giovedì 31 gennaio 2008

Incredibili “pizzini” democratici

Incredibilmente ieri Marini ha ricevuto l’incarico esplorativo per un governo finalizzato a “trovare un consenso per una riforma della legge elettorale”.

Incredibile che in Italia si continui a parlare di formule “segrete”, per quanto riguarda gli equilibri politici, nell’evidente tentativo di salvare questo o quell’interesse.

In totale sfregio a qualsiasi buon senso, si ha l’impressione che la si stia facendo troppo complicata, quando tutti (a parole) sono d’accordo sul punto base: “consentire ai cittadini di votare i propri candidati, direttamente!”.
Ma a creare qualche “sospetto” è il fatto che le stesse persone che hanno deciso tempo addietro di adottare una legge elettorale incredibilmente fuori da qualsiasi raziocinio democratico, ora, solo perché si sono accorti che rischiano non più solo “i pomodori in piazza”, hanno deciso che devono cercare un accordo per modificarla.

Incredibile è quindi anche il tentativo di dare alla discussione un contenuto “filosofico, aureo”.
Quello che non si capisce è perché per questi “apprendisti stregoni”, sembra che la “democrazia” italiana, per sopravvivere, debba importare il proprio futuro modello da qualche “cugino” estero.

Nella situazione in cui ci troviamo non occorre copiare proprio nessuno, rischiando oltretuttodi passare dalla “Padella alla brace”, visti i modelli di riferimento presi in esame.

In particolare, per quanto riguarda il modello tedesco, viste le ultime elezioni in Germania, si rischia di non risolvere affatto il problema “della parità” che ha messo in stallo la politica italiana attuale. Solo che la Germania ha trovato nella Merkel il jolly salva situazione. E da noi cosa faranno “cani e gatti?”.

Quelle di questi giorni sono quindi discussioni da “falsi statisti” ed “intellettuali di bassa lega”.
In realtà appaiono più essere “parole d’ordine”, messaggi trasversali, “pizzini democratici”, per cercare di trovare una quadratura agli equilibri futuri di potere di una nazione allo sbando, proprio perché sono sbandati (invecchiati) i luoghi di potere da “guerra fredda!”.

Il buon senso e l’opinione pubblica hanno già espresso una chiara direzione che si continua a non rispettare: ridare agli italiani il “potere” di decidere del proprio futuro, non “truccando” le elezioni in alcun modo.

Poi, dopo aver votato SENZA “trucchi o prestigiatori”, lasciare che i nuovi equilibri, faticosamente, possano cercare di trovare i propri spazi di aggregazione, senza pregiudiziali.

Incredibile quindi il gioco dei ruoli di questi giorni, “nell’opera buffa” del teatrino della politica italiana.

Ma la domanda è d’obbligo: perché i cambiamenti fondamentali devono essere proposti dai soliti anziani (pensionabili) della politica italiana?

Possibile, vista l’impronta TECNICA del governo che il presidente Napoletano intende realizzare per cercare di risolvere la crisi, non esista un 50 enne in grado si svolgere tale azione e funzione transitoria?

Speriamo poi che questo “interim” non si trasformi in altro, anche perché ci sono alcuni aspetti che risultano quantomeno sospetti, viste le stesse parole del presidente Napoletano che afferma: “sono passati meno di due anni dalle ultime elezioni!”.

Non è che il non sciogliere le camere, quantomeno non prima della metà della legislatura, non sia un mezzo per consentire anche ai nuovi parlamentari di acquisire il diritto alla pensione parlamentare?

Visto che a pensare male spesso, sui fatti italiani, si finisce per azzeccarla (spesso anche per difetto!), perché tenere in vita un parlamento ormai trapassato dell’opera buffa, continuando così ad alimentare i sospetti del cittadino comune, esausto dei giochetti di palazzo e degli “inciucci” di questa classe del “regime democratico” in carica?

Marini si era chiaramente ed ufficialmente dichiarato “fuori” per qualsiasi eventuale incarico di governo.

Incredibile, ma non inaspettabilmente, Marini ieri non ha confermato il suo chiamarsi “fuori” e alla fine ha accettato l’incarico.

Le parole per certa gente quindi non hanno alcun valore.

Come possiamo continuare a fidarci di persone così superficiali che non hanno il coraggio neppure delle proprie parole??

