello spettacolo e dai quali si sono viste incredibili fontane di fuochi d'artificio cadere verso l'acqua.

Fuochi pirotecnici impressionanti, che sviluppati per i 20 minuti, sono stati qualcosa di mai visto, unico e pensiamo irripetibili.

Un rombo incredibile dei 20.000 cannoni, tanto che nei giorni scorsi, durante le prove, abbiamo avuto modo di sentirli in maniera distinta anche a chilometri di distanza.

Una curiosità sui fuochi: all'interno di ogni fuoco lanciato vi era un chip per sincronizzarne l'esplosione e poter creare figure ed immagini come desiderato.

Per chiudere l'evento si è poi assistito ad un vero e proprio colpo di teatro: la Pearl Tower, il simbolo della città, ha letteralmente "preso fuoco", decretanto così la fine dei festeggiamenti e l'inizio dei 6 mesi più importanti per la città di Shanghai.

Una cerimonia che rimarrà nella memoria dei Cinesi e degli stranieri presenti, ma soprattutto l'inizio di questo incredibile evento che ancora prima di iniziare è già un successo, visto che ha cambiato la faccia di una città grande come Shanghai, che negli ultimi 8 anni di fatto si è rifatta il vestito e modernizzata come nessun'altra, in quello che sicuramente rimarrà una delle esperienze urbanistiche più importanti della storia umana.

E siamo solo all'inizio. L'EXPO ora è ufficialmente aperto.

EXPO -1: Passaporti EXPO per tutti on line....

Domani apre ufficialmente l'EXPO di Shanghai, l'edizione più imponente di sempre in termini di paesi partecipanti e visitatori attesi

Ma sarà anche la prima edizione dove si potrà visitare un EXPO totalmente in virtuale, tanto da ottenere un vero e proprio "passaporto" che ne certifichi la visita.

Infatti ai visitatori che da domani entreranno sul sito www.expo.cn, come dichiarato da Zhu Yonglei, vice direttore dell'Ufficio di Presidenza per il Coordinamento dello Shanghai World Expo, potranno avere accesso a più di 150 padiglioni in versione virtuale.

La versione digitale del vostro biglietto per l'EXPO sarà anche il vostro "passaporto" sulle cui pagine, saranno impressi i diversi "timbri - visti" ottenibili dopo aver visitato i vari padiglioni nazionali.

Una iniziativa digitale che già nelle sue premesse appare imponente, visto che più di 25 milioni di persone hanno visitato la versione 3-D online dell'EXPO, dopo la sua apertura test dal 12 novembre dello scorso anno.

Per i visitatori on line poi ci sarà una guida d'eccezione, la mascotte  "Haibao", che nel guidarli nel padiglione scelto, farà una breve introduzione sulle sue caratteristiche principali e permetterà di entrare in contatto con la struttura vista da diverse angolazioni, così come nella sua ambientazione diurna che in quella notturna.

In queste ore oltre 500 sono le persone impegnate che stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli di questo EXPO Virtuale, così da poter apire le "porte virtuali" in tempo in contemporanea con quello reale.
Come dicono i miei amici cinesi, "ora non avete proprio scuse per non essere presenti a Shanghai!!"

giovedì 29 aprile 2010

EXPO - 2: tutto pronto e sicurezza ai massimi livelli.

L'EXPO è alle porte. Alcuni gli elementi visibili in tutta la città.

Per prima cosa i tavoli dei volontari presenti in ogni dove. Banchetti o chioschi nelle diversi piazze, metro e luoghi di passaggio, dove i volontari sono a disposizione quale supporto attivo ai turisti, visitatori alla città.

Secondo, l'avvenuta apertura degli ultimi tratti di metro che ora collegano per esempio tra loro i due aeroporti direttamente con la linea 2 del metro. La situzione attuale a Shanghai è come se Malpensa e Linate fossero collegate attraverso una linea di metrò che passa da Piazza Duomo, il tutto al costo di una tratta di metro.
Per cui chi si appresta ad arrivare a Shanghai, potrà "salutare" i costosi Taxi e semplicemente prendendo un facile metrò, potrà arrivare in pieno centro senza problemi. Se poi si vuole provare l'ebrezza della velocità rimane il Maglev che con i suoi oltre 400 Km in 8 minuti fa i 40 Km che separano l'aeroporto di Pudong con il metrò ( comunque lo stesso che si può prendere all'aeroporto, che ce ne metterà una ventina di minuti di più!)