Governo cinese: al servizio dei cittadini!


In questi giorni la Cina è colpita dalla peggiore ondata di gelo mai registrata a memoria d’uomo.

Impressionante è vedere nei bollettini meteorologici, la mappa della Cina ricoperta dal bianco delle precipitazioni, che ancora non accennano a terminare e che in alcune regioni ha già provocato blackouts e conseguentemente anche interruzioni nella fornitura d'acqua potabile.

Ma forse l’atto che ha maggiormente impressionato i cinesi si è svolto ieri a Changsha, città dello Hunan, una delle più colpite dal gelo di questi giorni.

Infatti durante il sopralluogo effettuato dal Premier Cinese Wen Jabao, una volta arrivato alla stazione ferroviaria della città, dove decine di migliaia di viaggiatori aspettavano all’addiaccio il ripristino della viabilità per poter tornare a casa, è accaduto l’imprevedibile.

Il premier Wen Jiabao ha preso il megafono e si è rivolto alla folla sia per sincerarli che sarebbe stato fatto tutto il possibile per permettere a tutti loro di passare un felice capodanno a casa, ma in particolare ha esordito con un incredibile: “ Scusate per quanto sta accadendo!”.

Questo approccio “stride” maledettamente con quanto accaduto in situazioni analoghe in Italia, dove in situazioni di emergenza come queste, subito inizia lo scarica barile delle responsabilità.

Bene, in una lezione pratica di “governo al servizio del cittadino”, il premier cinese non ci ha pensato due volte e questo chiedere scusa equivale a “prendersi tutta la responsabilità” della situazione, compresa quella affinché tutto venga risolto, senza discutere su chi doveva fare cosa o altro.


In una situazione drammatica come questa, veramente al limite della emergenza sociale, la Cina di questi giorni non è impegnata in nessuna critica o rimpallo di responsabilità, ma tutti sono solo concentrati a cercare di risolvere i problemi, i danni e i disagi che le condizioni meteorologiche stanno causando.

I propri leaders politici sono in prima linea, con tanto di “direttiva ufficiale dal governo centrale” che cita testuale: “in momenti come questi i leader devono essere d’esempio per i propri concittadini”.

Per cui il gesto del Premier Wen Jiabao non è rimasto isolato. Nelle diverse province e città i leaders locali sono scesi in piazza, chi a spalare la neve, chi a fare le fila, chi semplicemente a verificare sul campo che si facesse tutto il possibile per aiutare le migliaia di cinesi bloccati.

Per un momento, lascerei da parte i facili commenti che in Italia si fanno quando si parla di Cina e di politica cinese. Vi invito a indicarmi quando è accaduto in Italia un simile atto di “solidarietà” nazionale, così profonda ed intensa e soprattutto PRATICA.

I nostri leader sono molto bravi a “parlare”. Ma di fronte alle questioni pratiche, sembrano sempre pesci fuori dall’acqua e nel tentativo di dare una risposta, finiscono sempre per scaricare su altri responsabilità che invece dovrebbero capire dalla lezione cinese, per il ruolo da loro assunto, sono da attribuirsi SOLO al governo in carica.

In particolare vi invito a riflettere sul gesto di responsabilità fatto da Wen Jiabao, di stampo asiatico, molto diffuso anche tra i giapponesi. Dalle nostre parti, in situazioni del tutto simili, alle scuse e al rimboccarsi le mani si sostituisce il patetico balletto intitolato: “ma tutto ciò è accaduto per colpa del governo precedente!”.

I cinesi non sono così stupidi nell’attribuire al Governo la responsabilità delle incredibili nevicate di questi giorni. Ma si aspetta che i propri rappresentanti facciano il proprio dovere, anche a costo della propria vita, se necessario: è così che 3 addetti della compagnia elettrica nello Hunan hanno trovato la morte, nel cercare di non privare i propri concittadini della corrente elettrica, senza la quale tutti sarebbero stati al freddo!.

Insomma, in Italia è urgente smettere nel continuare a cercare la “soluzione nelle formule politiche”, per cercare di tenere appiccicata le “mosche al potere” che come neve al sole, si sta “sciogliendo”.