Ma oltre alla citata "prolunga" tra gli aeroporti, sono state aperte anche le altre linee in programma quale la linea 7, 9, 10, 11 e 13 che ora fanno della rete di Shanghai, una delle reti di metro più estese al mondo.

Proprio entrando nei metrò, si entra in contatto con un altro elemento "da EXPO": a tutte le entrate ora si possono osservare due militari, quasi fossero a loro volta due volontari dell'EXPO, così come ora tutti gli oggetti vengono passati al metal detector.

Una presenza assolutamente discreta, non asfissiante e preparata ad accogliere piuttosto che reprimere, tanto che ieri, nel chiedere dove si dovesse passare per prendere una delle nuove linee del metro, la guardia alla quale mi sono rivolto oltre a fornirmi le indicazioni in maniera chiara, mi ha poi letteralmente "guidato" con lo sguardo e i gesti alla scala mobile corretta. 

Una volta presa la direzione giusta, mi ha fatto un ultimo gesto di verifica che fosse esattamente quello che avevo chiesto. Alla mia conferma e il mio ok, mi ha inviato un sorriso e un saluto, manco fossimo stati due amici che ci stavano salutando.

Anche questo è l'EXPO a Shanghai. Anche questa è la Cina.

mercoledì 28 aprile 2010

Expo -3: Tutto pronto: Presenza Italiana pronta a .... sorprendere!!

Mancano 3 giorni all'apertura dell'EXPO di Shanghai.

Tutto è pronto e anche il padiglione Italiano è pronto, come quasi l'80% dei padiglioni delle oltre 200 nazioni presenti.

Ma la presenza Italiana è anche pronta a stupire. Chi ha avuto modo di vedere il padiglione prima della sua apertura ha espresso giudizi super positivi. 

Tra tutti spicca il commento senza esistazione di Paolo Sabbatini, il responsabile dell'Istituto di Cultura di Shanghai: "Bellissimo con un programma di eventi eccezionali!!"

E sapendo Sabbatini un vero "Campione" quale missionario dello scambio culturale tra Italia e Cina, con continui bellissimi progetti dove le due culture riescono sempre a "toccarsi", "comprendersi", non posso che suggerire a tutti i "dubbiosi" di prendere un aereo e venire a prendere visione sul campo di questa "meraviglia italiana" che dal 1° maggio aprirà i battenti.

A presto a Shanghai!!!

martedì 27 aprile 2010

EXPO - 4: tutto pronto. Andati bene gli ultimi test

(- 4) Ormai sta finendo il conto alla rovescia per l'apertura ufficiale dell'EXPO di Shanghai.

Anche gli ultimi test con afflussi fino a 400.000 persone giornaliere, il flusso medio che si attendono durante tutti i 6 mesi, test che hanno dato i risultati sperati.

In particolare sono stati "ritoccate" e migliorate le procedure di ingresso che nei primi test portavano ad attese anche di ore. Per esempio ora il controllo di sicurezza è passato dai precedenti 45 " ai 10 " attuali.

Ora la città aspetta di aprire ufficialmente l'evento attorno al quale per i prossimi 6 mesi ruoterà tutto il suo ciclo giornaliero.

lunedì 26 aprile 2010

Le ragioni di Fini

Articolo pubblicato su Affari Italiani (26 Aprile 2010)

In questi giorni tutti si stanno domandando “perché Fini ha agito così”?

Troppi commentatori sembra siano però rimasti intrappolati nella contrapposizione Berlusconi – Fini, una pericolosa semplificazione per quanto accaduto che sembra invece avere radici ben diverse.

Tornando al quesito dei questi “perché Fini ha agito così”, c’è anche da domandarsi perché la Lega Bossi in testa, abbia sentito stretto giro la necessità di chiederne la testa, accusando Fini addirittura di essere solo “un invidioso e rancoroso per le vittorie delle Lega” e nelle successive rettifiche “di aver raccontato solo bugie”. Forse qualche indicazione perché tutto ciò sia accaduto, sembra si possa trovare nel punto 1 dello Statuto della stessa Lega:
STATUTO DELLA LEGA NORD PER L’INDIPENDENZA DELLA PADANIA
Approvato nel corso del Congresso Federale Ordinario
del 1 – 2 – 3 marzo 2002

Art. 1 - Finalità
Il Movimento politico denominato “Lega Nord per l’Indipendenza della Padania” (in
seguito indicato come Movimento oppure Lega Nord o Lega Nord - Padania), costituito
da Associazioni Politiche, ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza della
Padania attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale
Repubblica Federale indipendente e sovrana.