Occorre selezionare le persone che abbiano il vero “Senso dello Stato” e delle funzioni di Stato ad esse collegate, la cosa che manca a tutti i potenziali leaders attualmente in corsa, nello stupido gioco italiano dello “scambio delle poltrone” che da noi abbiamo ancora il coraggio di chiamare “politica”.

Nei decenni scorsi, in periodo di guerra fredda, questo “gioco” ci fu permesso, anzi consigliato, dal “cappello” protettivo degli USA che ci aiutò a crescere anche economicamente.

Ma ora che dobbiamo correre con le nostre gambe e competere con il resto del mondo quotidianamente non comprendere che le regole del gioco e soprattutto i giocatori devono cambiare l’approccio, equivale a suicidare il paese per gli anni futuri.

lunedì 28 gennaio 2008

La Cina dichiara guerra al “Generale Inverno”


In queste ore tutta la Cina si è mobilitata.

È iniziata una “guerra” contro il “Generale Inverno”.

Infatti l’intera nazione sta concentrando i propri sforzi e risorse per rispondere alla peggiore gelata degli ultimi 15 anni.

“Generale Inverno” sta colpendo duro: linee elettriche e trasporti sono i target su cui si sta accanendo.

In particolare è stato lanciato allarme rosso per le prossime tormente di neve nel centro e l’est: Guizhou, Hunan, Jiangxi, Guangxi, Anhui e Zhejiang.

Quello che in particolare sta maggiormente preoccupando il governo cinese sono le linee di distribuzione elettrica.

In un paese dove il riscaldamento delle case arriva solo attraverso i condizionatori, il ghiaccio e la neve di questi giorni, sotto il loro peso stanno facendo crollare chilometri di linee elettriche ad alto voltaggio, rischiando così di lasciare al freddo molti cinesi.

Da qui l’emergenza di queste ore e la necessità di ripristinare quanto prima, in condizioni climatiche impossibili, le linee interrotte e nel contempo “arrampicandosi” sui tralicci ancora integri e sui cavi a rischio, andare a togliere con il bastone il pericoloso ghiaccio che si è formato.


Alle televisioni cinesi si vedono già le immagini di questi “interventi” che spesso appaiono più prove di coraggio e di equilibrio che interventi tecnici sulla rete. E infatti si cominciano già a registrare anche alcune morti a causa di queste pericolosissime operazioni.

In queste ore l’incredibile freddo, ha provocato una impennata dei consumi di energia a livello nazionale, per fronteggiare i quali il paese sta cercando di rispondere, aumentando la capacità produttiva di energia ed impedire i black-out e soprattutto preservare i servizi fondamentali: scuole, ospedali e uffici governativi.

Ma sul fronte dei trasporti la situazione non è migliore.
Questa emergenza meteorologica capita proprio nel periodo peggiore dell’anno: in prossimità con il capodanno cinese.

In questo periodo infatti, milioni di cinesi tornano a casa con ogni mezzo, mettendo già a dura prova il sistema dei trasporti cinese.

Il problema è che in queste ore molti treni, autobus e aerei sono impossibilitati a muoversi, obbligando i passeggeri ad incredibili “attese campali”, all’agghiaccio, nelle stazioni o dentro gli autobus conquistati a fatica.

Per capire cosa sta succedendo, basti sapere che a Guangzhou (Canton) 100.000 persone hanno pernottato nel piazzale antistante la stazione e altre 50.000 nei suoi pressi, nell’attesa che qualcosa partisse. E oggi quelli coinvolti potrebbero diventare 600.000!!


Il problema è che trovare un biglietto per tornare a casa per queste persone, di cui molti immigrati nelle grandi città, è in questo periodo, quasi una questione di “vita o di morte”.

Perdere il diritto acquisito nella fila fatta di migliaia di persone, renderebbe loro impossibile poi sperare di trovare un qualsiasi biglietto per casa. Tutto ciò, normale ogni anno in questo periodo, è ora reso, dalle condizioni climatiche estreme, una rischiosa emergenza sociale.

Ecco perché il governo cinese si è mosso con grande enfasi e grande dispiego di mezzi ,a partire dal suo Premier Wen Jiabao, che ha lanciato il messaggio di emergenza alla nazione.

Infatti se il maltempo, come nelle previsioni dovesse continuare, la Cina rischia la paralisi in un momento importante come questo del capodanno, mettendo in serio rischio anche un altro aspetto, quello degli approvvigionamenti di cibo delle grandi metropoli cinesi, che effettuati via treno e camion, rischiano di essere un problema per il futuro.