Bene, alla luce del successo delle Lega e come sottolineato da Fini nel suo intervento di giovedì, "il suo crescente peso relativo nella coalizione", appare evidente quale sia il livello di preoccupazione del cofondatore del PDL, tanto da farlo "agire sopra le righe" addirittura dopo una vittoria elettorale, affinché si modifichi un trend che nelle ultime elezioni risulta ormai essere una costante.

Senza nulla togliere alla Lega, che di fatto coerentemente persegue i propri obbiettivi, quello che invece fa specie è che nel PDL, questo tentativo di chiarimento ed avvertimento, sia stato bollato come inutile, fazioso e pretenzioso.

Probabilmente Fini ha sbagliato nel modo di porre la questione fondamentale che gli stava a cuore, importante non solo per il PDL ma per l'intera nazione: il Governo sta seguendo il percorso dettato dalla Lega che ha ufficialmente e formalmente intenzioni di portare alla indipendenza della Padania (e divisione dell’Italia) o sta seguendo un programma saldamente in mando al PDL, atto a migliorare l'Italia nel suo complesso??

A sentire i Ministri del PDL tutto sembra saldamente in mano al PDL, quale partito di maggioranza relativa. Bene, ma esiste un grande ma.

Infatti tutti loro hanno anche sottolineato come la Lega non possa rappresentare un problema, tanto che sono arrivati a definirla "una Lega che non è secessionistica e che il PDL ha contribuito a modificare in meglio nel tempo".

Allora delle due una, cari Ministri del Governo Italiano e del PDL, vi pare credibile che l'aver messo nello Statuto del 2002 quale primo punto l'indipendenza della Padania e la creazione di una Repubblica Federale indipendente e sovrana, possa essere solo un vuoto slogan elettorale di un partito che di questo punto ne ha fatto una bandiera e ancora oggi considera essere un elemento di diversità e d’onore??

Ecco dove forse Berlusconi e Fini non si troveranno mai, cioè nel credere o meno nelle reali intenzioni dell'alleato leghista che ha sicuramente contribuito in maniera decisiva ai successi delle ultime elezioni.

Tenendo conto che il PDL si fregia di essere il partito di maggioranza relativa del paese, appare evidente che la maggioranza della coalizione non si senta rappresentata dalle posizioni Leghiste, ma nonostante tutto ciò, esattamente come fatto notare da Fini, il PDL invece di dettare i prossimi passi, sembra subire le pressioni e le priorità che sono dei leghisti, senza che il PDL possa far valere il "peso" del proprio reale consenso sul territorio.

Oltretutto, quale rispettoso alleato del PDL, la Lega dovrebbe tenere conto e sottolineare più assiduamente che i successi ottenuti sono stati realizzati grazie all'evidente "zoccolo duro" che il PDL ha offerto ai candidati leghisti nelle diverse regioni vincenti e non considerarle proprie ed esclusive vittorie.

A preoccupare e a turbare profondamente Fini, al di là dei successi elettorali leghisti, sembra quindi la irriconoscente strumentalizzazione da parte degli esponenti della Lega a cui si sta prestando il PDL, una dichiarazione da leader ferito nell'orgoglio per la creatura politica che ha contribuito a fondare.

Forse certe cose andavano dette in incontri più ristretti ed evitate le "sparate" e i confronti pubblici di questi giorni, ma forse Fini è stato obbligato a questo "gesto estremo" dal "muro di gomma" con il quale si è scontrato nei mesi precedenti e platealmente abbia solo cercato di far giungere la propria voce all'elettorato PDL, per sottolineare quali siano i rischi connessi se si continua a procedere con questa strategia elettorale, anche in vista delle comunque non lontanissime elezioni politiche e soprattutto in vista dei prossimi passi sul Federalismo che cambierà la faccia del paese.

Una strategia che probabilmente è quindi solo all'apparenza perdente, suicida, perchè ben oltre i numeri espressi dalla Direzione Nazionale, sono in molti che dentro e fuori il PDL, pensano che Fini, magari abbia sbagliato sul metodo, ma sui contenuti probabilmente abbia detto parecchie condivisibili verità.

Questo scontro aperto, viscerale, estremo, potrebbe quindi essere la "pulce nell'orecchio" che potrà condizionare non poco il futuro del PDL e il suo agire futuro.

Da ciò non ci sarebbe da sorprendersi che alla fine, molti di coloro che oggi lo attaccano, bollano e ne stanno chiedendo persino l'espulsione, potrebbero un giorno scoprire come Fini possa essere solo stato un "fedele servitore" del PDL che ha visto nel futuro del partito chiari rischi e pericoli, non annebbiato dalle troppe certezze di una vittoria che prima o poi sembra proprio presenterà il proprio conto.

mercoledì 21 aprile 2010

"Capicomunismo": La Cina corre grazie al consenso!!

Da tempo vado dicendo che noi occidentali, guardando il fenomeno Cina con i "parocchi", non stiamo capendo veramente quello che sta avvenendo in questo paese " in via di sviluppo".

Così come si continuano a non comprendere le ragioni vere dietro i "cortesi rifiuti" alle insistenti richieste occidentali di adottare i nostri modelli sociali, politici e di vita.

Non posso quindi che segnalare una libro della economista Loretta Napoleoni che sicuramente potrà contribuire a dare una mano a molti a cominciare a guardare il futuro, soprattutto il nostro, con occhi diversi e meno "prevenuti".

Anche la Cina può insegnare molto, basta volerla ascoltare.

Di seguito l'intervista apparsa su Affari Italiani che sottoscrivo al 100%.

"Capicomunismo e, cioè, un sistema molto più flessibile del neoliberismo occidentale e grande consenso incentrato sul benessere, di cui gode il partito di Pechino".
Sono i due fattori vincenti che per l'economista Loretta Napoleoni, intervistata da Affari  in occasione dell'uscita del suo ultimo libro Maonomics, hanno permesso alla Cina di "passare in soli 30 anni, dall'essere un Paese in cui si moriva di fame a una superpotenza in grado di sfidare gli Stati Uniti per il primato economico". "E' un libro - spiega la Napoleoni - che cerca di utilizzare il miracolo economico cinese come una sorta di pietra miliare per fare una comparazione con il nostro sistema economico e politico e capire cosa, da noi, non ha funzionato nell'inserimento nel processo di globalizzazione".
L'INTERVISTA

Perché questo libro? Qual è la tesi principale?
"Il mio scopo era quello di utilizzare il miracolo economico cinese come una sorta di pietra miliare per fare una comparazione con il nostro sistema economico e politico per capire cosa, da noi, non ha funzionato nell'inserimento del processo di globalizzazione. Insomma, mi sono chiesta perché Pechino ce l'ha fatta e noi no".

Allora non è un libro sulla Cina...
"Esatto, è su di noi. Anche se smitizza molti dei luoghi comuni che sono stati diffusi negli ultimi 20 anni sulla Cina". 
Quali sono stati i punti forti della Cina?
"Sono riusciti a sfruttare i vantaggi della globalizzazione perché hanno creato il sistema ibrido del Capicomunismo. Non è nè un sistema capitalista nè comunista, intesi in senso classico. Hanno introdotto dei cambiamenti e delle riforme all'interno del sistema marxista, dopo Mao, perché era un sistema molto più flessibile del neoliberismo che avevamo noi. Hanno adattato il marxismo al capitalismo e alla globalizzazione". 

Insomma, par di capire che Pechino ha fatto ciò che dovremo fare noi oggi e cioè attuare un sistema neoliberista regolamentato...
"Sì, anche se da noi il modello cinese non funzionerebbe, perché la Cina è ancora un Paese in via di sviluppo. La mia analisi vuole dimostrare che il nostro sistema, così com'è, non va e finisce per portarci da una crisi all'altra. Necessita di riforme, specialmente nell'economia e nella finanza. Un altro punto di forza della Cina, poi, è stato il rapporto che esite tra la popolazione e il partito che si basa sul benessere".

E cioè?
"Fin tanto che l'economia cresce e il benessere si diffonde, la popolazione sarà d'accordo con questo sistema. Cosa che non accade da noi, dove sempre meno gente vota".

Nel lungo periodo, il modello cinese sarà sostenibile e vincente?
"Sì, perché in 30 anni, la Cina è passata dall'essere un Paese in cui si moriva di fame a una superpotenza che sfida gli Stati Uniti per il primato economico. Un anno fa al G20 avevano un atteggiamento di maggiore deferenza nei confronti dell'Occidente. A Washington, nell'ultimo vertice sul nucleare, l'atteggiamento è stato completamente diverso".

martedì 13 aprile 2010

Hu presenta il conto ad Obama

Ieri a Washington, a margine del Nuclear Security Summit, si è tenuto l'atteso incontro tra il presidente cinese Hu Jintao e quello Statunitense Barack Obama.