Le strade infatti si stanno trasformando in incredibili trappole per migliaia di cinesi, tanto che 40.000 persone nell’area dello Guizhou, sono rimaste intrappolate in 5.000 veicoli in panne sulla autostrada.

Quanto sta accadendo è oltre ogni precedente storico, visto che in molte aree erano 50 anni che non si vedeva la neve.

Sembra quindi un altro evidente segnale del cambiamento climatico in corso e che ha portato una città di mare come Shanghai, dove un centimetro di neve era considerata una “nevicata”, a dichiarare allarme arancio ( secondo solo all’allarme rosso) e cancellare tutti i treni a lunga distanza previsti per oggi, essendo in queste ore,nel bel mezzo di una tormenta di neve, di montana memoria.

venerdì 25 gennaio 2008

Visto dalla Cina: “Umiliante” uscita di scena di Prodi

La Cina ci guarda. Con occhi straniti, ma ci guarda.

Anche perché, tra tutti i paese europei, siamo quello con il quale ha più uno stretto legame affettivo che economico.

Siamo simpatici: Fashion ,Calcio e Made in Italy, ci fanno percepire dal cinese medio come un paese abituato ad essere vincente e per certi versi, qualcosa da imitare e da invidiare.

Non stupisce quindi, che nell’analisi delle caduta del governo Prodi, alcuni media cinesi usino quasi una metafora sportiva: Umiliante sconfitta.

Leggendo tra le righe, interessante è annotare il loro punto di vista sui nostri leaders e le nostre coalizioni politiche:

- Prodi è capo di una coalizione composta dai centristi pro-vaticano, ex comunisti e verdi.
- Berlusconi è a capo della opposizione conservatrice,
- Veltroni, è capo del maggiore partito di governo, anch’esso esplicitamente indicato essere formato da ex comunisti e da centristi pro-vaticano. (una interessante definizione sul “nuovo” PD)

Coerentemente a questa visione, quando poi i media cinesi vanno oltre le notizie di circostanza, fanno intendere come questa sia stata anche la sconfitta del supporto pro-Vaticano, dato in extremis al governo in carica, per cercare di salvarlo.

Esplicativa quindi la foto utilizzata, che “parla” più di tante parole nell’evidenziare così il ruolo di Prodi nel contesto del sistema Italiano.

E ora?

Anche i cinesi si interrogano sul come e se potrà tornare a stabilizzarsi la situazione italiana.

Nel frattempo sorridono increduli, sul nuovo incredibile “record mondiale” che abbiamo stabilito: dalla fine della seconda guerra mondiale, 61 governi!.

La sensazione che hanno è che però il paese sia troppo diviso e concentrato sugli “equilibrismi di palazzo”, mancando di alcuna concretezza e realismo, una caratteristica tutta italiana nel gestire la cosa pubblica che nei fatti di Napoli ha trovato la propria incredibile sintesi e il monito per quello che potrebbe accadere nel futuro.

Appare quindi evidente che per prima cosa si arrivi ad una duratura e concreta stabilità politica, oltre a quelle fino ad ora, di semplice facciata.

Questa è ritenuta essere la condizione fondamentale affinché si possano realizzare le riforme necessarie e rispondere con “prontezza” alla crisi mondiale, che deve ancora arrivare.

Crisi che come una “nuova peste”, rischia altrimenti di essere il “colpo mortale” alle future ambizioni italiane, lo “scivolo” verso una sempre “più umiliante decadenza” del paese, allo stato attuale, totalmente incapace di relazionarsi con i mutati scenari mondiali presenti e futuri.

Una battuta crudamente può riassumere la posizione che riguarda l’Italia:”è il momento storico peggiore per non andare d’accordo, “il precipizio” annunciato da tanto tempo è arrivato ma nessuna soluzione per non cascarci dentro è stata trovata!”.

In bocca al lupo di cuore.

lunedì 21 gennaio 2008

Il “mito” del posto a sedere

In Cina esiste un mito che travalica qualunque ceto sociale: il posto a sedere.