Come previsto, il Presidente Hu ha presentato il "conto" a Barak Obama, sotto forma di una proposta in cinque punti per il miglioramento dei rapporti bilaterali Cina-USA, quale premessa per tutte le questioni aperte, quali la questione nucleare iraniana, il tasso di cambio del Renminbi (RMB) e le altre di comune interesse.

Ma vediamo nel dettaglio questi cinque punti sottoposti da Hu ad Obama.

In primo luogo, Hu ha sottolineato come le due parti "dovranno attenersi costantemente ad una rispetto dei rispettivi rapporti bilaterali e prendere iniziative concrete per affrontare congiuntamente le diverse sfide comuni".

In secondo luogo, ha sottolineato Hu, "la Cina e gli Stati Uniti devono rispettare i rispettivi interessi fondamentali. Questa è la chiave per uno sviluppo sano e stabile dei futuri rapporti bilaterali".

In terzo luogo, "le due parti dovranno incrementare gli scambi diplomatici ai vari livelli", ha detto Hu che si reso disponibile al fine di mantenere uno stretto contatto con Obama, così da evitare in futuro, ulteriori “scivolate” come quelle di questi ultimi mesi.

In quarto luogo, "i due paesi dovranno approfondire una sempre maggiore e pratica cooperazione. La Cina desidera rafforzare gli scambi e la cooperazione con gli Stati Uniti in economia e commercio, lotta al terrorismo, energia, ambiente, così come in materia di applicazione del diritto".

Ultimo punto, "la Cina e gli Stati Uniti devono rafforzare la comunicazione e il coordinamento sulle grandi questioni internazionali e regionali".

Dopo questa "premessa" chiarificatrice, Hu è entrato anche nel merito di alcune delle questioni di questi giorni.

Per quanto riguarda la questione del cambio RMB - USD, Hu ha detto che "la Cina intende seguire un chiaro percorso di riforma del meccanismo che ne determina il tasso di cambio, sulla base delle proprie esigenze di sviluppo economico e sociale".

Il Presidente cinese ha anche aggiunto come “le misure dettagliate di questa riforma dovranno considerare sia il contesto della situazione economica mondiale, il suo sviluppo ed i cambiamenti in corso, così come le condizioni economiche della Cina”.

Connesso a questo, Hu ha anche detto che "la Cina e gli Stati Uniti dovranno risolvere le reciproche divisioni economiche e commerciali attraverso sempre maggiori consultazioni, su un piano di parità a tutela del comune interesse di una sempre e migliore cooperazione economica e commerciale Cina-USA."

Lo sviluppo sano e stabile dei legami economici e commerciali Cina-USA è un bene per la Cina, per gli Stati Uniti e per lo sviluppo economico mondiale".

Entrando poi nel merito sulla questione nucleare iraniana, Hu ha dichiarato che "la Cina spera che le varie parti continueranno ad intensificare gli sforzi diplomatici per risolvere la situazione attraverso il dialogo e i negoziati".

"Cina e Stati Uniti hanno lo stesso obiettivo globale sulla questione nucleare iraniana", ha dichiarato Hu che ha continuato dicendo come “la Cina è quindi pronta nell'ambito delle Nazioni Unite a mantenere la consultazione e il coordinamento con gli Stati Uniti e le altre parti all'interno del 5-più-1 ed attraverso qualunque altro canale negoziale disponibile".

Va ricordato che quando si parla di 5-più-1, questo prevede il coinvolgimento del Consiglio Permanente di Sicurezza delle Nazioni Unite, composto da Gran Bretagna, Cina, Francia, Russia e Stati Uniti - più la Germania.

Hu ha poi dichiarato la posizione di principio della Cina sulla questione del nucleare iraniano: "la Cina è da sempre impegnata a sostenere il regime internazionale di non proliferazione nucleare, così come la pace e la stabilità in Medio Oriente".

Da parte sua, il presidente Obama nell'incontro con Hu ha dichiarato come "il suo paese rispetti la sovranità della Cina, in particolare per quanto riguarda il tasso di cambio del RMB" e si è auspicato che "Cina e Usa potranno trovare una soluzione attraverso il dialogo e la cooperazione".

A questo ha aggiunto come Washington sia pronta a lavorare con la Cina per costruire legami ancora più forti, grazie a dialoghi bilaterali e multilaterali e l’attiva cooperazione nei diversi consessi quale lo Strategic and Economic Forum e nel Gruppo dei 20 (G20).

Obama ha anche ribadito in forma ufficiale, la posizione di Washington rispetto all'esistenza di una sola Cina, sottolineando come il suo paese rispetterà la sovranità della Cina e la sua integrità territoriale, così come i suoi interessi principali, sottolineando come sarà sua intenzione affrontare le future questioni con la dovuta attenzione.

Come si vede, tra Hu ed Obama vi è stato prima di tutto "un chiarimento" a 360°, nel quale il presidente Cinese ha voluto, prima di prendere qualsiasi posizione rispetto la questione Iraniana, vedere affermato in forma ufficiale dal presidente di Obama, una sorta di decalogo guida che dovrà fare da sistema di riferimento delle relazioni prossime e future tra Cina ed Usa, senza più le ambiguità degli ultimi tempi sul lato americano che ne avevano minato la necessaria reciproca serenità.

La “prova del nove” da parte Cinese, per valutare la serietà delle intenzioni dell'amministrazione Obama e cercare di evitare in futuro ulteriori pericolosi attriti.

lunedì 12 aprile 2010

MONA LISA GIGANTE: solo all'expo di Shanghai !!


Dove può stare la più grande copia della Mona Lisa al mondo?? A Shanghai nell'area dell'EXPO!

Un lavoro collettivo di ben 999 artisti che hanno dedicato 4 ore sul proprio "pezzo" di 30 cm x 20 cm.

Da Guinness da primati.

venerdì 9 aprile 2010

Perchè la Cina NON rivaluterà lo Yuan

Ormai tutti i commentatori e gli economisti occidentali sono alla caccia del perché i Cinesi non rivalutano lo Yuan, come se lo facessero apposta per danneggiare le economie Occidentali, Usa in testa.


Le ragioni cinesi sono evidenti e "sotto gli occhi di tutti", ma difficilmente saranno comprese nelle asettiche sale delle borse, dei giornalisti finanziari e dei guru delle economie occidentali.

Il problema vero è che la prospettiva con la quale osservano il problema, valutano, giudicano è di stampo occidentale, favorevole ad un "bilanciamento" della situazione americana attraverso questa rivalutazione.

Ma invece di affannarsi ad accusare la Cina di presunte manipolazioni della propria valuta, per comprendere le ragioni di questa sorta di dissociazione cinese dalle problematiche mondiali di questi anni, basterebbe che questi commentatori venissero in Cina e andassero fuori dalle scintillanti Shanghai e Beijing.

Il paese NON è pronto, per quanto sia ormai la seconda economia al mondo, a competere con le economie reali dei paesi sviluppati e necessita ancora di tempo e di un ambiente favorevole dove "consolidare" la propria struttura e il proprio sviluppo.

Rivalutando lo Yuan sicuramente l'America ne trarrebbe giovamento, sopratutto sul piano commerciale, visto che ora la barriera del prezzo frena le esportazioni in Cina.

Ma la priorità del governo cinese non è di salvare il "Soldato Usa", bensì di garantirsi tassi di sviluppo interni stabili per i prossimi decenni, perchè continui il processo in corso che può continuare solo se le condizioni rimangono quelle attuali.

E se la competitività sui mercati esteri si acquisisce anche attraverso un mantenimento del controllo delle oscillazioni della propria valuta, gli investimenti in titoli di stato americani sono stati il loro modo di "restituire" questo vantaggio in maniera concreta, tangibile.

Ma esiste anche un secondo aspetto che guida le decisioni cinesi: stare lontani dalla speculazione.

Ai cinesi, fino ad ora sostanzialmente rimasti fuori dai giochi che hanno guidato parecchie crisi dei decenni passati, causate spesso da speculatori senza scrupoli, tutti intenti a guadagnare spesso nel crollo del valore più che nel suo apprezzamento di una valuta nazionale, temono di essere oggetto di azioni massicce che possono minare le basi stessa della propria economia.

Per cui il rimanere di fatto "sganciati" dalle regole di mercato che stanno dando parecchi grattacapi a quasi tutto il fronte occidentale, non è una scelta di chiusura, ma di tutela per garantirsi un futuro stabile.

Quindi difficilmente il Governo Cinese accetterà di portare a termine alcuna profonda modifica dello stato attuale di cose, che di fatto prima di tutto tutela i poveri del paese e che consente al paese di non trovarsi a dovere fare i conti di uno scenario ancora molto lontano dal suo realizzarsi.

Per comprendere la cosa, basti ricordarsi cosa è successo da noi con l'introduzione dell'Euro che se da un lato ha dato al paese una moneta forte ( forse troppo) e che ha reso molto convenienti gli acquisti fuori dall'area euro, per contro ha portato alla crescita di una povertà reale interna ed un raddoppio del costo della vita reale di cui ora sono in tanti a pentirsene.