Te ne rendi conto quando, davanti ad una porta di un metro, autobus o treno, come stessero per partire i 100 metri piani, alla sua apertura inizia quella che assomiglia più ad una “guerra” senza esclusione di colpi.

L’oggetto del contendere? SOLO i posti a sedere.

E se credete siano semplice spintoni, provate a farvi trovare negli orari di punta in una stazione del metrò qualsiasi.

Gli spintoni sono solo l’inizio, di quello che poi assomiglia di più ad una lotta “greco romana”, dove ogni scorrettezza, compresa la “presa dei vestiti”, è ammessa, visto il “valore” del contendere.

La cosa incredibile è che prima e dopo questa bolgia infernale, tutto è quasi immobile, fermo e in una maniera quasi irreale i contendenti, siano vincitori o vinti, mostreranno tutti un bel sorriso “pacificatore”, senza quindi alcun rancore.

E’ un po’ come nei film di Fantozzi che al suonare della sirena, tutti scattano come impazziti e ogni mezzo è lecito, pur di arrivare per primi alla macchina ed uscire dal posteggio ( anche il volare dalla finestra!)

Ma in Cina il mito del “posto a sedere”, crea ritualità sociali incredibili dalle nostre parti.

Ad esempio è capitato di vedere una fila lunghissima alla fermata di un autobus.

Immediatamente si pensa: ohibò, l’autobus in quel momento alla fermata è già pieno. Occorrerà aspettare il prossimo.

Nulla di tutto questo!

Le persone in coda stanno sì aspettando il prossimo autobus, ma non perché quello giunto sia pieno, ma solo perché i posti a sedere sono già esauriti!

Incredibile ma vero, arrivati all’autobus, causa di tutta quella lunga fila, lo abbiamo infatti trovato semivuoto.

Questa, che possiamo definire quindi una vera “paranoia” dei cinesi, si evidenzia anche quando acquisti i biglietti del treno.

In questo caso, visto che in Cina, grazie alla rivoluzione degli anni passati, non esistono più la divisione per classi, non ti chiederanno se vuoi viaggiare in prima o seconda classe.

No. Ti sentirai chiedere se vuoi un posto duro o morbido! Lo stesso anche nel caso stai acquistando una cuccetta sul treno. Dura o morbida?.

Questo fatto dimostra che il posto a sedere non è semplicemente un posto dove stare seduti, ma il luogo dove evidenziare la propria importanza, una sorta di status, che è umano che esista, a prescindere dalla esistenza delle classi sociali o meno.


Ma si può andare oltre!.

Visto che tutto, in materia di luoghi a sedere qua in Cina appare relativo e che molti cinesi sanno cosa vuole dire NON avere un posto a sedere, per strada si vedono persone “sedute sui propri talloni”, posizione per noi occidentali sostanzialmente impossibile da imitare.

Il bello che in questo modo i cinesi hanno una valida soluzione per un sacco di situazioni, potendo infatti sedersi in ogni dove senza avere la necessità di alcun posto a sedere!!

Vuoi sederti nel metrò e le panchine sono esaurite? Bene, fai da te e puoi aspettare in santa pazienza il prossimo treno.

Ovviamente questa posizione si presta anche a vari usi accessori, consentendo infatti l’agevole utilizzo dei bagni pubblici oppure salutari letture nelle biblioteche e nei book-stores, ovviamente senza poi dover comprare il libro.

Sugli aerei?

In questo caso, nonostante i posti siano tutti assegnati, quando stanno per imbarcare inizia lo stesso rituale e corsa al posto visto sui metro e treni, senza per fortuna toccare gli “estremi” visti in quei casi.

Ma qua questo uso molto personale dello spazio che caratterizza i cinesi può arrivare a livelli incredibili come quello visto su un volo di linea tra Cina ed Italia, dove un anziano cinese, trovandosi decisamente scomodo sulle “Morbide” poltrone della classe turistica, dopo qualche ora di terribili “sofferenze”, ha trovato la soluzione, a suo modo originale: stendersi nel corridoio dell’aereo.

Le hostess cinesi hanno avuto il loro d’affare a spiegare che quella “comoda posizione” non fosse confacente alle “regole di sicurezza” della aviazione mondiale, oltre a spiegare come quella comoda poltrona fosse suo pieno diritto utilizzarla, senza dover competere con nessun altro presente su quel volo.

Buon posto a tutti.