I cinesi, che hanno studiato tutte le situazioni e gli accadimenti occidentali, sanno che il rafforzamento della propria valuta rischia di trascinare nel baratro quasi un miliardo di cinesi, non ancora in grado di competere con il resto del mondo sviluppato.

Per questo e solo per questa ragione, i cinesi NON toccheranno, se non solo di facciata, il valore dello Yuan nei prossimi decenni.

Ovviamente qualche apertura agli Usa sarà anche data, sicuramente in cambio di aperture su molti dei prodotti di fatto bannati sul mercato americano, ma non seguiranno il desiderio degli Usa di equilibrare le due economie e le due valute, considerando i Cinesi una economia già sviluppata e alla pari.

Una trappola ed una sirena che i cinesi non hanno intenzione di ascoltare. La loro visione guarda molto più lontano, tanto che oggi, nonostante gli impetuosi successi economici e finanziari, ancora si definiscono "un paese in via di sviluppo".

E se gli americani saranno costretti per colpa di questo loro agire a “tirare la cinghia”, beh da queste parti, pensano che non se la passeranno troppo male lo stesso.

Per questo lo Yuan non verrà toccato!!.

Facebook arriverà in Cina...

Non si sono esaurite le polemiche sulla "fuga" di Google dalla Cina che già un altro campione della rete sta pensando di sbarcare in Cina: Facebook.

Il Social Network campione di navigatori al mondo, sta infatti dando segnali d'interesse per un suo fattivo ingresso sul mercato cinese, cosa che gli consentirebbe così di tornare ad visibile  sul territorio cinese.

Un'azione che evidenzia ancora una volta come neanche in America non siano più così sicuri che Google abbia agito per meri fini valoriali e di come la questione cinese non possa ogni volta venire affrontata secondo il vecchio modello dei "blocchi" contrapposti, dei buoni e dei cattivi.

Qualcosa che poteva funzionare all'epoca della guerra fredda, ma che ora, dove nel mondo digitale tutto può non essere come appare ( vedi Hackers o cybercrimini etc.), necessita di radicale cambiamento di approccio e di metodo, affinchè sia sempre preferibile un dialogo al "muro contro muro", anche perchè la rete ha tanti pregi ma un grande "difetto": annulla lo spazio e il tempo.

Sulla rete finiscono così per "toccarsi" ed entrare in contatto tra loro le diverse "velocità" dello sviluppo umano Per cui se il pregio della rete è quello di rendere immediatamente disponibile quella conoscenza che una volta necessitava di lunghi e tortuosi viaggi, per contro questo contatto diretto a prima vista solo positivo, può essere portatore di tensioni che non appartegono a quel luogo, portati dalla rete come le spore che cavalcano i diversi venti del globo.

In occidente in molti non comprendono come ciò  possa seriamente mettere sotto pressione molte aree del pianeta, tanto che la rete sta diventando lo strumento non solo per condividere la cultura, ma anche per imporre nuovi messaggi, pilotare l'opinione pubblica, favorire questa o quella idea, opinione, leadership, nazione.

Il peso che avevano prima i giornali, poi la radio ed oggi la televisione, sta diventando il vero "motore" della rete. Per cui non bisogna fare finta di nulla quando c'è chi teme che questo "canale" possa diventare  strumento di questo o quel potere.

Pensare che la rete sia "libera" era e rimane quale fatto umano una utopia, così come negare che gli Americani stiano usando questo "potere inside" della rete appare una visione miope o non comprendere che i cinesi, inzialmente sulla difensiva (vedi il grande firewall), ora stiano passando una nuova fase di una contrapposizione non più solo locale, ma globale.

Per cui se un motore di ricerca cinese o un sito made in china  avranno sempre più successo nel mondo, inevitabilmente diffonderanno anche aspetti culturali che potrebbero essere "dirompenti" nelle diverse comunità occidentali. dove attecchiranno.

E questo potrebbe essere in futuro sempre meno gradito in molte culture occidentali che si professano aperte ma che alla prove dei fatti spesso si sono dimostrate più radicali e fondamentalisti di qualsiasi professato fondamentalista.

La rete sta accelerando tutto, ma ci sono fenomeni, cambiamenti che non possono entrare nel "frullatore della rete" e che necessitano dei giusti tempi per crescere e svilupparsi al meglio.

La Cina è considerato dai suoi stessi leader un paese in via di sviluppo, uno sviluppo ancora under construction e dove solo 20% della popolazione è ad un livello di sviluppo simile al nostro.

Criticare questo stato dell'arte è altrettanto scorretto, visto che ogni anno la classe media cinese cresce del 20% e ogni anno passano dalle aree rurali alle città qualcosa come 100 milioni di cinesi (una volta e mezzo dell'Italia!!)

Quindi che Facebook stia pensando di entrare in Cina è un segnale positivo, intelligente, perchè come è detto comune "Roma non si è fatta in giorno", la Cina avrà bisogno di altri decenni per arrivare a "cambiare pelle" e diventare un paese sviluppato sotto tutti i punti di vista.

Prima di allora, pesarlo con i nostri parametri è scorretto e fuori luogo, nonostante già ora sia la seconda potenza economica mondiale, visto che le potenzialità fino ad ora espresse appratengono ancora solo alla propria prima fase dello sviluppo.

Per cui la Cina è più vicina ed aperta di quello che si vuole far credere in occidente, così come Facebook, Microsoft e tanti campioni americani hanno compreso che provocare scontri e contrapposizioni non sia la migliore strategia per un globale sviluppo in armonia. 

lunedì 5 aprile 2010

Miracolo in Miniera: 114 estratti vivi !!!

Oggi in Cina è il secondo giorno di quello che si chiama il "festival dei fantasmi" e la giornata del ricordo dei propri avi e famigliari deceduti. (Festival di Qingming)
Per una incredibile coincidenza, dall'inferno della miniera di Wangjialing sono tornati alla vita almeno 114 dei 156 minatori rimasti intrappolati da una inondazione causata dalla rottura di una parete di un vecchio tratto di miniera.

Un evento seguito a livello nazionale con grande intensità e trasporto, in un crescendo di emozioni, dopo l'iniziale disperazione a partire di quando due giorni fa  era stato possibili udire dei suoni provenire da alcune tubature che segnalavano come qualcuno in vita laggiù ci fosse ancora.

Di seguito la sequenza delle news relative al conteggio dei sopravvissuti

114 survivors rescued from flooded coal mine, 39 still trapped

XIANGNING, Shanxi, April 5 (Xinhua) -- Rescuers have taken out 114 miners from the flooded Wangjialing Coal Mine in north China's Shanxi Province by Monday afternoon, nine days after the accident occurred, the rescue headquarters said. Full story

FLASH: A TOTAL OF 88 SURVIVORS RESCUED FROM FLOODED COAL MINE IN NORTH CHINA BY 13:27 MONDAY

FLASH: A TOTAL OF 84 SURVIVORS RESCUED FROM FLOODED COAL MINE IN NORTH CHINA BY 13:22 MONDAY

FLASH: A TOTAL OF 77 SURVIVORS RESCUED FROM FLOODED COAL MINE IN NORTH CHINA BY 13:16

FLASH: MORE THAN 100 SURVIVORS EXPECTED IN FLOODED COAL MINE IN NORTH CHINA

Visto dalla Cina: AFGHANISTAN: KARZAI A UN PASSO DA LEGITTIMARE I TALEBANI

L'Afghanistan confina con la Cina ed è un problema sentito, come l'equilibrio molto precario nel Pakistan.

I cinesi conoscono anche, quali testimoni diretti, il vortice di cambiamenti che il paese ha avuto, i continui rovesciamenti di fronte e soprattutto di alleanze. Ma quelllo che Karzai sembra anche solo pensare, rappresenta prima di tutto una "offesa" per quanto gli occidentali, Italiani compresi, si sono spesi per dare una libertà al paese che ora potrebbe decidere di girare pagina verso il passato per una legittima, "quanto tardiva richiesta di "non occuparsi degli affari interni afgani". Tradotto: quando c'era da farsi difendere dai Talebani che lo volevano morto, ha ben gradito i finanziamenti e i soldati ( e morti anche italiani). Adesso che perchè forse sotto sotto hanno trovato un accordo tra Afgani, ora vogliono gestirsi tutto ciò da soli.

(AGI) - Kabul, 5 apr. - Hamid Karzai e' tornato a puntare il dito contro l'occidente Stavolta, secondo il Wall Street Journal, si e' spinto fino ad affermare che i talebani potrebbe diventare un movimento di resistenza legittima se gli stranieri dovessero continuare ad occuparsi degli affari interni afgani. Non solo. Karzai, sostenuto solo dai fondi degli occidentali e dagli oltre 120.000 soldati stranieri che combattono i talebani, ha minacciato che potrebbe essere costretto a schierarsi con i questi ultimi se non sara' accolta la sua richiesta di nominare la Commissione elettorale